domenica 30 novembre 2014

CISL - Pubblico impiego, la Cisl in piazza Caracausi: contratti bloccati, basta

Il segretario generale della Cisl Fp Sicilia annuncia lo sciopero nazionale di domani, che vedrà il sindacato scendere in piazza in tutta Italia, da Milano a Palermo.











PALERMO - “I contratti dei dipendenti pubblici sono fermi da sei anni, è il momento di dire basta”. Con queste parole il segretario generale della Cisl Fp Sicilia Gigi Caracausi annuncia lo sciopero nazionale di lunedì primo dicembre che vedrà il sindacato scendere in piazza in tutta Italia, da Milano a Palermo


In Sicilia si terranno sit-in davanti alle prefetture, dalle 10 alle 13,30. Vi prenderanno parte dipendenti statali, regionali, di enti locali, sanità. Delle agenzie fiscali, di Inps e Inail. Poi gli operatori della scuola, dell’università e dei settori della ricerca e della sicurezza.

“I dipendenti pubblici – insiste Caracausi – sono facilmente oggetto di attacchi e critiche, mentre nessuno sembra difendere il diritto a un sacrosanto rinnovo contrattuale fermo da troppo tempo. Non si possono mantenere mmilioni di lavoratori in una condizione simile, con retribuzioni congelate da anni. Anche per questo – aggiunge il leader siciliano della Cisl Fp – il sindacato ha deciso di presentare un ricorso alla Corte costituzionale. È il momento di dire basta a questi insopportabili e ingiustificati rinvii”

fonte:http://livesicilia.it/2014/11/30/pubblico-impiego-la-cisl-in-piazza-caracausi-contratti-bloccati-basta_571032/


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venerdì 28 novembre 2014

CISL - Via libera alla proroga per il 2015 dei contratti dei lavoratori precari


Cisl Funzione Pubblica Palermo TrapaniAUTONOMIE LOCALI / REGIONE / SEGRETERIA


Via libera alla proroga per il 2015 dei contratti dei lavoratori precari

Fonte: articolo pubblicato oggi a pagina 6 dal quotidiano ‘La Sicilia’ oggi in edicola.
“La commissione Bilancio della Camera dice sì a emendamento salvaprecari
Lillo Miceli
Palermo. La commissione Bilancio della Camera, nella tarda serata di ieri ha approvato l’emendamento, primo firmatario Angelo Capodicasa (Pd), che consente la proroga dei contratti ai circa 20 mila precari degli enti locali e delle Asp. Adesso, la parola passa all’Aula, ma lo scoglio maggiore è stato superato. Anche se sul filo di lana. Intanto, un pool di avvocati capitanati da Pier Carmelo Russo e Francesco Stallone hanno reso pubblico il modello di un atto di diffida nei confronti delle amministrazioni pubbliche che, a titolo gratuito, i precari degli enti locali e delle Asp potranno utilizzare per intimare ai Comuni o alle Aziende sanitarie provinciali di trasformare i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Non c’entra nulla la sentenza pubblicata ieri dalla Corte di giustizia europea sui precari della scuola, ma il principio è analogo. Anzi, i precari della scuola alla fine di ogni anno vengono licenziati, mentre i precari degli enti locali hanno prestato servizio senza soluzione di continuità. «La reiterazione e la proroga, senza soluzione di continuità – si legge nell’atto di messa in mora – del rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato intrattenuto con l’amministrazione intimata, poiché protrattesi per più di dieci anni, si pongono in frontale contrasto con la direttiva Ue n. 1999/70, in forza della quale, ove i rapporti di lavoro si protraggano per più di trentasei mesi, il lavoratore ha diritto alla conversione del rapporto da tempo determinato a tempo indeterminato». «Non viene in considerazione il divieto posto dall’art. 36 del Dlgs n. 165/2001, in quanto la tutela meramente risarcitoria ivi prevista è riferita esclusivamente ai casi in cui la costituzione del rapporto di lavoro a tempo determinato ha avuto luogo in violazione di norme imperative, mentre nel caso oggetto della presente intimazione tale rapporto è intervenuto in forza di norme imperative della Regione, le quali sono di conseguenza esse stesse compatibili con il diritto comunitario». L’obiettivo è quello di promuovere una procedura d’infrazione davanti alla Commissione europea, segnalando l’abuso subito dai precari degli enti locali e delle Asp (circa 20 mila); chiedere al Giudice del lavoro che si rivolga alla Corte di Giustizia europea perché si esprima sulla incompatibilità tra l’ordinamento comunitario e le leggi che hanno impedito ai precari di ottenere un contratto a tempo indeterminato. Secondo la Costituzione (art. 97), nei ranghi della pubblica amministrazione si può accedere mediante pubblico concorso. Ma per la direttiva Ue 1999/70, dopo 36 mesi di lavoro a tempo determinato, si ha il diritto al tempo indeterminato. Il percorso prospettato da Russo e Stallone è complesso, ma probabilmente più veloce di quello politico”.
 Fonte: http://www.fpcislpalermotrapani.it/via-libera-alla-proroga-per-il-2015-dei-contratti-dei-lavoratori-precari/

