giovedì 28 febbraio 2013

Primo incontro all’Aran sui contratti a tempo determinato - Cisl FP: “Aprire il confronto su tutte le forme di lavoro flessibile”


Primo incontro all’Aran sui contratti a tempo determinato - Cisl FP: “Aprire il confronto su tutte le forme di lavoro flessibile”

precari_copySi è svolto oggi il primo incontro tra Aran e sindacati per definire i contenuti dell’accordo quadro sulla gestione dei contratti a tempo determinato nelle amministrazioni pubbliche.
“Positivo” il giudizio della Cisl Fp, che al tavolo ha ottenuto l’impegno dell’agenzia negoziale di parte pubblica a “verificare la possibilità di allargare il confronto anche alle altre forme di lavoro flessibile presenti nel settore pubblico, come co.co.co., contratti di somministrazione, partite iva”.
“Si tratta di trovare una risposta concreta e convincente per i tanti lavoratori il cui contratto di lavoro scadrà il 31 luglio prossimo” spiega la Federazione del pubblico impiego Cisl.
“Ma si tratta anche di mettere mano all’intera questione della flessibilità in entrata nella pubblica amministrazione, attraverso un accordo che fissi le linee di una normativa generale. Da un lato per dare prospettiva a chi svolge già un’attività negli enti pubblici e contribuisce al funzionamento dei servizi, dall’altra per iniziare il confronto sulle nuove professionalità che servono alla Pa e sul ricambio generazionale che anni di blocco del turn-over hanno finora impedito”.
L’Aran, da parte sua, ha illustrato il contenuto dell’atto di indirizzo del governo sulla base del quale si svolgerà il confronto e ha dato appuntamento per il prossimo incontro tra quindici giorni. In quella sede si è impegnata a consegnare alle sigle sindacali una prima bozza di documento contrattuale per iniziare ad entrare nel merito della questione.
Intanto il 6 marzo si aprirà anche il tavolo sulle nuove relazioni sindacali nel pubblico impiego, che per la Cisl Fp rappresenta lo snodo determinate “per rilanciare il cambiamento nella Pa, con più qualità ed efficienza nei servizi ai cittadini e più partecipazione e riconoscimento professionale dei lavoratori”.
Fonte:http://www.fp.cisl.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3425:primo-incontro-allaran-sui-contratti-a-tempo-determinato-cisl-fp-aprire-il-confronto-su-tutte-le-forme-di-lavoro-flessibile&catid=40:cisl-fp

mercoledì 27 febbraio 2013

LA SICILIA - Ancora un super risarcimento a prof precario


Dopo quello da 150 mila euro, il giudice del lavoro di Trapani ne dispone uno da quasi 170 mila per un supplente di elettronica. Motivazione: abuso dei contratti a termine
ROMA - Stesso giudice, nuova sentenza. Il giudice del lavoro di Trapani che alcuni giorni fa aveva disposto un risarcimento record di oltre 150 mila euro netti nei confronti di un docente precario, ne ha ordinato un altro, di 169.700 euro, a favore di un supplente di elettronica. Le motivazioni: abuso dei contratti a termine, mancati scatti d'anzianità, stipendi estivi non corrisposti per gli anni passati e per quelli futuri fino alla pensione.

Lo rende noto l'Anief. Il giudice - spiega - ha confermato il precedente orientamento dichiarando l'illegittimità delle clausole apposte nel contratto a termine: nel prendere in considerazione soltanto le annualità dal 2006 al 2012, durante le quali il ricorrente è stato assunto senza il pagamento delle mensilità estive e degli scatti di anzianità, ha quindi disposto il pagamento degli stessi nella misura di 28.500 euro netti, oltre accessori. Per il risarcimento del danno relativo alla mancata stabilizzazione, inoltre, il giudice ha condannato il Miur al pagamento di 137.000 euro netti, oltre interessi da capitalizzare. Lo stesso giudice ha infine riconosciuto al ricorrente il punteggio di servizio per i mesi estivi di ciascun anno a decorrere dal 2005.

