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Enti locali, in Sicilia stipendi ridotti per mille precari
Il commissario dello Stato ha impugnato due norme. Stop anche all'integrazione alla pensione di 500 dipendenti dell'Eas
di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Stop alla integrazione alla pensione di circa 500 dipendenti dell’Eas e stop, soprattutto, alla possibilità di finanziare le stabilizzazioni dei precari nelle fasce più alte delle amministrazioni degli enti locali. Il Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, ha bocciato due articoli di altrettanti disegni di legge che bloccano spese per decine di milioni.
Fra quelle cassate, la norma più pesante è quella destinata ai precari.
Un articolo contorto che permetteva alla Regione di finanziare le stabilizzazioni nelle fasce alte dei Comuni. Era una norma invocata dai sindacati per superare uno dei limiti della legge con cui a dicembre era stata avviata la stabilizzazione: in quel testo si prevedeva appunto un contributo per chi andava in fascia bassa ma almeno un migliaio dei 22.500 precari interessati ricopre già un incarico più elevato. Il tentativo di aggirare l’ostacolo, come prevedeva l’emendamento proposto da Lino Leanza, è naufragato. La norma avrebbe permesso ai sindaci di ottenere un contributo fino al 90% del costo di ognuna di queste stabilizzazioni in fascia alta. Ma per il prefetto Aronica, «non è stata quantificata la spesa derivante da questa norma nè è indicata la copertura finanziaria». La bocciatura ha messo in allarme i sindacati. Per Massimo Bontempo, leader del Movimento giovani lavoratori (la sigla autonoma più rappresentativa) «in questo modo si continua a negare il riconoscimento della professionalità acquisita dai precari in venti anni di contratti a termine». Il sindacato ha chiesto un incontro urgente a Lombardo perchè adesso un migliaio di precari per avere il posto fisso dovrà accettare una riduzione dello stipendio legata al cosiddetto declassamento in fascia bassa. Restano valide tutte le altre norme sul precariato, che prevedono le stabilizzazioni nelle fasce basse con contributo della Regione ai Comuni e i concorsi per assegnare i posti liberi nelle fasce più elevate. La seconda norma impugnata dal Commissario dello Stato avrebbe permesso di integrare la pensione di 590 ex dipendenti dell’Eas e 193 pensionandi. La norma valeva anche per il personale che ha lavorato in passato per l’Eas ed è stato poi trasferito ad altri enti. Anche in questo caso si tratta di un emendamento fatto approvare su proposta del finiano Alessandro Aricò. Sarebbe costato 31 milioni e 360 mila euro. E secondo il prefetto Aronica «l’Ars non ha precisato la natura dell’obbligo dell’Ente acquedotti siciliano a corrispondere un trattamento integrativo e speciale». Inoltre i 31 milioni sarebbero stati presi «da un capitolo destinato a far fronte al finanziamento della sanità nel caso in cui non si chiuda entro il 31 luglio l’accordo sui fondi Fas. Intesa che non c’è ed è quindi evidente l’indisponibilità di queste risorse».
Un articolo contorto che permetteva alla Regione di finanziare le stabilizzazioni nelle fasce alte dei Comuni. Era una norma invocata dai sindacati per superare uno dei limiti della legge con cui a dicembre era stata avviata la stabilizzazione: in quel testo si prevedeva appunto un contributo per chi andava in fascia bassa ma almeno un migliaio dei 22.500 precari interessati ricopre già un incarico più elevato. Il tentativo di aggirare l’ostacolo, come prevedeva l’emendamento proposto da Lino Leanza, è naufragato. La norma avrebbe permesso ai sindaci di ottenere un contributo fino al 90% del costo di ognuna di queste stabilizzazioni in fascia alta. Ma per il prefetto Aronica, «non è stata quantificata la spesa derivante da questa norma nè è indicata la copertura finanziaria». La bocciatura ha messo in allarme i sindacati. Per Massimo Bontempo, leader del Movimento giovani lavoratori (la sigla autonoma più rappresentativa) «in questo modo si continua a negare il riconoscimento della professionalità acquisita dai precari in venti anni di contratti a termine». Il sindacato ha chiesto un incontro urgente a Lombardo perchè adesso un migliaio di precari per avere il posto fisso dovrà accettare una riduzione dello stipendio legata al cosiddetto declassamento in fascia bassa. Restano valide tutte le altre norme sul precariato, che prevedono le stabilizzazioni nelle fasce basse con contributo della Regione ai Comuni e i concorsi per assegnare i posti liberi nelle fasce più elevate. La seconda norma impugnata dal Commissario dello Stato avrebbe permesso di integrare la pensione di 590 ex dipendenti dell’Eas e 193 pensionandi. La norma valeva anche per il personale che ha lavorato in passato per l’Eas ed è stato poi trasferito ad altri enti. Anche in questo caso si tratta di un emendamento fatto approvare su proposta del finiano Alessandro Aricò. Sarebbe costato 31 milioni e 360 mila euro. E secondo il prefetto Aronica «l’Ars non ha precisato la natura dell’obbligo dell’Ente acquedotti siciliano a corrispondere un trattamento integrativo e speciale». Inoltre i 31 milioni sarebbero stati presi «da un capitolo destinato a far fronte al finanziamento della sanità nel caso in cui non si chiuda entro il 31 luglio l’accordo sui fondi Fas. Intesa che non c’è ed è quindi evidente l’indisponibilità di queste risorse».
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