La puntata di Presadiretta andata in onda ieri, domenica 17 marzo 2013, apre una finestra sulla situazione occupazionale del nostro Paese. Nove mesi fa la riforma del ministro del Lavoro Elsa Fornero, voluta dal governo Monti, è diventata operativa: quali sono stati gli effetti più evidenti? I sacrifici che la Fornero aveva chiesto tra le lacrime agli italiani hanno portato al raggiungimento degli obiettivi prefissati?
Riforma Fornero: gli obiettivi iniziali
La riforma del Lavoro voluta dal ministro Fornero doveva servire, sulla carta, a rendere più flessibile il mercato rendendo più dinamici i flussi in entrata (quindi facilitando le assunzioni) e stabilizzando le posizioni lavorative a discapito dei contratti precari.
Riforma Fornero conseguenze: il bilancio nove mesi dopo
I numeri attuali però smentiscono gli intenti dichiarati. I contratti precari sono addirittura aumentati: i lavoratori atipici sono circa tre milioni. La disoccupazione giovanile sfiora il 40% (nel 2012 si fermava al 29%). Di fatto quelli che erano precari da stabilizzare, oggi sono disoccupati in cerca di lavoro.
Abolizione articolo 18: boom di licenziamenti
L’abolizione dell’art. 18 non ha significato nuove assunzioni: la disoccupazione generale al contrario è aumentato di un punto percentuale (11,7 per cento contro il 10,7 del 2012). La conseguenza più evidente di questa abrogazione è stata invece la legittimazione di licenziamenti prima impensabili. Non solo: i numerosi conteziosi giudiziari in merito alla questione dell’articolo 18 hanno contribuito a rallentare ulteriormente i tempi della giustizia in Italia. Molti i licenziamenti tra gli ultra cinquantenni (che costano di più alle aziende e per i quali non è più previsto il reintegro).
I casi emblematici: Alitalia e Almaviva
La puntata di ieri ha analizzato anche le difficoltà nell’aprire e gestire un’impresa. La tassazione impedisce agli imprenditori di aumentare la quota dei contratti a tempo indeterminato. Presadiretta si sofferma sui retroscena della vertenza di ALITALIA (che mette a rischio la stabilità della compagnia di bandiera) e del caso di ALMAVIVA CONTACT, la grande azienda di call center che sono ha licenziato per “improduttività’” circa 600 lavoratori salvo poi aprire un nuovo call center a Catanzaro, assumendo personale (circa 200 risorse) con un salario più basso.
Crisi economica Italia: le prospettive future
Purtroppo la situazione non sembra destinata a migliorare nell’immediato futuro. La Banca d’Italia ha calcolato che nei prossimi mesi si verificherà un’ulteriore flessione della domanda
Sullo stesso tema, un’indagine del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, ha messo in luce le difficoltà dei datori di lavoro nel ricorso ai nuovi contratti. Solo nel primo trimestre del 2013 le imprese dell’industria e dei servizi hanno messo in conto la rinuncia a 80.200 posizioni.
Link: http://www.investireoggi.it/attualita/presadiretta-puntata-ieri-17-marzo-2013-la-controriforma-fornero/#ixzz2NvgQy2wN
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