mercoledì 28 settembre 2016

USB - PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE SINDACALE DI TUTTO IL PERSONALE PRECARIO ENTI LOCALI REGIONE SICILIA




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lunedì 26 settembre 2016

Ribera: 26 sindaci, a confronto per l’emergenza precari, chiedono un incontro alla Regione - Proposta dr. Leonardo Misuraca

Ribera: 26 sindaci, a confronto per l’emergenza precari, chiedono un incontro alla Regione.




L’emergenza per la stabilizzazione dei lavoratori precari ha messo attorno ad un tavolo a Ribera, al palazzo comunale, ben 26 sindaci agrigentini che, dopo un’ampia disamina della complessa problematica amministrativa e giuridica del comparto dei precari in servizio negli enti locali, hanno lanciato un pressante allarme e hanno chiesto una immediata audizione alla Commissione Lavoro dell’Assemblea Regionale Siciliana, congiuntamente agli esponenti del governo Crocetta.
I sindaci e gli amministratori comunali di Agrigento, Caltabellotta, Casteltermini, Aragona, Burgio, Cianciana, Alessandria della Rocca, Castrofilippo, Calamonaci, Cammarata, Grotte, Ribera, Lucca Sicula, Sciacca, Naro, Santa Margherita Belice, Montallegro, Ioppolo Giancaxio, Menfi, Porto Empedocle, Montevago, Siculiana, Realmonte, Racalmuto, Sambuca di Sicilia, Villafranca Sicula hanno dato mandato al sindaco di Montevago, on. Margherita La Rocca Ruvolo, di chiedere al più presto un incontro a Palermo.

Mai una riunione, promossa dall’amministrazione comunale riberese, aveva fatto registrare una tale massiccia presenza di amministratori della cosa pubblica, tutti interessati a dover presentare entro il prossimo 30 novembre, il termine di scadenza è stato prorogato di due mesi l’altro ieri, il piano triennale delle assunzioni del personale. Senza tale provvedimento oltre un paio di migliaia di lavoratori precari si potrebbero trovare in provincia il 1° gennaio del 2017, senza contratto e lavoro, in mezzo alla strada, dopo diversi decenni di servizio già prestato nei Comuni.

Il vertice degli amministratori comunali agrigentini nella sala dei sindaci ha fatto registrare il qualificato intervento del segretario generale del Comune di Ribera Leonardo Misuraca il quale per oltre un’ora ha spiegato, per norma e legge, le difficoltà della stabilizzazione dei precari se non saranno concesse delle deroghe e soprattutto se non sarà avviata dal legislatore la storicizzazione della spesa pubblica e se non sarà avviato un percorso alternativo alla soluzione prospettata dell’agenzia regionale che includa in graduatoria tutti i precari.
Alcuni sindaci hanno preso l’incarico di approntare subito una piattaforma di rivendicazioni e di proposte da presentare alla Regione Siciliana per avviare il percorso di stabilizzazione.


Ribera: Il comunicato congiunto dei sindaci agrigentini sui lavoratori precari


In relazione alla grave vicenda relativa al personale precario degli enti locali 26 Sindaci dell’agrigentino si sono riuniti a Ribera per lanciare l’allarme sulla stabilizzazione dei precari contrattualizzati e non.
Nel corso dell’incontro si sono esaminate le criticità di una eventuale istituzione di un’Agenzia di somministrazione di lavoro e si è altresì esaminata la proposta esposta dal dr. Leonardo Misuraca, preliminarmente investito dai sindaci a tal fine, che allo stato, nel silenzio del Governo e Parlamento Regionale rappresenta il contributo concreto con cui i sindaci dell’agrigentino testimoniano il loro impegno al fine della soluzione di una questione strategica e prioritaria per gli enti locali siciliani.
Ove non si intervenga immediatamente i Comuni non saranno nelle condizioni di garantire la prosecuzione dei rapporti in essere.
E’ necessario un immediato confronto con le sedi istituzionali competenti e specificamente con la Commissione Lavoro all’Ars e la Cabina di regia istituita dal Governo Regionale.
Pertanto i rappresentanti dei comuni di : Agrigento, Caltabellotta, Casteltermini, Aragona, Burgio, Cianciana, Alessandria della Rocca, Castrofilippo, Calamonaci, Cammarata, Grotte, Ribera, Lucca Sicula, Sciacca, Naro, Santa Margherita Belice,Montallegro, Ioppolo Giancaxio, Menfi, Porto Empedocle, Montevago, Siculiana, Realmonte, Racalmuto, Sambuca di Sicilia, Villafranca Sicula hanno dato mandato alla collega sindaco On. Margherita La Rocca di richiedere un’audizione presso la Commissione Lavoro congiuntamente agli esponenti del Governo Regionale al fine affrontare il tema anzidetto.
Successivamente hanno confermato anche l’adesione a tale iniziativa i Sindaci dei Comuni di: Ravanusa, San Biagio Platani, Santo Stefano, Campobello di Licata, Licata Comitini, Palma di Montechiaro e Santa Elisabetta.
Ufficio di Gabinetto del Sindaco
Comune di Ribera
Fonti:
Ribera: 26 sindaci, a confronto per l’emergenza precari, chiedono un incontro alla Regione.