"Anche se ogni controversia presenta situazioni specifiche - dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - abbiamo seria motivazione per pensare che i giudici del lavoro non vogliano assecondare l'abuso cronico del datore di lavoro, in questo caso lo Stato, nello stipulare contratti a termine e 'contra legem'. Oltre che nel negare l'assegnazione di cattedre nella loro interezza, compresi i periodi estivi, e di quegli scatti stipendiali concessi erroneamente sino ad oggi solo al personale di ruolo. Per quanto riguarda la corposità delle cifre corrisposte in questi giorni non dobbiamo sorprenderci: rappresentano un equo indennizzo. E presto diventeranno la regola. Facendo sborsare allo Stato, braccato anche dai giudici di Lussemburgo, centinaia di milioni di euro. A meno che il nuovo Governo non decida finalmente di adottare finalmente il buon senso, recependo la clausola 5 della direttiva 1999/70/Ce che apre alle assunzioni in ruolo per tutti i lavoratori che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi. Che significherebbe assumere 80 mila precari, metà docenti e metà Ata". 
fonte:  http://www.lasicilia.it/index.php?id=94019&template=lasiciliait

Scuola: Precari, il giudice del lavoro risarcisce un supplente di elettronica con 169.700 euro

Scuola: Precari, il giudice del lavoro risarcisce un supplente di elettronica con 169.700 euro
(PRIMAPRESS) ROMA - A distanza di pochi giorni, un altro insegnante precario, stavolta di elettronica ed elettrotecnica, ha avuto un risarcimento per motivazioni analoghe ancora più consistente: il supplente ha infatti elevato il record di indennizzo per questo genere di ricorsi a 169.700 euro.  Il giudice, lo stesso della prima sentenza, nel rigettare la domanda di conversione del contratto ha confermato il precedente orientamento, su ricorso notificato dall’avvocato Corso, coordinato dagli avvocati Ganci e Miceli, sempre per conto dell’Anief, dichiarando l’illegittimità delle clausole apposte nel contratto a termine: nel prendere in considerazione soltanto le annualità dal 2006 al 2012, durante le quali il ricorrente è stato assunto senza il pagamento delle mensilità estive e degli scatti di anzianità, ha quindi disposto il pagamento degli stessi nella misura di 28.500 euro netti, oltre accessori. Per il risarcimento del danno relativo alla mancata stabilizzazione, inoltre, cagionato dal comportamento illecito dell’amministrazione che aveva assunto il ricorrente fin dal 2001 e che con ogni probabilità continuerà a reiterare i contratti a termine, al netto della posta attiva del risarcimento, atteso che il ricorrente dovrebbe percepire in futuro le stesse retribuzioni, per evitare locupletazioni, il giudice ha inoltre condannato il Miur al pagamento di 137.000 euro netti, oltre interessi da capitalizzare. Di questi, 55.000 euro riguardano i mesi di luglio e agosto di ciascun anno futuro, 46.000 euro per la mancata progressione economica futura e 36.000 euro per gli anni in cui il ricorrente non verrà retribuito perché non assunto, individuati in via equitativa nel 10% del periodo lavorativo residuo. Lo stesso giudice ha infine riconosciuto al ricorrente il punteggio di servizio per i mesi estivi di ciascun anno a decorrere dal 2005. Ha compensato, infine, le spese di lite per la metà tra i convenuti, e per l’altra a carico dell’amministrazione per un totale di 4.200 euro oltre Iva e Cpa, essendo la causa del valore tra i 100.000 euro e i 500.000 euro ai sensi del D.M. 140/12. Cosa accadrà ora è facile da immaginare. Siamo, infatti, appena all’inizio di una nuova stagione di ricorsi che riscattano gli abusi nei confronti dei precari della scuola. Nei prossimi giorni si attendono le altre sentenze, stavolta patrocinate dall’avvocato Adamo, sempre per conto dell’Anief. “Anche se ogni controversia presenta situazioni specifiche – dichiaraMarcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir alla scuola e alle alte professionalità – abbiamo seri motivazione per pensare che i giudici del lavoro non vogliano assecondare l’abuso cronico del datore di lavoro, in questo caso lo Stato, nello stipulare contratti a termine e ‘contra legem’. Oltre che nel negare l’assegnazione di cattedre nella loro interezza, compresi i periodi estivi, e di quegli scatti stipendiali concessi erroneamente sino ad oggi solo al personale di ruolo”. “Per quanto riguarda la corposità delle cifre corrisposte in questi giorni – continua il sindacalista Anief-Confedir - non dobbiamo sorprenderci: rappresentano un equo indennizzo. E presto diventeranno la regola. Facendo sborsare allo Stato, braccato anche dai giudici di Lussemburgo, centinaia di milioni di euro. A meno che il nuovo Governo non decida finalmente di adottare finalmente il buon senso, recependo la clausola 5 della direttiva 1999/70/Ce che apre alle assunzioni in ruolo per tutti i lavoratori che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi. Che significherebbe assumere 80mila precari, metà docenti e metà Ata. Con buona pace del ministro Patroni Griffi, che a pochi giorni dalla sua uscita di scena a capo della Funzione Pubblica – conclude Pacifico - vorrebbe incredibilmente escludere proprio la scuola dell’accordo quadro nazionale riguardante tutto il resto della pubblica amministrazione”. (PRIMAPRESS)
Fonte:http://www.primapress.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=7448:scuola-precari-il-giudice-del-lavoro-risarcisce-un-supplente-di-elettronica-con-169-700-euro&Itemid=280&lang=it

