Una circolare di appena due paginette inviata a tutti i Comuni fa scattare l’operazione rinnovo dei contratti per gran parte dei 22.500 precari degli enti locali. Una decisione che la Regione ha preso stupendo perfino i sindacati di categoria che attendono adesso le prime mosse dei sindaci.
La possibilità di rinnovare i contratti è stata studiata all’assessorato al Lavoro. La dirigente Anna Rosa Corsello, fra le più esperte e ascoltate da Lombardo, ha individuato un percorso giuridico che dribbla paletti nazionali grazie alle leggi regionali (o alle parti di esse sopravvissute alla tagliola del commissario dello stato). In sintesi: si potranno rinnovare tutti i contratti che scadono prima del 31 dicembre, non si potrà far nulla per quelli che scadono dal primo gennaio del 2013.
La possibilità di rinnovare i contratti è stata studiata all’assessorato al Lavoro. La dirigente Anna Rosa Corsello, fra le più esperte e ascoltate da Lombardo, ha individuato un percorso giuridico che dribbla paletti nazionali grazie alle leggi regionali (o alle parti di esse sopravvissute alla tagliola del commissario dello stato). In sintesi: si potranno rinnovare tutti i contratti che scadono prima del 31 dicembre, non si potrà far nulla per quelli che scadono dal primo gennaio del 2013.
La Corsello scrive ai Comuni dopo aver ricevuto decine di quesiti da parte dei sindaci, allarmati dall’imminente scadenza. La prima questione risolta dalla dirigente riguarda gli stipendi dei cosiddetti Asu (Attività socialmente utili): si tratta di personale che percepisce un sussidio inferiore ai mille euro erogato dall’Inps. Il dubbio riguarda i tagli di bilancio introdotti quest’anno che potrebbero provocare l’interruzione dei pagamenti a fine mese. Ma la Corsello precisa che «altre risorse sono state già accantonate ed è stato chiesto all’Inps di proseguire a pagare anche nei mesi di novembre e dicembre».
Il filo conduttore è che sono possibili le «semplici prosecuzioni» e non le trasformazioni (cioè le stabilizzazioni) o i rinnovi. Dunque chi ha un contratto – ne esistono di durata variabile da 1 a 5 anni – che scade a fine dicembre può ottenere dal sindaco la prosecuzione per un periodo analogo. La Regione si impegna a garantire il suo contributo pari all’80% del costo di ogni contratto: come già avvenuto fino a ora attingendo al cosiddetto Fondo per l’occupazione che vale circa 300 milioni all’anno. «I contratti a tempo determinato da 24 ore settimanali possono avere una durata da uno a cinque anni e possono essere confermati alla scadenza. I contratti confermati avranno la medesima durata di quelli in scadenza» si legge nella circolare. Si tratta dei contratti stipulati in base a quattro leggi: la 85/1995, la 24/2000, la 21/2003 e la 27/2007. Se il contratto è quinquennale – si legge nel documento – la proroga può essere di altri cinque anni.
Per effetto di una legge nazionale non potranno essere rinnovati tutti i contratti, di qualsiasi durata, che scadono dal primo gennaio in poi. La Regione non ha ancora calcolato quanti sono rispetto al bacino totale dei 22.500 precari degli enti locali. La circolare precisa inoltre che i Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità non possono rinnovare i contratti. È uno dei paletti che fa temere al sindacato autonomo più rappresentativo, il Movimento giovani lavoratori guidato da Massimo Bontempo, che la circolare può non essere risolutiva: «Non vorremmo che alla fine i sindaci si fermassero di fronte agli stessi dubbi. Temiamo che le elezioni ormai vicine possano indurre a provvedimenti frettolosi e senza copertura finanziaria».
Intanto la giunta in cui dovrebbero essere ripartiti i 600 milioni sbloccato dallo Stato con una deroga al patto di stabilità dovrebbe scivolare da oggi a domani. L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, non ha ancora trovato il punto di equilibrio fra le richieste dei vari assessori, che superano il budget.
GdS
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