Ribera: Il comunicato congiunto dei sindaci agrigentini sui lavoratori precari

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IL PRECARIATO E LA STABILIZZAZIONE POSSIBILE - Paceco, lunedì 26 settembre 2016, ore 17,00



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venerdì 23 settembre 2016

CUB - PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE DI TUTTI I PRECARI DEGLI PUBBLICI DELLA REGIONE SICILIA




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domenica 18 settembre 2016

APPELLO DEI PRECARI AI PRECARI


Precari, la data del 22 settembre 2016, a prescindere dalle modalità con le quali ci dobbiamo recare a Palermo davanti l' assessorato alla Funzione Pubblica ed Autonomie Locali, è  uno snodo fondamentale sulla soluzione finale che ci aspetta, sia  essa di una remota speranza di stabilizzazione, sia essa di  una agenzia di somministrazione lavoro, sia essa, ancora peggio, di una situazione di stallo.

L' appello ai precari  è  quello che se abbiamo voglia di lottare, di difendere la nostra dignità di lavoratori e di cittadini di uno Stato civile, bisogna essere tutti a Palermo sotto quell'assessorato, uniti e compatti!

Non chiediamoci se dobbiamo prendere ferie, se è  assemblea, audizione, sit-in, o quant'altro.
Il denominatore comune è  che è  un giorno, un luogo , un'ora nei quali si gioca parte del nostro destino, se non addirittura, l intera sopravvivenza del precario e della sua famiglia!

Giovedì 22 settembre 2016 ore 10.00
Assessorato  Funzione Pubblica
Viale Regione Siciliana Palermo

venerdì 16 settembre 2016

L'Agenzia è proprio l'unica soluzione? I due tomi per Faraone. - Tomo 1 IL DEFINANZIAMENTO DA PARTE DELLA REGIONE SICILIANA DEL PRECARIATO PUBBLICO SICILIANO.


https://drive.google.com/file/d/0B8foPgt9vhLQNThXNTY0MEMtaUE/view?usp=sharing


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L'Agenzia è proprio l'unica soluzione? I due tomi per Faraone. Tomo 2 - IL FENOMENO DEL PRECARIATO PUBBLICO SICILIANO. PROPOSTE E SOLUZIONI PER AFFRONTARE LA COMPLESSA PROBLEMATICA DEI RAPPORTI DI LAVORO PRECARIO NELLA PA SICILIANA. AGGIORNAMENTI A LUGLIO 2016.


https://drive.google.com/file/d/0B8foPgt9vhLQODNrYVRfM2I1TTg/view?usp=sharing


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SENTENZA - Contratti a tempo determinato. Corte UE: “Normativa europea contraria a rinnovi reiterati”. Accolto ricorso infermiera spagnola

Per la Corte di Giustizia Europea l’utilizzo dei contratti a tempo determinato può essere giustificato solo dalla necessità di far fronte ad esigenze provvisorie. "Il diritto dell’Unione è avverso ad una normativa nazionale che permetta il rinnovo di contratti a tempo determinato per far fronte ad esigenze mentre, in realtà, tali esigenze sono permanenti".  

María Elena Pérez López è stata assunta in qualità di infermiera all’ospedale universitario di Madrid per il periodo tra il 5 febbraio e il 31 luglio 2009. La sua nomina è stata rinnovata sette volte, mediante contratti a tempo determinato. Poco prima della scadenza del suo ultimo contratto, nel marzo 2013, l’amministrazione le ha comunicato che sarebbe stata nuovamente nominata. Però, poco tempo dopo, Pérez López è stata informata che il suo rapporto di lavoro sarebbe terminato.