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CGIL - STABILIZZAZIONE PRECARI. LUNEDÌ IL VERTICEA Palermo le rappresentanze della Fp Cgil, basandosi su una sentenza della Corte di Giustizia Europea, discuteranno sul tema


  • LAVORO E PRECARIATO
  • STABILIZZAZIONE PRECARI. LUNEDÌ
  •  IL VERTICE
  • A Palermo le rappresentanze della Fp Cgil,
  •  basandosi su una sentenza della Corte di
  •  Giustizia Europea, discuteranno sul tema













MESSINA | A Palermo, lunedì prossimo, forti della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, i rappresentanti della Fp Cgildiscuteranno della possibilità di applicare il dispositivo anche ai precari siciliani.

La decisione dell'organo sovranazionale stabilisce, infatti, che i precari che abbiano alle spalle almeno tre anni di servizio, vengano stabilizzati. Dalla lettura della sentenza all'auspicio della sua applicazione anche al vasto bacino di precari che interessano l'isola il passo è breve. Ed è in questo senso che si orienteranno le richieste nel corso del vertice previsto per l'inizio della prossima settimana.

"Esprimiamo soddisfazione – dichiara il sindacato – per la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea che dà ragione alla lunga battaglia portata avanti della confederazione nazionale della Cgil, con la Flc. La segretaria regionale ha già dato mandato, ai propri legali, di verificare l’applicabilità della sentenza anche ai precari della Sicilia"

 Fonte: http://www.messinaoggi.it/News/Cronaca/2014/11/28/Stabilizzazione-precari.-Luned-il-vertice-18724.html

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ANIEF - Storica sentenza sul precariato della Corte di giustizia europea: il video con le interviste




Fonte: http://www.anief.org/index.php?option=com_content&view=article&id=11008:storica-sentenza-sul-precariato-della-corte-di-giustizia-europea-il-video-con-le-interviste&catid=182:precari-stabilizzazione-scatti-31-agosto&Itemid=964

CORRELATE:

InfoCuria - Giurisprudenza della Corte di giustizia SENTENZA DELLA CORTE (Terza Sezione) 26 novembre 2014 (*)



DIRETTA La corte di giustizia europea condanna l’Italia. I dettagli della sentenza




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CISL - SCIOPERO 1 DICEMBRE 2014 ORE 10:00 DAVANTI PREFETTURA DI TRAPANI



Fonte: CISL
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CI ACCONTENTEREMO DELLA SOLITA PROROGA? VOGLIAMO DIGNITA': IN COSA CI PUO' ESSERE UTILE LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA DEL 26 NOVEMBRE 2014


GIOVEDÌ 27 NOVEMBRE 2014
Dicono che novembre sia un mese triste.
Per i precari, invece, si tratta di un Natale anticipato!
Ieri, 26 novembre 2014 è arrivata la sentenza resa nella cause riunite C-22/13, C da 61/13 a 63/13 C-418/13 (per leggere il testo integrale clicca qui) con la quale la Corte di Giustizia Europea ha scolpito l'illegittimità dell'abusivo ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato nella scuola.