domenica 24 febbraio 2013

GDS - «Danno per la mancata stabilizzazione»: Trapani, prof risarcito con 150 mila euro


La sentenza del giudice del lavoro dà ragione a un docente precario di educazione fisica e sostegno. di GIACOMO DI GIROLAMO

TRAPANI. Dal 2005 aveva ottenuto diversi contratti da supplente su posti vacanti e disponibili, ma insegnava già dal 2001. Il giudice del lavoro di Trapani Mauro Petrusa ha riconosciuto un risarcimento pari a 150.385 euro netti, più accessori e interessi, a un docente precario di educazione fisica e sostegno che, supportato dai legali del sindacato Anief coordinati dagli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli del Foro di Palermo, aveva fatto causa al ministero dell’Istruzione. La somma rappresenta un record assoluto in quanto a risarcimento per «lucro cessante e danno emergente» per la mancata stabilizzazione di un docente precario. Il Miur è stato condannato, inoltre, al pagamento di scatti e mensilità estive per gli anni pregressi e per quelli futuri fino all'età pensionabile, con un'addizionale del 10% in via equitativa per i possibili mancati contratti. «Nel ricorso - sottolineano i legali dell’Anief - il giudice Petrusa ha tenuto conto della recente giurisprudenza e della legislazione comunitaria e nazionale». «Una giusta condanna che risarcisce in maniera adeguata i precari danneggiati dai comportamenti illegittimi del Miur», aggiunge il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, che è anche delegato Confedir alla Scuola e alle Alte professionalità.
A questo punto, secondo Pacifico, si pone una importante questione: «Delle due l'una: o la Corte di Lussemburgo deciderà che in Italia la normativa scolastica derogatoria sui contratti a termine è contraria alle disposizioni comunitarie e quindi va disapplicata oppure il risarcimento dei danni deve essere così dissuasivo da comprimere l'arbitrarietà illecita della pubblica amministrazione e dare adeguata soddisfazione ai lavoratori». Secondo la sentenza, infatti, «la necessità dell'assunzione per pubblico concorso non può giustificare deroghe alle disposizioni che limitano il potere di abuso del datore di lavoro nello stipulare contratti a termine, nè proteggere patrimonio di soggetti pubblici, nè autorizzare comportamenti ”contra legem” della pubblica amministrazione».
«In questo senso - osserva il presidente dell'Anief - la sentenza del giudice del lavoro di Trapani può fare scuola dopo la recente pronuncia della Cassazione che paventava un possibile grave danno erariale alle Casse dello Stato fissando dei nuovi criteri risarcitori. In ogni caso - conclude Pacifico -, è confermata la dottrina secondo cui non vi possono essere trattamenti economici diversi tra lavoratori precari e di ruolo mentre il contratto al 31 agosto deve essere sempre riconosciuto se il posto è vacante e disponibile come Anief ha sempre denunciato dall'inizio del 2010». 