A questo punto l'infermiera spagnola ha proposto ricorso contro la decisione di mettere fine al suo rapporto di lavoro. A suo parere, le sue successive nomine non avevano come scopo quello di rispondere ad un bisogno congiunturale o straordinario dei servizi sanitari, ma corrispondevano, in realtà, ad un’attività permanente. Di fronte al ricorso un Tribunale Amministrativo di Madrid ha alla Corte di Giustizia Europea se la normativa spagnola che permette il rinnovo di contratti a tempo determinato nell’ambito dei servizi sanitari sia contraria all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato.

Con una odierna sentenza la Corte Europea stabilisce che il diritto dell’Unione è avverso ad una normativa nazionale che permetta il rinnovo di contratti a tempo determinato per far fronte ad esigenze mentre, in realtà, tali esigenze sono permanenti. La Corte ricorda, anzitutto, che l’accordo quadro impone agli Stati membri di prevedere nella loro normativa, al fine di prevenire l’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato, mediante ogni mezzo di loro scelta, almeno uno dei tre seguenti punti: le ragioni obiettive mediante le quali il rinnovo   dei   contratti   a  tempo   determinato   può   essere  giustificato; la   durata massima complessiva per la quale tali contratti possono essere successivamente conclusi e il numero di rinnovi possibili di tali contratti.

Del resto, osserva ancora la Corte, "Dal momento che la normativa spagnola non prevede un limite per quanto riguarda la durata o il numero di rinnovi dei contratti a tempo determinato, la Corte verifica se una ragione obiettiva relativa a circostanze precise e concrete potesse giustificare le nomine successive di Pérez López. La Corte riconosce che la sostituzione temporanea di lavoratori per soddisfare esigenze provvisorie può costituire una ragione oggettiva ma giudica che i contratti non possono essere rinnovati per compiti permanenti e duraturi che appartengono alla normale attività del servizio ospedaliero ordinario. La ragione obiettiva deve poter giustificare concretamente la necessità di far fronte ad esigenze provvisorie e non ad esigenze permanenti".

"Orbene - ha osservato la Corte - nel caso della signora López, le nomine successive di cui la stessa è stata oggetto non sembrano costituire mere esigenze provvisorie del datore di lavoro. Un tale rinnovo di contratti a tempo determinato comporta una situazione di precarietà di cui la signora López non è stata l’unica a soffrire tenuto conto del deficit strutturale di personale di ruolo nel settore della sanità della regione madrilena"


https://drive.google.com/file/d/0B8foPgt9vhLQUms3M3pCZjRBYVE/view?usp=sharing



Fonte: http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=42931

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mercoledì 7 settembre 2016

L’abuso dei contratti a termine degli Enti Locali ed Istituzionali della Regione Siciliana arriva in Europa

