mercoledì 30 aprile 2014

COMUNICATO STAMPA - Conferenza stampa RSU Comune Milano con Avvocati Sergio Galleano e Vincenzo De Michele.

Martedì 29 aprile pomeriggio, si è svolta la conferenza stampa presso la sede delle Rsu del Comune di Milano, cui hanno partecipato gli Avvocati Sergio Galleano e Vincenzo De Michele.
Gli avvocati hanno spiegato l’iter legale che ha portato la vertenza dei precari della Pubblica Amministrazione italiana davanti alla Corte di Giustizia Europea lo scorso 27 marzo.
Gli Avvocati hanno dichiarato:
L’udienza presso la Corte di Giustizia Europea è un passaggio fondamentale per costringere i legislatori italiani a riconoscere il diritto al contratto a tempo indeterminato dopo reiterati contratti a termine. La sentenza è attesa per la fine dell’anno e sarà determinante per l’esito delle vertenze legali in cui stiamo rappresentando i diritti di tanti precari della Pubblica Amministrazione, tra cui quelli del Comune di Milano.
Nello specifico dei rapporti a termine stipulati dal Comune di Milano, si applica l’art. 5 comma 4 bis del D.Lgs. 368/2001 in materia di contratti a termine, che prevede la trasformazione di un rapporto a tempo indeterminato nell’ipotesi di svolgimento di lavoro a tempo determinato o interinale per periodi superiori ai 36 mesi, sommabili tra loro in caso di più rapporti. Ai lavoratori che si trovano in tali condizioni spetta dunque l’ assunzione a tempo indeterminato sulla scorta delle disciplina europea desumibile dalla Direttiva UE 1999/70, dettata al fine di evitare l’abuso nell’utilizzo dei contratti a termine. A ciò si aggiunga che la recente legislazione nazionale prevede che i Comuni che non sono in situazione di dissesto possono procedere alla regolarizzazione dei lavoratori con più di 36 mesi di lavoro e che abbiano superato un concorso. Gli impegni assunti dall’ attuale amministrazione prevedevano la regolarizzazione dei precari secondo la legislazione vigente. Un motivo in più per procedere in tal senso per i lavoratori che si trovano in queste condizioni.”
Tanti i precari presenti, insieme a lavoratori di ruolo e rappresentanti sindacali. Molti precari del Comune di Milano sono coinvolti nelle vertenze legali per il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione, e, a fronte di una chiusura politica del Comune rispetto a tale prospettiva, preoccupati per le leggi nazionali che hanno peggiorato e rischiano di rendere ancora più gravi e precarie le condizioni di lavoro di tutti, considerano un risultato importante l’udienza che si è tenuta davanti alla Corte Europea a Lussemburgo, dove è stato posto il problema della illegittimità della reiterazione dei contratti a termine, sia in merito all’abuso di mascherare le esigenze di copertura organica fissa con assunzioni a tempo determinato, sia in merito alle ragioni finanziarie, perché alle Amministrazioni pubbliche costa più soldi mantenere il personale precario invece di stabilizzarlo.
Oggi in particolare si è sottolineato come il Comune di Milano, uno dei comuni cosiddetti “virtuosi”, perché non ha sforato il patto di stabilità, potrebbe assumere e le leggi nazionali gliene danno facoltà, ma invece non manifesta alcun impegno in tal senso, pur consapevole che attualmente la legge…rende più difficili le chiamate a tempo determinato dalle graduatorie esistenti ed ancora in vigore, prediligendo le chiamate degli idonei dei concorsi per il tempo indeterminato, anche per soddisfare esigenze temporanee.
Pertanto è ancora più grave che a fronte delle evidenti carenze di organico e alle difficoltà a garantire i servizi e il funzionamento degli uffici, si scelga di lasciare a casa i precari, e addirittura si pensi di ricorrere a manodopera gratuita del Touring Club o dell’Università.
I precari del Comune di Milano, nel proseguire e promuovere le iniziative legali che stanno evidenziando le gravi responsabilità dei governi italiani rispetto all’abuso di lavoro precario e flessibile, continueranno in tutte le sedi a lottare per il diritto al lavoro retribuito e garantito, soprattutto in vista delle possibilità occupazionali che si prevedono per l’Expo, e saranno la spina nel fianco di questa amministrazione comunale, che in campagna elettorale ha predicato tanto bene, promettendo l’abolizione del precariato, ma che, nei fatti, non sta mantenendo le promesse fatte e nella politica occupazionale sta deludendo molti di coloro che hanno contribuito fortemente all’esito elettorale.
Prossimo appuntamento: spezzone precari Comune di Milano nella May Day parade il 1° maggio in piazza XXIV maggio alle ore 14.

