martedì 14 febbraio 2012
UIL F.P.L - Video Assemblea del 14/02/2012 Comune Mazara- Contenuto video
4 commenti:
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Sì ai precari stabilizzati senza concorso
RispondiEliminaCONSIGLIO DI STATO. Un pronunciamento della IV Sezione dà il via libera agli enti locali che vogliono sanare posizioni pregresse
PALERMO. I precari che puntano alla stabilizzazione possono vedere in maniera più rosea il loro futuro. Un pronunciamento della IV Sezione del Consiglio di Stato sancisce che «la stabilizzazione dei precari ha natura non concorsuale». La decisione 4495 /2010 della IV Sezione del Consiglio di Stato, (presidente Trotta, estensore Greco), occupandosi di precedenti previsioni normative in tema di procedure selettive riservate a soggetti che già abbiano svolto rapporti a tempo determinato con l'amministrazione procedente, ha individuato in esse una deroga all'obbligo costituzionale del concorso pubblico previsto dall' articolo 97 della Costituzione. Il pronunciamento è funzionale alla valorizzazione della pregressa esperienza professionale, acquisita dagli interessati tramite forme contrattuali non a tempo indeterminato. Uno dei primi enti locali ad anticipare questa interpretazione del Consiglio di Stato è stato il comune di Canicattì che nell'estate 2007 ha stabilizzato circa 120 lavoratori precari con un contratto a tempo determinato ma part-time dopo aver redatto una graduatoria interna senza un concorso aperto agli esterni. Fu l'allora segretario-direttore generale Giuseppe La Greca, oggi magistrato presso il TAR Sicilia a Palermo, assieme al sindaco Vincenzo Corbo a giungere ad un approdo interpretativo al quale la giurisprudenza amministrativa è giunta solo adesso dopo una serie di circolari e sentenze. In pratica, la scelta di allora di non aprire la stabilizzazione ad accessi dall'esterno proprio per valorizzare le esperienze formatesi all'interno del Comune oggi viene giudicata dal Consiglio di Stato legittima.
Carissimi colleghi è arrivato il momento di svegliarsi:
RispondiEliminala circolare in esame di fatto mette gli enti nelle condizioni di poter dare avvio alle procedure di stabilizzazione per il passaggio a tempo indeterminato dei lavoratori titolari di contratto a tempo determinato, rientranti nel regime transitorio dei lavori socialmente utili di cui al fondo unico del precariato.
Rientrano nel processo di stabilizzazione tutti i soggetti contrattualizzati ai sensi delle
LL. RR. 85/95, 21/03 e 16/06 ricorrendo alla procedura di reclutamento:
per le categorie A e B con prove d'idoneità e immissione in ruolo immediata;
per le categorie C e D per graduatoria per titoli, con riserva di posti pari al 40% elevabile al 50%;
per le categorie C e D ai sensi del comma 557, art. 1 legge 296/2007;
Resta inteso che tale procedura può essere avviata nel caso in cui gli Enti hanno determinati requisiti in riferimento a spesa del personale e patto di stabilità, nonchè la definizione del piano del fabbisogno del personale, sapendo che il complesso delle spese per il personale va calcolato al netto del contributo regionale ai sensi delle LL.RR. 85/95, 16/2006, 21/2003 e 27/2007;
Pertanto, è necessario che gli Enti procedano senza indugio all’apertura dei tavoli di concertazione e/o contrattazione con le OO.SS. al fine di definire il percorso e nel contempo fornire gli ulteriori elementi per poter dare compiuta attuazione alla L.R. 24/2010.Auspico pertanto che tutti i contrattisti che da anni aspettavano questo momento, si attivino concretamente, sollecitando le OO.SS. e l’Amministrazione Comunale, affinchè non venga sprecato altro tempo e vengano convocati nell’immediato i rispettivi tavoli tecnici.
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=78344281
RispondiElimina---IL NODO DEI PRECARI «Noi siamo qui per fare le cose, altrimenti potevano rimanere ai nostri posti», ripete da giorni il presidente del consiglio. E quel «fare le cose» è riferito anche alla riforma del mercato del lavoro. Palazzo Chigi considera l`intervento sull`articolo 18-non la sua cancellazione -un passo decisivo per adeguare l`Italia alle nuove esigenze della globalizzazione e renderla competitiva in una fase critica per la nostra economia. In questo scambio di opinioni allora uno dei punti valutati ha riguardato la «sospensione temporanea» dell`articolo 18 per alcune categorie di lavoratori. Una soluzione che anche la Camusso ha accettato di soppesare.
L`idea è quella di prevedere per chi ha una lunga esperienza di precariato la possibilità di passare alla «stabilità» accettando una prima fase in cui per tre o quattro anni non è vietato interrompere il rapporto.
Un modo per far uscire molti giovani dalla transitorietà lavorativa. Magari associando una convenienza fiscale e previdenziale al datore che «stabilizza» il dipendente.-----------------------------------------------------
Un' addizione, una sottrazione fanno la differenza,un modo tutto italiano di dire basta al precariato,aggiungere una IN al contratto di lavoro,da determinato ad indeterminato,da ciò sottrarre con l articolo 18 licenziamento facile,il risultato non cambia.Troppo tempo è trascorso,molta acqua è passata nel mulino,politici, sindacalisti, proteste, scioperi,quando c' era da raccogliere ci hanno dato proroghe,rimasugli. Adesso, travolti da una crisi senza precedenti ove l economia è in ginocchio,un paese che diventa sempre più povero,possiamo soltando raschiare il fondo in balia dei soliti estenuanti giri di parole.
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