sabato 23 febbraio 2013

CRONACA E NOTIZIE > TRAPANI, PROFESSORE PRECARIO RISARCITO CON 150 MILA EURO


CRONACA E NOTIZIE > TRAPANI, PROFESSORE PRECARIO RISARCITO CON 150 MILA EURO

(23 Febbraio) Il giudice del lavoro di Trapani ha riconosciuto un risarcimento pari a 150.385 euro netti, più accessori e interessi, a un docente precario di educazione fisica e sostegno che aveva ottenuto dal 2005 diversi contratti da supplente su posti vacanti e disponibili, ma insegnava già dal 2001. I legali dell`Anief, coordinati dagli avvocati Ganci e Miceli, hanno così battuto ogni record come risarcimento danni subito per lucro cessante e danno emergente per la mancata stabilizzazione di un docente precario.
Il Miur è stato condannato al pagamento di scatti e mensilità estive per gli anni pregressi (2005-2011) e per gli anni futuri fino all`età pensionabile, con un`addizionale del 10% in via equitativa per i possibili mancati contratti. Secondo la sentenza, la necessità dell`assunzione per pubblico concorso non può giustificare deroghe alle disposizioni che limitano il potere di abuso del datore di lavoro nello stipulare contratti a termine, nè proteggere patrimonio di soggetti pubblici, nè autorizzare comportamenti contra legem della pubblica amministrazione.
Nel ricorso, il giudice Petrusa ha tenuto conto della recente giurisprudenza e della legislazione comunitaria e nazionale. Per il presidente dell`Anief e delegato Confedir alla scuola e alle alte professionalità, Marcello Pacifico, si tratta di "una giusta condanna che risarcisce in maniera adeguata i precari danneggiati dai comportamenti illegittimi del Miur".
"Delle due l`una: o la Corte di Lussemburgo deciderà che in Italia la normativa scolastica derogatoria sui contratti a termine è contraria alle disposizioni comunitarie e quindi va disapplicata oppure il risarcimento dei danni deve essere così dissuasivo da comprimere l`arbitrarietà illecita della P.A. e dare adeguata soddisfazione ai lavoratori. In questo senso - conclude Pacifico - la sentenza del giudice del lavoro di Trapani può fare scuola dopo la recente pronuncia della Cassazione che paventava un possibile grave danno erariale alle Casse dello Stato fissando dei nuovi criteri risarcitori. In ogni caso, è confermata la dottrina secondo cui non vi possono essere trattamenti economici diversi tra lavoratori precari e di ruolo mentre il contratto al 31 agosto deve essere sempre riconosciuto se il posto è vacante e disponibil,e come Anief ha sempre denunciato dall`inizio del 2010".
(Fonte articolo: La Sicilia)
Fonte:vivitrapani.com/wsmvlMEvD1406fIvlMDaUh62fOOIvlMpzn80Ea62tIvlMhv8z6f72IvlMhaqvzDa6fg2iIvlMp01vD06

mercoledì 20 febbraio 2013

Maggiori tutele per chi è precario nella p.a.

Applicazione riforma Fornero: il prossimo 28 febbraio è fissato l’inizio dei lavori per ladiscussione della direttiva, intanto Patroni Griffi propone un contratto quadro rivolto aregolamentare questo genere di rapporti lavorativi.
Alessandro Camillini 
ImgPer applicare la riforma Fornero ai contratti a termine nella p.a., il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi ha identificato la soluzione della questione in un contratto quadro rivolto a regolamentare questo genere di rapporti lavorativi. Il ministro ha già inviato all'Aran una direttiva per dare inizio alle trattative; infatti si è già tenuto un incontro il 14 febbraio scorso quando le parti si sono incontrate per una riunione semplicemente interlocutoria.
La data da ricordare è il prossimo 28 febbraio quando i lavori cominceranno veramente e la direttiva, che fissa vari limiti che le parti dovranno considerare al momento delle trattative, verrà discussa. Fra i paletti indicati dalla Funzione pubblica risulta l'art.1 della legge 15/2009, che recita che la contrattazione collettiva non  può più derogare le norme di legge, a eccezione del fatto che non sia la legge stessa a prevederlo espressamente.
Il tavolo dei negoziati, comunque, non potrà esprimersi sulle prerogative dirigenziali, ma solo sulla regolamentazione del rapporto di lavoro flessibile che non potranno essere convertiti perché questo è previsto chiaramente dall'articolo 36 del decreto legislativo 165/2001. PEr quanto concerne gli aspetti principali della trattativa, Palazzo Vidoni ha deciso che le parti potranno intervenire a riguardo della definizione dei limiti quantitativi di utilizzo dei contratti a termine.
Sarà possibile, inoltre, individuare le deroghe al divieto di utilizzo dei contratti a termine in mancanza di necessità di ordine tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo; soprattutto nel caso dell'avvio di una nuova attività, del lancio di un servizio innovativo, dell'attivazione di un importante cambiamento tecnologico, oppure di progetti di ricerca o nel caso di rinnovo di un contributo finanziario consistente.
Tutto ciò deve avvenir senza oltrepassare la quota del 6% dell'organico totale dei lavoratori. Le parti potranno anche diminuire l'entità dell'intervallo fra un contratto a termine e l'altro, senza incorrere in sanzioni per l'amministrazione, e potranno anche stabilire di elevare fino ad un massimo d cinque anni il limite temporale della ripetizione dei contratti, ordinariamente fissato a 36 mesi.
Le trattative potranno contemplare in via ordinaria l'eventualità di permettere la redazione di un altro contratto a termine dopo i 36 mesi, a patto che venga istituito presso la direzione del lavoro con l'assistenza di un dirigente sindacale. In ultimo le parti dovranno tenere in considerazione di chiarire che nel limite dei 36 mesi vengono compresi anche i periodi di missione in mansioni equivalenti, in pratica la contrattazione collettiva dovrà finire il lavoro cominciato dal governo per rivisitare la disciplina dei contratti a termine nella p.a.
Allo stesso tempo, tuttavia, sarà necessario reperire una soluzione alla questione dei precari triennalisti che non saranno in grado di superare i concorsi. I precari che hanno maturato 36 mesi di lavoro a causa della ripetizione dei contratti a termine, che non è possibile stabilizzare per legge e che restano fuori dalla quota di riserva, ossia quel 40% di posti che sono riservati a loro dalla legge di stabilità in vista dei prossimi concorsi.
Qualora fosse possibile procede all'indizione e all'espletamento dei concorsi in tempi brevi, i posti in ogni caso non sarebbero sufficienti per tutti. In precari che lavorano nella p.a. infatti sono circa 260 mila e di questi 135 mila sono impiegati nella scuola.