Milano, 30 aprile 2014 Comitato Precari
Comune di Milano

Fonti Facebook:
Francesco Cerlino
Adotta un Precario
Precari del Comune di Milano

Correlate: 

COMUNE DI GODRANO (PA) - INCONTRO LAVORATORI ASU CON AVV. FEDERICO D'ELIA E IL DOTT. GAETANO AIELLO [video]


VERTENZE - Video assemblea Avv. Galleano a Mazara del Vallo 18 apr. 2013




PRECARI, UDIENZA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

INTERVISTA ALL'AVV. GALLEANO



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LA REPUBBLICA - 1 maggio, Camusso: "Domani sarà festa della disoccupazione"

La leader della Cgil: "Dati Istat? Non si esce dalla crisi se non si inverte rotta"

1 maggio, Camusso: "Domani sarà festa della disoccupazione"ROMA - Sarà un Primo Maggio "caratterizzato dal lavoro che non c'è, soprattutto per i giovani". "E' la festa della disoccupazione più del lavoro". Parla così la leader Cgil, Susanna Camusso, alla vigilia della festa dei lavoratori, accennando ai dati diffusi oggi dall'Istat con i dati di marzo con un tasso di disoccupazione al 12,7%. "Non si parla di uscita dalla crisi se non si inverte significativamente il dato della disoccupazione", avverte.

Rappresentanza sindacale. La leader della Cgil ha poi detto che il testo sulla rappresentanza sindacale ha ottenuto il via libera degli iscritti alla Cgil con il 95,5% dei consensi. I votanti sono stati 447.614. I sì hanno raccolto 422.335 Voti, i contrari sono stati 21.983 Mente la quota di astenuti, bianche e nulle ha raggiunto 3.346. La Fiom, che non ha partecipato a questo referendum, ha svolto una propria consultazione tra lavoratori iscritti e non alla Cgil.  Sulla presenza del premier Matteo Renzi al congresso nazionale della prossima settimana a Rimini, ha risposto così ai giornalisti. "Non si sa, suspense...". 

Dl lavoro e pensioni. Poi è intervenuta sul Dl lavoro.  "Mai detto che per noi andava bene", ha detto. C'è, dice, "un errore di base: moltiplicare forme di precarietà mentre si era annunciata una semplificazione
del mercato del lavoro". Va "un pò meglio sul tema dell'apprendistato,ricondotto anche per obblighi europei ad un contratto di forma mista, che prevede la formazione". Mentre sulle pensioni il segretario della Cgil ha detto che bisogna smettere di "improvvisare" sulla riforma del sistema previdenziale: "gli annunci non fanno bene al sistema né alle persone, creano solo allarme".

Le vertenze. Camusso, presentando la manifestazione di domani ed il percorso che vedrà la Cgil impegnata nei prossimi giorni, fino al congresso di Rimini, ha ricordato la vertenza Electrolux, scelta come simbolo di tutte le vertenze industriali aperte con la manifestazione di domani a Pordenone, ad un passo dallo stabilimento di Porcia. "Un simbolo al fianco di altri", dice Camusso. Come il caso Piombino "Nei giorni scorsi è stato spento l'altoforno di Piombino: crediamo ci siano grandi responsabilità dei tre governi che si sono succeduti durante la vertenza di Piombino". E ancora: "Siamo molto preoccupati per il futuro dell'Ilva di Taranto, e per tutto il gruppo Ilva. Stiamo parlando dell'esistenza o meno di un settore della siderurgia in questo Paese", ha attaccato Camusso. La preoccupazione della Cgil "vale per le aziende private, e vale per aziende partecipate pubblicamente, per le quali si parla molto delle nomine, e poco dei piani industriali", avverte ancora Camusso. Sulla questione Alitalia, la leader di Cgil ha detto che la discussione deve puntare al piano industriale e sugli investimenti non sui tagli del personale. 