Questa sentenza contiene però degli elementi che sono certamente importanti anche nel nostro caso.

Particolarmente rilevante è il punto 100 della sentenza stessa, che viene riportato di seguito:
"Orbene, come la Corte ha già dichiarato in numerose occasioni, il rinnovo di contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato al fine di soddisfare esigenze che, di fatto, hanno un carattere non già provvisorio, ma, al contrario, permanente e durevole, non è giustificato ai sensi della clausola 5, punto 1, lettera a), dell’accordo quadro. Infatti, un utilizzo siffatto dei contratti o dei rapporti di lavoro a tempo determinato è direttamente in contrasto con la premessa sulla quale si fonda tale accordo quadro, vale a dire il fatto che i contratti di lavoro a tempo indeterminato costituiscono la forma comune dei rapporti di lavoro, anche se i contratti di lavoro a tempo determinato rappresentano una caratteristica dell’impiego in alcuni settori o per determinate occupazioni e attività (sentenza Kücük, EU:C:2012:39, punti 36 e 37 nonché giurisprudenza ivi citata).".

Questa conclusione, che coincide con le considerazioni che avevamo anticipato al momento della creazione del nostro blog (verificatelo nei post più vecchi e nella diffida), ha portato la Corte di Giustizia a ritenere applicabile l'obbligo di conversione dei contratti – da tempo determinato a tempo indeterminato – anche nella P.A., ove si verifichino le violazioni del diritto comunitario di cui al richiamato punto 100.

E' dunque chiaro che questi principi trovano applicazione per il caso che ci riguarda.

BASTA PROROGHE. BASTA PRECARIATO. BASTA TIMORE.

DOBBIAMO ESSERE CONSIDERATI E CONSIDERARCI - NOI PER PRIMI - DIPENDENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SIN DALLA DATA DEL PRIMO CONTRATTO


Pubblicato da Azione Precari Sicilia a 15:47



Fonte: http://www.azioneprecari-sicilia.blogspot.it/

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giovedì 27 novembre 2014

Precariato: Convegno in Parlamento sulla sentenza della Corte europea del 26.11 organizzato da Anief

Fai clic sull'immagine per vedere una video intervista.

Precariato: Convegno in Parlamento sulla sentenza della Corte europea del 26.11 organizzato da Anief
Roma 27 novembre 2014, ore 15-18, Sala della Mercede, Palazzi Marini. Apre i lavori Marcello Pacifico, relatori il giudice P. Coppola, gli avv. Miceli, S. Galleano, De Michele, De Grandis, Zampieri, chiude il presidente emerito della Corte di Cassazione, dott. M. De Luca. A seguire conferenza stampa con i giornalisti accreditati. Partecipano onorevoli del M5S, parlamentari e rappresentanti del Governo presenti.
A distanza di quasi cinque anni (gennaio 2010) dalla denuncia che ha lanciato Marcello Pacifico - presidente Anief e oggi segretario organizzativo Confedir - dalle pagine di un quotidiano nazionale, dopo migliaia di ricorsi presentati nei tribunali del lavoro e denunce pervenute alla Commissione Europea, diverse vittorie in tribunale con risarcimenti in media di 30.000 €, mentre è ancora in corso la procedura d’infrazione 2124/2010 nei confronti dello Stato italiano - a cui è stato richiesto un parere motivato, in un Convegno organizzato dall’Anief in Parlamento si commenterà a caldo la storia di un processo che ha interessato la vita di migliaia di precari della scuola italiana e che vedrà la sua sentenza definitiva nella Curia del Corte di giustizia europea di Lussemburgo il giorno prima. I relatori sono d’eccezione: il sindacalista che ha denunciato la violazione della normativa, sei giuristi che si sono costituiti in giudizio, il giudice che ha rimesso alla CGUE le cause Mascolo, Racca, Forni e Russo C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, il presidente emerito della Corte di Cassazione. Partecipa al dibattito il mondo politico con una conferenza stampa che lascerà il testimone a proposte, risposte, nuovi interrogativi.
Scarica la locandina