martedì 19 febbraio 2013

Basta precari! Le stabilizzazioni

La stabilizzazione si può fare !
Di seguito alcune stabilizzazioni di P.A. siciliane virtuose.

Date forza, a questa iniziativa 
con questo elenco di documenti ufficiali
condividendo e/o scrivendo un commento 
per comunicarne eventuali altre mancanti stabilizzazioni,
ai nostri, ancora molti, colleghi che sperano e pregano ancora!

Comune di Butera - L.R. 16/2006. Rimodulazione piano di fuoriuscita


Comune di Patti - via libera alla stabilizzazione dei precari


Comune di Milazzo - La giunta approva la stabilizzazione dei precari dell’Ente
Comune di Milazzo


Comune di Caltanissetta - Stabilizzazione per 44 precari, arrivano i contratti definitivi











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Alcamo 5 febb 2013 -Video integrale- Assemblea lavoratori precari di cui alle LL.RR. 85/95, 16/06, 21/03 e ASU


Parte 1


Parte 2

Parte 3 

Parte 4

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venerdì 15 febbraio 2013

Comuni in rosso: Anci Sicilia chiede incontro urgente con Crocetta


Un incontro urgente al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta e' stato chiesto dall'AnciSicilia con una lettera a firma del presidente Giacomo Scala e del segretario generale, Mario Emanuele Alvano, inviata anche all'attenzione dell'assessore regionale dell'Economia, Luca Bianchi,e all'assessore regionale delle Autonomie locali, Patrizia Valenti. "La richiesta di un nuovo incontro - spiegano Scala e Alvano - nasce dall'esigenza di mettere ulteriormente sotto i riflettori i problemi che stanno mettendo in ginocchio i comuni siciliani". - Nella lettera inviata al presidente Crocetta, l'AnciSicilia ha evidenziato: ''Nello scorso mese di novembre l'AnciSicilia aveva gia' posto all'attenzione del Governo regionale e dei Prefetti dell'Isola le conseguenze della drammatica situazione economico-finanziaria dei Comuni siciliani e il rischio concreto che cio' potesse portare a situazioni di dissesto. Denunciammo allora che la progressiva e drastica riduzione dei trasferimenti statali agli Enti Locali, non compensati attraverso meccanismi perequativi, stava provocando pesantissimi effetti sui bilanci comunali e sull'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini con conseguente aumento della tensione sociale e con nocumento per l'ordine pubblico''. E ancora: ''Alcune Amministrazioni hanno provato a far fronte alle difficolta' di spesa ricorrendo all'aumento delle aliquote dei tributi locali (IMU e IRPEF) che hanno causato ulteriori difficolta' ai propri cittadini ma nulla hanno potuto contro gli stretti vincoli del Patto di Stabilita' interno e ben poco possono rispetto all'assenza di risorse in cassa''. A cio' bisogna aggiungere che se non verra' corretta l'attuale previsione relativa al posticipo del pagamento della TARES a luglio, un numero significativo di Comuni vedrebbe ulteriormente aggravata la crisi di liquidita' - dice l'Anci - Ed ancora destano enorme preoccupazione i tagli da parte della Regione delle risorse destinate ai Comuni cosi' come previsto nel disegno di legge governativo n. 69. La legge di stabilita' regionale prevede, infatti, che le risorse del Fondo delle Autonomie siano drasticamente ridotte passando dai 651 milioni di euro dello scorso anno ai 306 milioni per il 2013 (erano 913 milioni nel 2009, 889 milioni nel 2010 e 750 milioni nel 2011). In piu' occasioni, in un'ottica di collaborazione istituzionale, l'AnciSicilia ha sollecitato la Regione sulla chiusura della trattativa con lo Stato sul Federalismo Fiscale e sull'attuazione dell'art. 37 dello Statuto regionale.