Pubblichiamo l’Ordinanza del 5 settembre 2016, del Giudice del lavoro del Tribunale di Trapani Dott. Mauro Petrusa, sull’abuso dei contratti a tempo determinato e della sanzione conseguente negli Enti Locali siciliani.
Il Giudice, nel caso specifico relativo alla natura dei contratti di lavoro subordinato, all’abuso e all’applicazione della sanzione conseguente, dopo il superamento dei 36 mesi del rapporto di lavoro a termine, ha esercitato la facoltà di chiedere alla Corte di giustizia dell’Unione europea, ai sensi dell’art 267 del Trattato di funzionamento dell’Unione europea (TFUE), un’interpretazione pregiudiziale prima di disapplicare la norma nazionale e regionale, contrarie al diritto dell’Unione. Il Giudice, altresì, riconosce i dipendenti in servizio negli Enti Locali, i quali non sono oggetto di misure assistenziali e/o previdenziali e di work-fare, ma semplicemente dei dipendenti pubblici, seppur a tempo determinato. Inoltre, il punto principale dell’Ordinanza evidenzia la durata dei rapporti di lavoro, l’effettività, dissuasività ed energicità della sanzione e sulla questione dell’insufficienza della liquidazione per l’abuso di utilizzo dei contratti a termine della Pa fatta dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con Sentenza 15 marzo 2016 n. 5072.
L’Ordinanza del Giudice di Trapani, ovviamente, riconosce l’irrilevanza della legislazione regionale siciliana di cui all’art. 77, comma 2, della Legge Regionale 28 dicembre 2004 n. 17, nei confronti delle disposizioni normative statali e soprattutto comunitarie vigenti, in materia di contratti di lavoro a tempo determinato nella Pa.
Sul punto, rileviamo l’indubbia prevalenza della normativa nazionale e soprattutto europea, posto che l’art 17 dello Statuto speciale della Regione, subordina l’attività legislativa regionale “entro i limiti dei principi ed interessi generali cui si uniforma la legislazione dello Stato” e, in particolare, in materia di lavoro e previdenza sociale, dispone espressamente che la potestà normativa opera …”osservando i minimi stabiliti dalle leggi dello Stato”.
Pertanto, in materia di contratti di lavoro a tempo determinato, soprattutto di soggetti cancellati dal regime transitorio dei LSU, ai sensi di quanto dispone il Decreto Legislativo 28 febbraio 2000 n. 81, come recepito in Sicilia dalla Legge Regionale 26 novembre 2000 n. 24, è fin troppo evidente la possibilità della Regione Siciliana di normare la materia secundum legem e non certo contra legem. Senza contare la pretesa della Regione di sottrarsi alla normativa comunitaria, in palese violazione degli artt. 11 e 117 della Costituzione.
L’assurdità giuridica dell’art 77, comma 2, della Legge Regionale 28 dicembre 2004 n. 17, che così recita “ le disposizioni di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001 n. 368, non si intendono applicabili ai contratti a termine volti alla stabilizzazione dei soggetti destinatari del regime transitorio dei lavori socialmente utili”, è paradossale, in quanto tende alla disapplicazione delle leggi dello Stato italiano e dell’Unione europea.
Finalmente è venuto fuori un abuso gigantesco di rapporti di lavoro a termine, lungo quasi trent’anni, dove il Giudice nazionale ed europeo, valutando la compatibilità comunitaria della normativa interna censurata ( non si fa cenno alle disposizioni regionali per ovvi motivi di inapplicabiltà ai contratti di lavoro subordinato a tempo determinato dei dipendenti in servizio negli Enti Locali ed Istituzionali della Regione Siciliana), ha disposto con propria Ordinanza il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione europea e, nell’ipotesi di contrasto, provvederà egli stesso all’applicazione della norma comunitaria in materia di contratti di lavoro a termine, in luogo della norma nazionale.
Alla luce della presente Ordinanza l’invito al Legislatore regionale è quello di affrontare immediatamente con una norma strutturale e definitiva il fenomeno del precariato pubblico siciliano, per evitare il perpetuarsi dell’abuso di Stato ormai arrivato in Corte di Giustizia e con conseguenze finanziarie per la Regione Siciliana che poterbbero avere effetti disastrosi, sicuramente maggiori di una stabilizzazione dei rapporti di lavoro in essere ad invarianza di spesa.


Dott. Gaetano Aiello



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lunedì 5 settembre 2016

Nota in materia di adozione del programma triennale del fabbisogno del personale 2016-2018 da parte degli Enti Locali in relazione alla legislazione vigente in materia di precariato pubblico.

Nota in materia di adozione del programma triennale del fabbisogno del  personale 2016-2018 da parte degli Enti Locali in relazione alla legislazione  vigente  in materia di precariato pubblico. Ovvero quando la Regione Siciliana si sostituisce allo Stato italiano.


https://drive.google.com/file/d/0B8foPgt9vhLQMURpM2wzOUwyMFU/view?usp=sharing
 

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domenica 4 settembre 2016

COMUNICATO STAMPA - MGL Regione e Autonomie Locali – P.E.P.S. (Precari Ente Pubblici Siciliani)




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venerdì 2 settembre 2016

Video dell'intervento alla Festa dell'Unità dell'ex Ministro "siciliano" alla Funzione Pubblica D'Alia