Il concerto a Roma. 
Il Primo Maggio, in occasione della festa dei lavoratori, si terrà come ogni il concerto a piazza San Giovanni, a Roma. Numerosi ospiti per la maratona musicale. Fra questi Pelù, Tiromancino, MCR, Bandabardò. L'evento sarà trasmesso in diretta su Rai3.

Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2014/04/30/news/1_maggio_camusso_domani_sar_festa_della_disoccupazione-84861884/

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SI24.IT - Precari degli Enti locali siciliani, corsa contro il tempo Rischiano il posto in quindicimila: la Regione non ha i soldi



manifestazione precari palermoAttendono ormai da quasi tre mesi lo stipendio che non viene loro pagato per effetto del ritardo nell’approvazione della finanziaria bis della Regione siciliana ma proprio da quella finanziaria bis che tanto aspettano rischiano di avere una brutta sorpresa.
Il governo della Regione, per far quadrare i conti, si prepara a prevedere per legge i contratti di solidarietà per tutti i 30 mila dipendenti degli enti para regionali. Si tratta di lavoratori di enti ed associazioni, ma anche di teatri, agenzie, enti di sviluppo, consorzi regionali e così via. Dopo il danno, insomma, arriva la beffa.
Per pagare gli 80 euro in più in busta ai redditi bassi attraverso il tagli Irpef il governo Renzi ha previsto una riduzione di risorse che la Regione scarica proprio sugli stessi lavoratori. Dunque ciò che il governo nazionale da con una mano, quello regionale si vede costretto a toglierlo con l’altra, e magari anche con gli interessi visto che il taglio dovuto ai contratti di solidarietà sarà di circa 200/250 euro al mese.
Ma il taglio non è legato solo al dl Irpef di Renzi. La Sicilia, dopo l’impugnativa da parte del Commissario dello stato di due terzi della finanziaria, non è in grado di recuperare risorse sufficienti e dunque un taglio sarebbe arrivato anche senza il decreto Renzi. certo sarebbe stato meno consistente ma sarebbe comunque arrivato.
Se i trentamila dipendenti di teatro, enti e associazioni para regionali non gioiscono, piangeranno proprio, invece, 15 mila precari degli Enti locali siciliani. Per loro la stabilizzazione si allontana sempre di più e c’è il rischio concreto che già da ottobre il loro lavoro si interrompa del tutto.
I Comuni siciliani hanno fatto i conti e dopo aver lanciato l’allarme si dicono del tutto insoddisfatti della reazione della Regione. il problema è duplice e riguarda sia la norma nazionale, ovvero la così detta legge D’Alia dal nome dell’ex Ministro che la promosse, sia la finanziaria regionale nata per risolvere il problema posto da Roma e che, secondo i comuni, lo avrebbe, invece, aggravato.
Andiamo per ordine: la legge nazionale prevede che si possa stabilizzare i precari solo nell’ambito dei posti disponibili e se si è rispettato il patto di stabilità.  Due condizioni che in larga parte, i comuni siciliani non hanno ma le stesse amministrazioni non possono rinunciare ai precari o la macchina amministrativa rischia di fermarsi.
La soluzione trovata a Palermo è nella legge finanziaria. Tre anni di finanziamento per prorogare i contratti ai precari e in questo periodo di tempo il loro censimento e la creazione di un albo per le stabilizzazioni. Ma secondo i Comuni questa strada è soltanto fumo negli occhi.
Il finanziamento sarebbe solo sulla carta e mancherebbero almeno 70 milioni di euro già nel 2014. Inoltre i trasferimenti regionali riguardanti i precari sono fermi ad ottobre dello scorso anno. se anche dovessero arrivare tutti i soldi previsti questi finirebbero a settembre 2014.
Per questo motivo i sindaci non hanno firmato i contratti triennali proposti dalla Regione e si rifiutano di procedere alle stabilizzazioni perché in assenza di garanzie di trasferimenti il dissesto sarebbe inevitabile.
In pratica su 18.500 precari ci sono fondi solo per 3000. il tema è al centro di un confronto di oggi a Palazzo d’Orleans che si preannuncia irto di difficoltà. già stamani alla commemorazione di Pio La Torre si è assistito ad un piccolo battibecco fra il sindaco di Palermo nonché presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando ed il presidente della Regione Rosario Crocetta.
Clima teso sia pure fra le battute che prelude ad uno scontro più che ad un confrontoCrocetta non ha gradito la ripetuta richiesta di Orlando di commissariare la Regione per effetto dei suoi bilanci carenti e inadeguati. Una polemica che potrebbe compromettere il confronto fra due esponenti della sinistra siciliana dal carattere difficile.