giovedì 14 febbraio 2013

MGL - Comunicato Stampa 14 Febbraio 201


Bisogna rileggere il nostro passato per comprendere il presente e prospettare un futuro !  Non si và da nessuna parte se in prima persona non prendiamo atto della difficile situazione socio-economica che oramai da tempo stiamo vivendo, interagire nell’interesse primario che ci accomuna, “un’occupazione stabile e definitiva” è alla base di ogni ragionamento; abbandonare le logiche di appartenenza che condizionano il nostro pensiero, il nostro modo di essere e ci spingono ad agire inconsapevolmente e in buona fede nell’interesse di chi nutre solo interessi di parte e di bottega per fini poco nobili, deve essere una priorità . 
Quando nel 1989 in piena libertà e autonomia, unitamente ad altri colleghi intraprendevamo un’azione di lotta che in pochi mesi investiva tutti i comuni siciliani, segnando una svolta epocale e l’avvio di una nuova stagione sindacale che al di là di qualsivoglia giudizio approssimativo ha consentito a migliaia di persone di non andare a casa ma di trovare a tutt’oggi continuità in un rapporto di lavoro anche se precario, non immaginavamo che sarebbero trascorsi così tanti anni, non potevamo nemmeno conoscere  il periodo storico che ci accingevamo a vivere da tangentopoli alla nascita della seconda repubblica e a tutto ciò che è stato consequenziale a questo; nessuna giustificazione, oggi può motivare stati d’animo che manifestano disinteresse apatia o peggio ancora sfiducia in noi stessi .
Nonostante gli anni trascorsi abbiamo e continuiamo a mantenere fede a nostri impegni, aver formalizzato nell’associazione sindacale MGL Regione Autonomie Locali il nostro potere contrattuale è stato propedeutico a rappresentare le proprie istanze e tutelare i propri  diritti presso i vari interlocutori istituzionali . 
Abbiamo seguito in doveroso silenzio le varie iniziative, incontri , assemblee convocate nel corso delle ultime settimane sul territorio regionale e l'intensificarsi di queste con l'approssimarsi delle elezioni nazionali, avremmo tanto da dire sui contenuti e sulla conoscenza del problema così com'è stato esposto dai relatori che arrogando a sè titoli per elevare la prestigiosità del loro dire, animati da buoni propositi sono alla ricerca di consensi e notorietà, ancora una volta a spese di una categoria che in preda alla confusione e alla disperazione, attende risposte esaustive al problema.
Ciò premesso e rispettosi del lavoro altrui, procediamo con umiltà nella ricerca costante del sapere base essenziale per poter riscontrare risposte vere e concrete al di là del tempo necessario che la problematica richiede; a tal uopo rendiamo noto quanto segue:
a) gli enti che hanno definito le procedure di stabilizzazione ai sensi della legge regionale 24/2010, nel presentare istanza di accredito somme per la trasformazione dei contratti in essere devono preventivamente comunicare l'elenco dei soggetti beneficiari e la data di immissione in ruolo da cui far decorre il finaziamento .
b) dubbi interpretativi vengono sollevati sulla procedura di cofinaziamento dei contratti, confermati per la durata temporale di mesi 4 e fino al 30 Aprile 2013, stante che nessuna norma a regime prevede l'erogazione di somme per tipologie di contratto di durata inferione all'annualità , si attendono sviluppi nei prossimi giorni .
Riteniamo che la delicata situazione quanto allarmante venutasi a determinare non è solo da addebitare ad una classe politica poco attenta e superficiale, ma a regie occulte che rispolverano vecchie logiche del passato, così come la riproposizione del "salario minimo garantito " tanto caro ai sindacati confederali negli anni 90, per stravolgere quella normativa avente carattere di lex specialis, che la Regione Sicilia forte della propria autonomia aveva leggiferato nel corso di questi anni a tutela di diritti di una generazione che non può per la propria storia essere inglobata nel calderone nazionale del precariato .
                                             Il Segretario Generale
                                                   Giuseppe Cardenia