Fonte: http://www.anief.org/index.php?option=com_content&view=article&id=10955:convegno-anief-la-sentenza-della-corte-di-giustizia-europea-sulla-stabilizzazione-del-precariato-scolastico-italiano&catid=300&Itemid=1019

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CUB - UNA SENTENZA STORICA!


Fonte: CUB

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Scuola, dopo la sentenza Ue sui precari in arrivo una nuova ondata di ricorsi


Scuola, dopo la sentenza Ue sui precari in arrivo una nuova ondata di ricorsi


Il già sterminato libro delle battaglie legali sui contratti precari della scuola si è arricchito del capitolo fondamentale: la sentenza della Corte di giustizia Ue che boccia i rinnovi a ripetizione degli incarichi per coprire i posti «vacanti e disponibili». «Non si può», spiegano i giudici lussemburghesi, perché l'accordo quadro del 1999 sul lavoro a tempo determinato, allegato alla direttiva 1999/70/Ce, impone agli Stati membri di rinnovare i contratti a termine solo indicando appunto «ragioni obiettive» esplicite oppure fissando in anticipo la durata massima totale dei contratti o del numero dei rinnovi.
L'accordo si applica a tutti i settori, pubblici e privati, e per essere efficace ha bisogno di sanzioni anti-abusi che siano «proporzionate, effettive e dissuasive». Niente di tutto questo è previsto nell'ordinamento italiano.
La sentenza si concentra sui posti del tutto privi di titolare, mentre permette i rinnovi quando il titolare è in congedo (per maternità, malattia, ragioni sindacali eccetera), e quindi dovrebbe riguardare circa 35mila posti. I sindacati, però, rilanciano sulla «stabilizzazione di 250mila precari» ed evocano «rimborsi per 2 miliardi di euro».
I primi effetti della sentenza saranno la ripartenza del contenzioso già in atto, perché a tradurre in decisioni le indicazioni europee dovranno essere i giudici di merito, mentre la Consulta è chiamata a decidere quali sono le regole da cancellare dal nostro ordinamento: ma, numeri alla mano, è più che probabile anche una nuova ondata di ricorsi.

27 novembre 2014
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-11-26/scuola-la-sentenza-ue-precari-arrivo-nuova-ondata-ricorsi-211122.shtml?uuid=ABcU7XIC

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CGIL: LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA APRE LA STRADA ALLA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI

FEDERAZIONE LAVORATORI FUNZIONE PUBBLICA
Via Delle Cheradi  n° 5  - 74100 Taranto - Tel. 0997352090 – 0997352201  Fax 0997352581

Comunicato stampa

Finalmente ci siamo, dopo 3 anni di battaglie e oltre 100 ricorsi patrocinati dalla nostra Organizzazione Sindacale le ragioni dei precari verranno riconosciute nei tribunali grazie al la sentenza cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13 e causa C-418/13 del 26/11/2014 della Corte di giustizia dell’Unione europea.

La Corte di giustizia dell’Unione europea con la sentenza del 26 novembre, certificando l’incompatibilità della normativa italiana in tema di contratti a termine nella P.a. con la direttiva 70/1999 dell’Unione europea, concede il via libera ai Giudici del lavoro per disapplicare tale normativa e di procedere alla conversione dei contratti a termine ritenuti illegittimi o di chi ha superato i 36 mesi di servizio presso le pubbliche amministrazioni in applicazione dell’art. 5 comma 4 bis del Dlgs 368/2001 e/o al risarcimento del danno ai sensi dell’art. 36 del Dlgs 165/2001.