Fonte: http://www.si24.it/2014/04/30/precari-degli-enti-locali-siciliani-corsa-contro-il-tempo-rischiano-il-posto-in-quindicimila-la-regione-non-ha-i-soldi/50149/

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GIORNALE DI SICILIA - Posto fisso, traballa il sogno per 18 mila precari

Si alza il livello di scontro tra gli enti locali e la regione. Bloccati i piani di stabilizzazione dei contrattisti. L’Anci: «Casse in rosso, non possiamo andare avanti». Oggi vertice a Palazzo d’Orleans. Crocetta: «La sfida non porta a nulla»

di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. I sindaci bloccano i piani di stabilizzazione dei precari. Ormai in aperto scontro con la Regione, lunedì pomeriggio i vertici dell’Anci hanno comunicato ai sindacati l’intenzione di fermare le procedure che avrebbero dovuto portare al posto fisso gran parte dei 18.500 contrattisti degli enti locali. E stamani, nel corso di un vertice già convocato a Palazzo d’Orleans, l’associazione guidata da Leoluca Orlando annuncerà anche al governo lo stop. «Le norme varate dalla Regione a gennaio sono un fallimento. E i tagli che i Comuni stanno subendo non consentono di portare avanti i piani di stabilizzazione» ha anticipato ieri il vice presidente dell’Anci, Paolo Amenta. Le stabilizzazioni sono previste da una norma nazionale ispirata dall’allora ministro Gianpiero D’Alia e dalla Finanziaria regionale di gennaio (nella parte non impugnata dal Commissario dello Stato). Il posto fisso sarebbe scattato dopo i contratti rinnovati il primo gennaio ed entro la fine del 2016 ma nel frattempo i sindaci, in accordo con la Regione, devono mettere a punto un piano che passa anche dalla creazione di un albo e dall’individuazione dei vuoti in pianta organica. Tutti passaggi che fino a ora hanno subito ritardi e che adesso i sindaci annunciano di voler interrompere del tutto. «La Regione - spiega ancora Amenta - ha finanziato gli stipendi dei preacri, sulla carta, solo per tre anni. Ma già sappiamo che quest’anno si rischia una decurtazione del finanziamento di 70 milioni se non si raggiungerà con lo Stato un accordo sul patto di stabilità. In più dall’ottobre del 2013 non arrivano soldi per pagare gli stipendi. In questa situazione quale sindaco può assumersi la responsabilità di fare contratti a tempo indeterminato?». Non a caso fino a ora i sindaci hanno preferito nella maggior parte dei casi contrattualizzare per un solo anno invece dei tre possibili in base alle nuove norme.
L’Anci ritiene anche che le procedure stabilite nella Finanziaria siano inapplicabili: «Tra vincoli legati al patto di stabilità, obbligo di contrattualizzare in fasce basse e limiti di spesa, abbiamo calcolato che appena 3 mila precari su 18.500 potrebbero trovare spazio».
Lo stop alle stabilizzazioni è una nuova puntata del braccio di ferro che i sindaci hanno intrapreso con il governo regionale, accusato di aver tagliato 100 milioni di finanziamenti destinati al pagamento delle vecchie rate dei mutui, di ritardare i finanziamenti ordinari (fermi all’autunno scorso) e di impedire così l’approvazione dei bilanci. Orlando ha detto che «la maggior parte dei Comuni sopra i 5 mila abitanti va verso il dissesto». Da qui l’annunciata mobilitazione di massa di sindaci, assessori e consiglieri comunali già fissata per il 5 maggio a Palermo.
Oggi però Crocetta proverà a recuperare in extrimis la situazione durante un vertice convocato in mattinata a Palazzo d’Orleans. Ieri il presidente ha dapprima annunciato che il governo è pronto a erogare l’ultima tranche di finanziamenti ordinari del 2013. Dall’altro ha però criticato l’atteggiamento di sfida assunto dall’Anci. Crocetta intravede nella decisione dei sindaci il pericolo di scaricare su Palazzo d’Orleans la protesta di quasi 20 mila precari. E allora rilancia: «La Regione si sta adoperando e intende proporre un piano per il salvataggio dei Comuni. Ma ci sembra singolare che mentre noi stiamo cercando di salvare gli enti locali, il presidente dell'Anci insista nella protesta, già prima della trattativa, determinando il crac certo di tali Comuni». Il riferimento di Crocetta è a 41 Comuni che sono davvero a rischio crac: a loro non potrà essere erogata la prima rata di finanziamenti del 2014 (e per questo motivo i fondi al momento sono bloccati per tutti) perchè su questa rata altri rami di amministrazione - l’assessorato ai Rifiuti e quello alle Infrastrutture - chiedono di recupere attraverso trattenute soldi erogati in passato ma non sfruttati dai sindaci: si tratta di finanziamenti per la riccolta differenziata (mai andata a regime) o per la progettazione di opere mai fatte. «La Regione - spiega l’assessore agli Enti locali, Patrizia Valenti - sta provando a evitare che questi 41 Comuni restino davvero senza fondi. Stiamo preparando un piano che illustreremo ai sindaci nel vertice di oggi».

Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/340898/

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martedì 29 aprile 2014

COMUNE DI CALTANISSETTA - Il precariato negli Enti Locali della Regione Siciliana e la stabilizzazione del rapporto di lavoro precario nella PA. - VIDEO




Le istituzioni incontrano i cittadini. Convegno sul fenomeno del
precariato pubblico degli Enti Locali in Sicilia.

Convegno 
del 28 Aprile 2014, alle 15.30 
a Caltanissetta



Il programma del convegno è il seguente:
1. Analisi dell’articolo 30 della Legge Regionale 28 gennaio 2014 n. 5;

2. Proposta di modifica e abrogazione dei commi 1, 6, 7, 8, 9 e 10 dell’articolo 30;
3. Proposte di modifica della Legge Regionale 29 dicembre 2010 n. 24;
4. Proposte legislative per il superamento del precariato pubblico degli Enti Locali;

5. Precariato e assorbimento personale esterno ATO e Partecipate;
6. Varie ed eventuali.

Presiede l’On. Antonio Venturino Presidente vicario dell’Assemblea Regionale Siciliana


Relazionerà sugli argomenti dell' odg il Dott. Gaetano Aiello.



COMUNE DI SCIACCA - l precariato negli Enti Locali della Regione Siciliana e la stabilizzazione del rapporto di lavoro precario nella PA.

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Giornale di Sicilia - Obbligo per i Comuni: soldi alle imprese, poi ai precari



di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Stop alle stabilizzazioni dei precari in tutti i Comuni che pagheranno in ritardo i nuovi debiti verso le imprese. A rischio anche, o soprattutto, le proroghe per gran parte dei circa 20 mila contrattisti. Il decreto Renzi sul cuneo fiscale, quello che permetterà di avere in busta paga 80 euro in più al mese, fissa un paletto che per la maggior parte degli enti locali siciliani sarà quasi invalicabile, almeno a sentire i sindaci: pagare regolarmente appalti e forniture entro 60 giorni e saldare l’arretrato che fa riferimento al 2013 entro i prossimi due mesi. Se ciò non avverrà, scatterà lo stop a qualsiasi tipo di assunzioni sia a tempo indeterminato che determinato.
Il principio guida della manovra Renzi è che i debiti verso le imprese vanno pagati con regolarità ed entro i limiti previsti dall’Ue (due mesi).

UN SERVIZIO NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA

 Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/340611/

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lunedì 28 aprile 2014

VIDEO - JOBS ACT, IL DISASTRO FUTURO



Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=bWHsd_hhe1I#t=117

 San Precario SAN PRECARIO

DIFFONDETE !