mercoledì 13 febbraio 2013

MGL - Comunicato Stampa 11 Febbraio 2013


Non siamo venuti meno ai nostri impegni ! con ciò non vogliamo giustificare la nostra assenza nel dare informazione a quanti nel corso degli anni ci hanno accordato fiducia e delegato a rappresentare le proprie istanze presso gli organi istituzionali.
Nel silenzio abbiamo operato ininterrottamente nell'unico e prioritario interesse dei lavoratori facenti parte della categoria, consumando incontri con amministratori locali, con funzionari degli Uffici Regionali , con il Presidente Crocetta e gli assessori regionali al Lavoro e al Bilancio, il tutto in funzione di una mobilitazione generale che concretizzi risultati veri e non da propaganda elettorare .
Ciò che di fatto oggi possiamo affermare, è , che il Presidente Crocetta si è limitato solo a proclami e annunci che spesso contradicono la volontà nel dare soluzione alla problematica del precariato degli enti locali, impegnato com'è a carpire consensi per la campagna elettorale in corso.
Insediatosi con oltre un mese di ritardo secondo le previsioni, al primo debutto prima nelle Commissione Lavoro e Bilancio poi in Aula per l'approvazione del bilancio provvisorio, ha sostenuto l'approvazione di un testo di legge che comportava tagli al fondo unico del precariato, riduzione degli impegni orari contrattualizzati, riduzione delle quote percentuali demandate allla regione siciliana per il cofinaziamento dei contratti a tempo determinato, inclusione del peronale in servizio, presso aziende private aggiudicatarie di appalti nella pubblica amministrazione, il nostro intervento presso i Presidenti dei Gruppi parlamentari ha limita il danno che s'intendeva perpetrare alla categoria, sollecitando una rivisitazione del testo .
La settimana appena iniziata, impegna questa segreteria MGL Regione Autonomie Locali in una serie di incontri istituzionali mirati a contenere e scongiurare ulteriori ripercussioni e danni alla categoria, di cui ci riserviamo di dare notizia per prudenza, diversamente alimenterebbe forte perplessità e allarmismi incontrollati .
Diamo notizia che la Regione Siciliana a predisposto i mandati di pagamento a favore  degli Enti interessati per quanto riguarda l'accredito delle somme dovute a saldo dell'anno 2012 nella misura pari al 15% delle rimanenti somme.
                                                                                    Il Segretario Generale
                                                                                     Giuseppe Cardenia   
fonte: http://www.insiemeassociati.it/ita/

lunedì 11 febbraio 2013

Precari, Cgil: la riforma Fornero ha fallito, non rinnovato il 27% dei contratti

elsa-forneroLe nuove norme sul lavoro introdotte dalla riforma Fornero hanno prodotto effetti totalmente contrari a quelli sperati. La situazione dei precari è infatti peggiorata o, nel migliore dei casi, è rimasta invariata.  E' quanto emerge da un sondaggio online dei giovani dellaCgil a cui hanno partecipato 500 persone, in base al quale poco meno della metà dei partecipanti non ha visto ancora alcun cambiamento. Nello specifico, infatti, solo il 5% dei precari è stato stabilizzato dopo la Riforma Fornero; il27% non ha visto il proprio contrattorinnovato, il 22% è scivolato verso un contratto precario peggiore, mentre solo il 4% è passato a un contratto precario con maggiori tutele.
Al 25% invece, poco meno della metà dei partecipanti al sondaggio, non è accaduto nulla di nuovo, mentre al 17% è stato rinnovato il contratto precario senza cambiamenti.
Non solo precari- Altri sondaggi specifici sono stati effettuati per singola tipologia e questi sono i risultati: per coloro che hanno un contratto a tempo determinato il non rinnovo alla scadenza sale al 38%, per i lavoratori a progetto si attesta al 23%, per gli incarichi a partita iva al 22%.
Apprendistato- Una piccolissima percentuale di lavoratori a progetto, pari al 3%, è transitato verso il contratto di apprendistato, il cui utilizzo si rivela però ancora in calo. Infatti, secondo il ministero del Lavoro, in base a quanto risulta dai dati delle comunicazioni obbligatorie sulle nuove attivazioni, queste sono diminuite del 13,7% nei mesi di luglio/settembre rispetto agli stessi del 2011.
Partita Iva- Inoltre, per il 14% di lavoratori a progetto c'è stata una "trasformazione" in incarico a partita Iva, che è di più facile utilizzo con la riforma Fornero al di sopra della cifra di 18 mila euro annui. Una quota minore invece, pari al 5%, è passata dal contratto a progetto al lavoro dipendente a tempo determinato, mentre il 2% è passato alla somministrazione.
Servono incentivi o politiche di sostegno- "Questi dati confermano purtroppo quanto avevamo già da tempo segnalato" afferma Ilaria Lani, responsabile politiche giovanili della Cgil Nazionale. Il problema è dato dal fatto che, in una fase di recessione, "la riforma del mercato del lavoro non può avere di per sé effetti positivi sulla qualità dei rapporti di lavoro, in particolare se non accompagnata da incentivi alla stabilizzazione o da politiche di sostegno allo sviluppo".
Inoltre la riforma Fornero, "lasciando intatto il supermarket delle tante tipologie contrattuali, ha favorito l'utilizzo di contratti meno tutelanti. Di più, i tanti lavoratori a progetto che hanno visto il loro contratto non rinnovato (ne abbiamo calcolati 1.500.000 negli ultimi 3 anni) non possono accedere all'Aspi e alla miniAspi, risultando così penalizzati anche sul fronte degli ammortizzatori sociali, ben lontani dall'essere universali" conclude Lani.
Michela Magrini 