La Corte di giustizia finalmente rende giustizia a quella platea di lavoratori che per molti anni sono stati relegati ad un precarizzazione del rapporto di lavoro, abusati dalla Pubblica amministrazione senza che vi sia stato alcun riconoscimento degli scatti di anzianità e di molti istituti contrattuali, come se fossero figli di un Dio minore.
Ma ora l’Europa da noi tanto invocata ci dice basta, e questa volta ci chiede di ripristinare una tutela effettiva e efficace nella prevenzione dell’abuso dei contratti a termine nella Pubblica amministrazione.
La sentenza pur vertendo sul precariato scolastico ha valenza per tutto il settore pubblico, per questo motivo chiediamo subito al Direttore Generale della ASL, settore dove abbiamo la totalità dei ricorsi pendenti, una rapida apertura di un tavolo di confronto al fine di individuare una soluzione atta a conciliare i diritti dei precari con il rischio di default della Azienda.
La Fp CGIL Taranto mette a disposizione il proprio Ufficio legale per tutti i precari della ASL e degli altri comparti intendono avviare il ricorso alla Magistratura del lavoro.

Il Segretario generale
Mino Bellanova

 Fonte: http://tpress-emma.blogspot.it/2014/11/cgil-la-sentenza-della-corte-di.html

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CONFSAL FENAL Di.C.CA.P. - SCIOPERO NAZIONALE PUBBLICO IMPIEGO 01/12/2014





Fonte: http://www.fenal.it/

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mercoledì 26 novembre 2014

InfoCuria - Giurisprudenza della Corte di giustizia SENTENZA DELLA CORTE (Terza Sezione) 26 novembre 2014 (*)