Il Jobs Act, o almeno, la prima parte di quella che vuole essere la riforma Renzi del mercato del lavoro (l’ennesima in pochi anni) è inaccettabile.
È inaccettabile perché trova la sua ratio politica nella stessa retorica che ha accompagnato ogni riforma del mercato del lavoro che è stata introdotta nel nostro ordinamento negli ultimi quindici anni e secondo cui con l’aumento della cosiddetta “flessibilità” si avrebbe come effetto un aumento dell’occupazione.
Ma non vi è alcun nesso causale tra l’aumento della flessibilità e l’aumento dell’occupazione. Se si osservano i dati sull’occupazione dal 2004 ad oggi vediamo che, al netto della crisi, la progressiva riduzione dei diritti dei lavoratori (ovvero la precarizzazione sfrenata) ha avuto come unica conseguenza la perdita di potere contrattuale con un’incidenza sul  reddito dei lavoratori a dir poco drammatica.
È inaccettabile perchè il D.L. n. 34/2014 è contrario alla normativa comunitaria (Direttiva 1999/70) in materia di contratti a tempo determinato.
Tale disciplina prevede che ciascuno degli Stati membri debba rispettare rigorosi principi di limitazione della temporaneità dei contratti e ribadisce la regola per cui il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato, vietando inoltre agli ordinamenti nazionali di porre riforme peggiorative in materia (“clausola di non regresso”).
La nuova disciplina prevede la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato a-causali (ovvero senza giustificazione) della durata complessiva di 36 mesi, all’interno dei quali è altresì possibile effettuare fino a 8 proroghe per ciascun contratto (con l’aberrante effetto di poter stipulare fino a 288 proroghe in 36 mesi senza motivazione alcuna – qui trovate un breve video che ne illustra le rovinose conseguenze).
Allo stesso modo è illegittima la riforma nella parte in cui viene modificato il contratto di apprendistato: eliminando ogni obbligo da parte dell’azienda di effettuare l’attività di formazione ai lavoratori apprendisti viene meno la causa stessa del contratto.
È evidente che nessuno assumerà più lavoratori con contratti a tempo indeterminato, così come evidente che i lavoratori assunti con questi nuovi tipi di contratti si guarderanno bene dall’avanzare richieste e rivendicare diritti sapendo che in qualsiasi momento potrebbero essere lasciati a casa.
È inaccettabile perché in questo modo il diritto al lavoro perde definitivamente ogni valore e con esso buona parte dei principi costituzionali che reggono il nostro ordinamento, dal momento in cui ogni accesso al lavoro avviene attraverso forme contrattuali che si fondano sul ricatto e lo sfruttamento della forza lavoro rispetto ai quali i lavoratori non avranno più alcuno strumento di difesa.
Per questi motivi, un gruppo di avvocati e giuristi, proprio in ragione dell’illegittimità delle norme contenute nel D.L. 34/2014, ha presentato un esposto alla Commissione Europea che invitiamo tutti a sottoscrivere. Lo trovate sul sito dei Giuristi Democraticianalogo esposto si trova anche sul sito dei Quaderni di San Precario.

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IL FATTO LAVORO - Decreto lavoro, il governo ottiene la fiducia. Alfano: “Renzi innovatore, lo sosterremo”

Quarta verifica per l'esecutivo a Montecitorio: 344 voti favorevoli, 184 contrari. Via libera al primo capitolo del Jobs Act. Ncd e Scelta Civica: "Modifiche al Senato"