Morto per il lavoro che non c'è

Giuseppe Bulgarella, 61 anni si è tolto la vita a Guarrato perchè disoccupato. 11 Febbraio 2013
Il suicidio di Giuseppe Bulgarella, 61 anni, è uno di quei rari casi in cui il diritto di cronaca prevale su tutti gli altri. Raccontarlo è un dovere. Un dovere perché Giuseppe, una settimana fa, si è tolto la vita poiché disoccupato. Un cappio intorno al collo e tante lettere indirizzate al Presidente Napolitano, a Susanna Camusso mai effettivamente arrivate a destinatario, rimaste in giacenza nelle sue tasche. A trovarlo senza vita nell’abitazione di Guarrato, è stato il fratello. Giuseppe, si è tolto la vita in nome del primo articolo della Costituzione Italiana: L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.

Morto per il lavoro che non c'e 
Un articolo che per Giuseppe non aveva necessità d’esistere. Come lui. L’ennesimo uomo ucciso dalla crisi, dall’indifferenza. Ucciso dall’assenza di lavoro, una condizione che elimina la dignità all’uomo inducendolo, nella disperazione, a compiere atti estremi. Giuseppe aveva annotato i numerosi suicidi a causa della disoccupazione in un foglio. E’ lì che aveva scritto per ultimo il suo nome. Ma oggi, il suo nome, per quella legge de “gli ultimi saranno i primi”, capeggia su tutte le pagine dei quotidiani e oggi Susanna Camusso, scrive ai familiari di Giuseppe:

La notizia della tragica scomparsa di Giuseppe mi ha raggiunto solo oggi, mentre sono fuori Italia per una missione di lavoro. La prima domanda che non smetteremo mai di farci, le compagne e i compagni della camera del lavoro, io stessa , e' perché non abbiamo capito che si era sorpassata quella sottile linea di confine tra l'indignazione e la possibilità di continuare a lottare e sperare e la disperazione che viene dalla perdita del lavoro, vissuta per Giuseppe come perdita di dignità e tradimento dei valori sui quali si era formato, per i quali aveva scelto di militare nella CGIL, a partire dall'articolo 1 della nostra costituzione. Ci rimarrà sempre questo dubbio, sempre ci domandiamo se possiamo dobbiamo fare di più per cogliere intorno a noi quel crescere di disperazione, di rassegnazione che una crisi Cosi lunga e profonda determina in tanti che privi di lavoro si sentono anche privo della loro cittadinanza della loro dignità del loro orgoglio. Affranti ci poniamo il dubbio, sapendo che nulla oggi possiamo fare, se non provare ad interrogarci ancor di più sugli effetti di una disoccupazione crescente, che in certi settori come l'edilizia sembra una discesa senza fine. Nell'esprimere alla famiglia e alle compagne ed ai compagni tutti la più sentita partecipazione al dolore, l'impegno che dobbiamo e possiamo assumere e' quello di continuare la nostra iniziativa e mobilitazione perché il lavoro torni al centro delle politiche perché si difenda e si crei lavoro. Ogni giorno sentiremo la difficoltà di non aver capito, ma ogni giorno sapremo che Giuseppe e tanti altri con lui ci dimostrano che non di deve arrendersi perché lavoro e dignità sono cittadinanza, ancor più certezza per la vita delle persone. Con grande affetto Susanna Camusso
fonte:http://www.trapaniok.it/it/cronaca/10337-morto-per-il-lavoro-che-non-ce/