InfoCuria - Giurisprudenza della Corte di giustizia
SENTENZA DELLA CORTE (Terza Sezione)
26 novembre 2014 (*)
«Rinvio pregiudiziale – Politica sociale – Accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato – Successione di contratti di lavoro a tempo determinato – Insegnamento – Settore pubblico – Supplenze di posti vacanti e disponibili in attesa dell’espletamento di procedure concorsuali – Clausola 5, punto 1 – Misure di prevenzione del ricorso abusivo ai contratti a tempo determinato – Nozione di “ragioni obiettive” che giustificano tali contratti – Sanzioni – Divieto di trasformazione in rapporto di lavoro a tempo indeterminato – Assenza di diritto al risarcimento del danno»
Nelle cause riunite C‑22/13, da C‑61/13 a C‑63/13 e C‑418/13,
aventi ad oggetto le domande di pronuncia pregiudiziale proposte alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, da un lato, dal Tribunale di Napoli (Italia), con ordinanze del 2, 15 e 29 gennaio 2013, pervenute in cancelleria il 17 gennaio (C‑22/13) e il 7 febbraio 2013 (da C‑61/13 a C‑63/13), e, dall’altro, dalla Corte costituzionale (Italia), con ordinanza del 3 luglio 2013, pervenuta in cancelleria il 23 luglio 2013 (C‑418/13), nei procedimenti
Raffaella Mascolo (C‑22/13),
Alba Forni (C‑61/13),
Immacolata Racca (C‑62/13)
contro
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
con l’intervento di:
Federazione Gilda-Unams,
Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL),
Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL),
e
Fortuna Russo
contro
Comune di Napoli (C‑63/13),
e
Carla Napolitano,
Salvatore Perrella,
Gaetano Romano,
Donatella Cittadino,
Gemma Zangari
contro
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (C‑418/13),
LA CORTE (Terza Sezione),
composta da M. Ilešič, presidente di sezione, A. Ó Caoimh (relatore), C. Toader, E. Jarašiūnas e C.G. Fernlund, giudici,
avvocato generale: M. Szpunar
cancelliere: L. Carrasco Marco, amministratore
vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 27 marzo 2014,
viste le osservazioni presentate:
–        per R. Mascolo, da M. Ambron, P. Ambron, L. Martino, V. De Michele, S. Galleano e N. Zampieri, avvocati (C‑22/13);
–        per A. Forni, da M. Ambron, P. Ambron, L. Martino, M. Miscione, F. Visco e R. Garofalo, avvocati (C‑61/13);
–        per I. Racca, da M. Ambron, P. Ambron, L. Martino, R. Cosio, R. Ruocco e F. Chietera, avvocati (C‑62/13);
–        per F. Russo, da P. Esposito, avvocato (C‑63/13);
–        per C. Napolitano, S. Perrella e G. Romano, da D. Balbi e A. Coppola, avvocati (C‑418/13):
–        per D. Cittadino e G. Zangari, da T. de Grandis e E. Squillaci, avvocati (C‑418/13);
–        per la Federazione Gilda-Unams, da T. de Grandis, avvocato (C‑62/13);
–        per la Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC CGIL), da V. Angiolini, F. Americo e I. Barsanti Mauceri, avvocati (C‑62/13);
–        per la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), da A. Andreoni, avvocato (C‑62/13);
–        per il Comune di Napoli, da F.M. Ferrari e R. Squeglia, avvocati (C‑63/13);
–        per il governo italiano, da G. Palmieri, in qualità di agente, assistita da C. Gerardis e S. Varone, avvocati dello Stato;
–        per il governo ellenico, da D. Tsagaraki e M. Tassopoulou, in qualità di agenti (C‑418/13);
–        per il governo polacco, da B. Majczyna, in qualità di agente (C‑22/13 e da C‑61/13 a C‑63/13);
–        per la Commissione europea, da C. Cattabriga, D. Martin e J. Enegren, in qualità di agenti,
sentite le conclusioni dell’avvocato generale, presentate all’udienza del 17 luglio 2014,
ha pronunciato la seguente
Sentenza
1        Le domande di pronuncia pregiudiziale vertono sull’interpretazione delle clausole 4 e 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 (in prosieguo: l’«accordo quadro»), che figura nell’allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (GU L 175, pag. 43), dell’articolo 2, paragrafi 1 e 2, della direttiva 91/533/CEE del Consiglio, del 14 ottobre 1991, relativa all’obbligo del datore di lavoro di informare il lavoratore delle condizioni applicabili al contratto o al rapporto di lavoro (GU L 288, pag. 32), del principio di leale cooperazione previsto dall’articolo 4, paragrafo 3, TUE nonché dei principi generali del diritto dell’Unione relativi alla certezza del diritto, alla tutela del legittimo affidamento, all’uguaglianza delle armi nel processo, all’effettiva tutela giurisdizionale, al diritto a un tribunale indipendente e a un equo processo, garantiti dall’articolo 6, paragrafo 2, TUE, letto in combinato disposto con l’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 (in prosieguo: la «CEDU»), e con gli articoli 46, 47 e 52, paragrafo 3, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
2        Tali domande sono state presentate nell’ambito di controversie che vedono opposti la sig.ra Mascolo e altri otto lavoratori, tutti membri del personale di scuole pubbliche, al proprio datore di lavoro, ossia, per otto di essi, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, (in prosieguo: il «Ministero») e, per l’ultimo, il Comune di Napoli, in merito alla qualificazione dei contratti di lavoro che li legavano a tali datori di lavoro.
 Contesto normativo
 Il diritto dell’Unione
 La direttiva 1999/70
3        La direttiva 1999/70 è fondata sull’articolo 139, paragrafo 2, CE e, ai sensi del suo articolo 1, è diretta ad «attuare l’accordo quadro (…), che figura nell’allegato, concluso (…) fra le organizzazioni intercategoriali a carattere generale [Confederazione europea dei sindacati (CES), Unione delle confederazioni dell’industria e dei datori di lavoro dell’Europa (UNICE), Centro europeo delle imprese a partecipazione pubblica (CEEP)]».
4        La clausola 1 dell’accordo quadro così recita:
«L’obiettivo del presente accordo quadro è:
a)      migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione;
b)      creare un quadro normativo per la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato».
5        La clausola 2 dell’accordo quadro, intitolata «Campo d’applicazione», prevede quanto segue:
«1.      Il presente accordo si applica ai lavoratori a tempo determinato con un contratto di assunzione o un rapporto di lavoro disciplinato dalla legge, dai contratti collettivi o dalla prassi in vigore di ciascuno Stato membro.
2.      Gli Stati membri, previa consultazione delle parti sociali e/o le parti sociali stesse possono decidere che il presente accordo non si applichi ai:
a)      rapporti di formazione professionale iniziale e di apprendistato;
b)      contratti e rapporti di lavoro definiti nel quadro di un programma specifico di formazione, inserimento e riqualificazione professionale pubblico o che usufruisca di contributi pubblici».