Decreto lavoro, il governo ottiene la fiducia. Alfano: “Renzi innovatore, lo sosterremo”Via libera della Camera alla fiducia sul decreto legge lavoro con 344 voti favorevoli e 184 contrari. Domani (23 aprile) intorno alle 12 è previsto il voto finale del provvedimento. Il dl passerà quindi al Senato per la seconda lettura. Così dunque sono stati superati gli ostacoli di questi ultimi giorni in cui si era consumato lo scontro nella maggioranza tra Pd e Nuovo Centrodestra. Il governo non corre rischi, aveva assicurato Angelino Alfano, anche perché “sostenerlo significa mettersi dalla parte del Paese”. Lo stesso Renzi “sta rinnovando la sinistra, anche nei contenuti, lo si è visto sul decreto Lavoro in Commissione”, ha aggiunto Alfano, spiegando che le “resistenze” sono arrivate dalla sinistra del Pd. “Renzi – ha concluso – sta compiendo un grande sforzo”.
“Il testo del governo era un testo ottimo, i problemi sono arrivati dalla commissione Lavoro, dove ha votato solo il Pd con alcuni passaggi – i peggiori – votati anche da Forza Italia”, ha affermato in aula il deputato Ncd, Sergio Pizzolante. Ncd ha votato, molto criticamente, a favore. “Si è detto di no alla mediazione del governo che avrebbe consentito alle imprese di scegliere tra formazione pubblica e privata. Noi voteremo la fiducia perché il Pd ha rovinato solo una parte del decreto, che è comunque un passo avanti rispetto alla Fornero. Ma al Senato – conclude – lavoreremo per modificare questo decreto, figlio della cultura conservatrice di una parte del Partito democratico. Cosa succederà quando entreremo nel merito del Job Act? Alla Camera si sta ergendo un muro contro la linea blairiana del premier Renzi, che noi sosteniamo”.
Anche Scelta civica ha votato sì alla fiducia, ma “il testo è una parziale fallimento politico” ha affermato il capogruppo alla Camera, Andrea Romano. “Avremmo preferito che non si arrivasse al voto di fiducia sulla prima vera riforma economica varata da questa maggioranza”, dice il deputato nel corso delle dichiarazioni di voto. Il governo “non è riuscito a evitare il conflitto ideologico ed elettorale, che ha impedito il confronto che il decreto legge meritava”. Anche i montiani promettono modifiche al Senato. 
Protestano i Cinque Stelle. “Renzi, il governo e la sua maggioranza continuano a trattare i lavoratori come merce da vendere o comprare. Mi chiedo cosa aspettiate a dotare i lavoratori di un codice a barre”. Detto fatto. Subito dopo aver sentito queste parole, pronunciate dal deputatoMarco Baldassarre, i parlamentari del M5S hanno esibito un codice a barre sulla fronte, che subito il presidente di turno Simone Baldelli (Forza Italia) ha invitato i commessi in servizio d’aula a far rimuovere.
“Invece di correggere la riforma Fornero avete cambiato solo alcune regole”, dice in aula il deputato della Lega Nord Paolo Grimoldi, annunciando il voto contrario. “Alcuni cambiamenti apportati dal decreto originale erano addirittura condivisibili, solo che poi la commissione ha annacquato il provvedimento e per evitare spaccature ora si chiede il voto di fiducia. Si tratta di modifiche ideologiche, ancora oggi quando in commissione Lavoro si cita Marco Biagi ad alcuni del Pd viene la pelle d’oca”.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/23/decreto-lavoro-il-governo-ottiene-la-fiducia-alfano-renzi-innovatore-lo-sosterremo/961318/

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LEGGI OGGI - Jobs Act, sì alla fiducia sul decreto lavoro per i precari. Il testo

La Camera ha votato al fiducia al decreto lavoro di Matteo Renzi. Dunque, primo ostacolo superato per il governo, costretto, comunque, a chiedere di esprimere il consenso su di sé invece che sulla materia del testo in aula. Hanno votato sì alla fiducia al governo Nuovo centrodestra, Partito democratico e Scelta civica. Contrari Forza Italia, MoVimento 5 Stelle, Lega Nord, Fratelli d’Italia e vendoliani. L’esito: 344 favorevoli, 184 contrari.
Dopo una bagarre di alcune ore, che ha toccato il picco nella mattinata di martedì, dunque, anche il Nuovo Centrodestra si è convinto a dire sì al provvedimento sui contratti precari e di apprendistato, che apre, di fatto, la serie di riforme conosciute come il Jobs Act.
Per la verità, il governo è finito in rotta di collisione non solo con il partito guidato da Angelino Alfano, ma anche con la minoranza della forza politica più pesante all’interno dell’arco che sostiene lo stesso Renzi: il Pd.
Ad esso, infatti, si devono le modifiche apportate in Commissione, che il premier si è affrettato a definire“dettagli”,  ma che in realtà rappresentano le condizioni poste da una parte del partito per dire sì al provvedimento derubricato come decreto 34/2014.
Nello specifico, queste modifiche apportate nel testo al voto alla Camera riguardano:
il passaggio da otto a cinque rinnovi nell’arco dei tre anni per i contratti a tempo determinato
la precedenza per la fruizione del congedo di maternità nella graduatoria di assunzione
il ripristino del minimo di assunzioni per il 20% dei contratti di apprendistato attivati per le aziende oltre 30 dipendenti
il ritorno della formazione pubblica obbligatoria, a cui dovranno pensare le regioni. Se l’ente pubblico tarderà oltre il 45esimo giorno dal’attivazione dell’apprendistato, allora l’azienda non sarà obbligata a incrociare la formazione specifica con quella di carattere generale
Da ultimo, passa al 35% il bonus sui contributi per i datori di lavoro, oggi fermo al 25%

FONTE: http://www.leggioggi.it/2014/04/23/jobs-act-si-alla-fiducia-sul-decreto-lavoro-per-precari-il-testo/

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