Dal video dell'intervento alla Festa dell'Unità dell'ex Ministro "siciliano" alla Funzione Pubblica D'Alia,  in materia di precariato pubblico,  nei Comuni e negli Enti Istituzionali della Regione Siciliana,  si possono fare alcune considerazioni:
1. Ci spieghi, l'ex Ministro,  il vero motivo politico di tenere sotto costante ricatto delle proroghe i dipendenti pubblici precari anche dopo la sua Legge sul precariato ( Decreto Legge 101), in spregio alla Legislazione statale, europea e alla stessa Costituzione. Basta leggere bene la Legislazione regionale vigente da quasi trent'anni in materia di Puc,  Lsu e Asu,  contratti di lavoro a tempo determinato e in materia di proroga e/o rinnovo, per rendersi conto che lo Stato italiano e di conseguenza il Governo Letta( dove D'Alia è stato Ministro della Funzione pubblica) e poi il Governo Renzi,  hanno dato alla Regione Siciliana, (d'altronde è da quasi  trent'anni, che in Sicilia si consuma il più gigantesco abuso di Stato in materia di lavoro a tempo determinato o meglio lo sfruttamento di Stato di risorse umane professionali e competenti che con buona pace della parte maggioritaria della magistratura del lavoro isolana non ha pari in Europa) la possibilità di adottare una Legislazione regionale illegittima,  in materia di lavoro a tempo determinato nel pubblico impiego;
2. D"Alia, in attuazione della Legislazione statale di cui al suo Decreto Legge 31 Agosto 2013 n 101,  ci deve spiegare bene ma senza fare il politico,  perché il personale precario in servizio nei Comuni e negli altri Enti,  è personale regionale,  che può confluire tranquillamente in un Agenzia regionale,  quando per Legge è vero il contrario e cioè che questo è personale degli Enti. Caro ex Ministro,  per via della legislazione vigente in materia di proroga e/o rinnovo dei contratti a tempo determinato,  anche dopo la sua Legge, si tratta invece di personale precario che ha superato abbondantemente 36 mesi di contratto a termine nel pubblico impiego;
3. Il Sig ex Ministro, ci spieghi,  possibilmente non in politichese come fa nel video,  per quale oscuro motivo politico,  il Governo Crocetta, da Lui sostenuto, continua imperterrito,  a violare proprio la sua Legge statale vigente in materia di proroga e di stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario (Decreto Legge 31 agosto 2013 n 101 conv in Legge 30 ottobre 2013 n 125 in Sicilia Legge Regionale 28 gennaio 2014 n 5 con lo sciagurato art 30). Infatti in Sicilia lo Stato italiano e di conseguenza sia il Governo Letta che quello di Renzi,  consentono alla Regione Siciliana,  in spregio alla Costituzione,  in materia per esempio di elenco regionale Lsu,  di recepire nella propria legislazione regionale la Circolare Ministeriale 21 novembre 2013 n 5/DFP e non invece l'art 4 comma 8 del Decreto Legge 31 agosto 2013 n 101,  convertito con modificazioni dalla Legge 30 ottobre 2013 n 125 (in Sicilia art 30 Legge 28 gennaio 2014 n 5 e smi);

4. Ci spieghi DAlia la differenza tra l'Agenzia regionale che ingloberebbe tutti i precari e il ruolo unico ad esaurimento che ricollocherebbe meglio e bene in ambito provinciale i dipendenti pubblici precari. Forse Lui dimentica che parliamo di personale con contratto a tempo parziale il cui costo è ridicolo rispetto alle competenze offerte allo Stato italiano. Per non parlare che la Sicilia non ha bisogno di altri carrozzoni clientelari che servono solo per accentuare il consenso. Ma poi DAlia non è contro il clientelismo della vecchia politica?  Lui è il nuovo che avanza per cui bisogna avere fiducia. Aspettiamo quindi che Lui che è il nuovo si rinbocchi le maniche
Infine,  ci dica il simpatico Giampiero perché tutti gli altri fanno demagogia in materia di precariato siciliano,  mentre invece Lui , che ha detto una miriade di mostruosità giuridiche, che propone un carrozzone clientelare di antica tradizione politica,  non fa demagogia. Si confronti con persone serie competenti e non clientelari e ci dia una mano,  dopo i danni fatti dal suo Presidente Crocetta,  ad affrontare con la serietà degli uomini di Stato, il più gigantesco abuso di Stato mai realizzato in una Regione italiana e che non ha eguali in Unione europea. 

Cari dipendenti pubblici precari siciliani se le proposte rimangono queste si ripropone il modello Renzi anche in Sicilia. Pertanto prepariamoci a fortificare la parte datoriale sia pubblica che privata, lo Stato il parastato,  Confindustria e a vessare e schiavizzare sempre più i lavoratori. Se questo è il programma di un Governo di centro sinistra vorrei capire quale sarebbe il programma in materia di lavoro di un Governo di centro destra o pentastellato. Speriamo che almeno tutti noi lavoratori gli unici che mandiamo avanti lo Stato lo capiamo in tempo. 

Dott. Gaetano Aiello.