CISL MAZARA - Convocazione assemblea del personale contrattista

DIRETTA La corte di giustizia europea condanna l’Italia. I dettagli della sentenza

La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione. La sentenza (clicca qui) e il comunicato stampa da parte della Corte di Giustizia Europea (clicca qui) 




  

E' arrivata la sentenza tanto attesa. La Corte di Giustizia di Lussemburgo ha stabilito la stabilizzazione del personale precario della scuola in Italia, che abbia svolto almeno 36 mesi di servizio. Duecentocinquantamila precari della scuola possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante. Lo stabilisce la sentenza della Corte di giustizia europea in una sentenza che arriva dopo un lunghissimo contenzioso legale. 

AGGIORNAMENTO

10.17 Il comunicato della Gilda
Subito è arrivata la reazione della Gilda degli Insegnanti. Questo il comunicato del sindacato: subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, al via in tutta Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari. E' questo il piano di azione deciso dalla Gilda degli Insegnanti dopo la sentenza con cui questa mattina la Corte di Giustizia europea ha condannato l'Italia per la violazione della Direttiva 1999/70/CE e giudicato illegittima la reiterazione, da parte della Pubblica amministrazione, dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi. Nella diffida indirizzata a Palazzo Chigi e al ministero dell'Istruzione – spiega l'avvocato Tommaso De Grandis, legale rappresentante della Gilda nella causa alla Corte europea - verrà fissato un termine breve entro cui dare esecuzione alla sentenza emessa questa mattina dai giudici di Lussemburgo, perché vogliamo sapere quando e come l’Esecutivo intenderà provvedere alla stabilizzazione dei precari della scuola. In seconda istanza, entro il mese di dicembre, - prosegue De Grandis - verranno impartite istruzioni operative a tutte le nostre sedi provinciali per intraprendere iniziative, anche giudiziarie, volte alla stabilizzazione del precariato pubblico. Le province che hanno già presentato ricorso al giudice del lavoro, dovranno allegare, a verbale di udienza, la sentenza della Corte di Lussemburgo e chiedere la disapplicazione delle norme interne che contrastino con la Direttiva comunitaria”. Siamo molto soddisfatti – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – perché la sentenza della Corte europea sancisce una vittoria per il nostro sindacato che dal 2007 ha intrapreso la strada giudiziaria con ricorsi che richiamavano le norme europee contro l'abuso dei contratti a termine nel pubblico impiego. Per questa battaglia non abbiamo chiesto un centesimo ai precari, perché il peso economico è stato sostenuto interamente dal sindacato che si è costituito parte civile nel procedimento. Adesso – conclude Di Meglio – ci auguriamo che il Governo, come ha annunciato nelle linee guida sulla Buona scuola con il piano di assunzioni dei 148mila precari inseriti nelle Gae, dia rapidamente seguito alla sentenza dei giudici europei”.

Fonte: http://www.tecnicadellascuola.it/item/7804-la-corte-di-giustizia-europea-da-il-via-libera-alla-stabilizzazione-di-148mila-precari.html

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