L'Aran cioè l'Agenzia dello Stato italiano che lo rappresenta nelle trattative negoziali con le OO. SS finalmente applica la Direttiva europea n 70 dopo quasi 20 anni. Meglio tardi che mai ma perché costretta da tutti i dipendenti precari pubblici che hanno denunciato lo Stato italiano nelle sedi europee. Pertanto secondo il principio di non discriminazione tra dipendenti precari e strutturati non c'è alcuna differenza nell'applicazione di tutti gli istituti contrattuali. Se si sottoscrivera' questo principio finalmente i dipendenti precari pubblici non saranno più costretti a fare causa per il rispetto del principio di non discriminazione. Questa è la prima vittoria di civiltà del lavoro soprattutto negli Enti Locali ed Istituzionali della Regione Siciliana.
Lo stesso Governo italiano ha annunciato nella audizione del 22 marzo al Parlamento europeo il superamento della discriminazione tra dipendenti precari e strutturati nella Pa. Questo grazie alla procedura di infrazione che pende sullo Stato italiano grazie alle tante denunce anche dei dipendenti precari siciliani. Il 22 novembre il Parlamento europeo si riunirà nell'apposita adunanza plenaria per discutere sul fenomeno del precariato pubblico siciliano.
Appare fin troppo evidente che le ultime sentenze della Corte di cassazione sul precariato pubblico siciliano segnano un cambio di rotta. Per prima cosa i dipendenti precari siciliani vengono finalmente considerati dipendenti precari pubblici e non oggetto di misure assistenziali e previdenziali ovvero di workfare. Viene riconosciuto il risarcimento del danno adesso tenendo conto della durata dell'abuso. Per quanto riguarda invece la sanzione della costituzione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro precario abusato ancora la partita è solo all'inizio con 2 remissioni davanti la Corte costituzionale 6 remissioni davanti alla Cgue 5 denunce circostanziate davanti la Cedu e tutte quelle davanti al Parlamento europeo insieme ai dipendenti precari portoghesi e spagnoli. I dipendenti precari siciliani hanno adesso solo il dovere di utilizzare tutti gli strumenti che sono a loro disposizione per risolvere definitivamente il fenomeno del precariato pubblico siciliano. Il Legislatore siciliano interviene in materia in modo concreto serio strutturale e definitivo solo se costretto. Su questo non ci sono più dubbi. Pertanto questo è il momento di staccare la spina al Legislatore regionale inconcludente.
In definitiva la soluzione legislativa dovrà essere quanto più trasparente e trasversale possibile. Tutti dovranno concorrere ad una norma seria concreta ed equilibrata che affronti e risolvi il fenomeno del precariato pubblico siciliano. Mi pare che dopo 30 anni mi sembra ora che lavoriamo per questo. Io lavoro per risolvere il problema. Non chiacchiere! In trent'anni ne abbiamo visto già abbastanza.
Dall'insediamento del nuovo Governo regionale e della nuova Assemblea bisogna essere coerenti con le proposte per affrontare seriamente il fenomeno del precariato pubblico siciliano. La scorsa legislatura abbiamo perso 5 anni dietro a un Legislatore regionale sordo ad affrontare il fenomeno nel modo corretto ed eccezionale per la durata e per gli interessi in campo.
La soluzione deve necessariamente tenere conto dei seguenti
punti fermi :
1. la durata dei contratti a termine e il superamento dei limiti massimi di 36 mesi previsti dalla Legge;
2. l'occupazione permanente ed effettiva del posto di lavoro anche di fatto come stabilito dalle recenti sentenze della Corte di cassazione;
3. l'età anagrafica del personale dipendente coinvolto considerato ai fini previdenziali e contributi per le prestazioni pensionistiche;
4. l'accertamento da parte dei dipendenti precari siciliani che i loro contributi previdenziali servono oggi per pagare la pensione ai dipendenti strutturati in quiescenza senza poter avere diritto alla propria ricostruzione previdenziale. Tutti dovranno sapere che in Sicilia il Fondo che racchiude la massa dei contributi previdenziali dei dipendenti a termine è l'unico Fondo previdenziale attivo. Per questo invito tutti i dipendenti precari siciliani a fare emergere dinanzi al Legislatore regionale dal 6 novembre questa violazione palese della clausola n 4 principio di non discriminazione tra dipendenti precari siciliani e dipendenti strutturati o di ruolo;
5. soluzione eccezionale per fenomeno eccezionale.
Tutto questo è fondamentale che lo sostengano tutti ma proprio tutti in modo trasversale per la civiltà della Sicilia.
Dott. Gaetano Aiello.
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