lunedì 29 settembre 2014

Stabilizzazione dei precari. Avvocato De Michele: "la prima volta che Stato dice, ho sbagliato. E' rivoluzione culturale"

di Vincenzo Brancatisano - “E’ un atto straordinario di lealtà nei confronti dei cittadini più deboli che nessun governo ha mai fatto. Ci provò Prodi. Poi Mastella e Bertinotti fecero cadere il governo”. L’avvocato Vincenzo De Michele, del Foro di Foggia, ottimista per il massiccio piano di immissioni in ruolo annunciato dal governo.
E' uno dei legali (assieme a Galleano, De Grandis, Andreoni, Angiolini, Cosio, Barsanti Mauceri, Zampieri, Coppola, Martino, Americo, Ambron, Chietera, Garofalo, Miceli ed altri)  protagonisti della vertenza europea davanti alla Corte di Giustizia, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dei contratti a termine nella scuola pubblica italiana. La sentenza sarà pronunciata a Lussemburgo nelle prossime settimane, ma ormai sembra chiaro negli ambienti che la medesima sarà positiva per i lavoratori, alla luce della perentoria requisitoria dell’Avvocato Generale, tutta a vantaggio dei lavoratori, e della presa di posizione della Commissione europea che ha pure aperto una procedura d’infrazione contro lo Stato italiano.
La probabile, clamorosa soccombenza dello Stato è ravvisabile nelle stesse Linee Guida sulla buona scuola redatte dal governo Renzi, nelle quali il premier ammette le precise responsabilità del datore di lavoro pubblico. Una ricognizione di debito che fa il paio con il contestuale annuncio di un piano di stabilizzazioni per oltre 148.000 docenti precari inseriti attualmente nelle graduatorie a esaurimento.  E non è un caso, aggiunge De Michele, che “il Ministro dell’istruzione il 19 luglio 2014, due giorni dopo le conclusioni dell’Avvocato generale presso la Corte di Giustizia, abbia decretato il piano di immissioni in ruolo di 32.500 docenti e personale ATA a decorrere dal 1 settembre 2014…”.
Avvocato De Michele, eppure molti precari sono pessimisti, tanti altri addirittura sono contrari alle immissioni in ruolo.
“Cosa vuole che le dica? Evidentemente i docenti precari sono disillusi. Ma a un certo punto occorre diventare grandi e lasciare alle spalle la coperta di Linus. Non è possibile pensare che a 60 anni si possa continuare a fare il precario. Però stiamo attenti, perché se le critiche verso la stabilizzazione fossero eccessive poi la Ue ci potrebbe anche ripensare. E’ successo un fatto straordinario”.
Ma tanti personaggi illustri come Capezzone, denunciano una sorta di deriva antidemocratica alludendo alle immissioni in ruolo.
“Bisogna stare attenti a chi mette delle voci in giro. Con la cultura delle voci incontrollate e con la cultura del sospetto non si va avanti. L’ha detto Capezzone? Bene, e chi è Capezzone? L’ha detto la Gelmini? E chi è? L’unico legittimato dal popolo, cioè Matteo Renzi, ha ammesso le responsabilità dello Stato. Cosa vogliamo di più?”
Molti prof sono preoccupati per i presunti ricatti del governo.
“Ma quali ricatti? Ci sono lavoratori che hanno la condizione per essere stabilizzati? E allora si proceda, altrimenti salta tutto. Io dico facciamo un passo alla volta. Il Governo ha detto: facciamo un forum. Allora si lamentino sul forum, non riesco a capire. Certo, dopo che si è esagerato nel precarizzare, la soluzione va studiata attentamente. Qualunque datore di lavoro assume 50 persone se sa dove metterle. C’è bisogno del concorso di tutti per capire e abbiamo uno Stato che ha riconosciuto di avere sbagliato, di essere stato sleale”.
Sleale?
 “Certamente. E’ stato sleale nel 2010 quando ha detto alla Commissione europea che i lavoratori del pubblico impiego che avevano maturato 36 mesi sarebbero stati stabilizzati. Inoltre, Rita Borsellino aveva prodotto ad aprile 2010 un’interrogazione scritta sulla reiterazione dei contratti a termine degli Ata e a maggio 2010 la Commissione europea ha risposto che che non era vero quello che affermava la parlamentare, visto che dalle informazioni fornite dal nostro governo alla stessa Commissione emergeva che i lavoratori sono tutelati, aggiungendo che comunque avrebbe vigilato affinché questa informativa fosse corretta. Hanno vigilato e hanno scoperto che l’informativa era falsa. Inoltre, ho accusato io lo Stato. Lo ha accusato il Tribunale di Napoli grazie al quale la vertenza è arrivata davanti alla Corte di Giustizia. Il giudice Coppola del Tribunale di Napoli  è stato addirittura minacciato di sanzioni disciplinare. Non conosco Renzi, né il suo entourage. Ho denunciato come sleale lo Stato italiano per iscritto davanti alla Commissione europea e nel contraddittorio con l’Avvocato dello Stato dello Stato”.
E ora che fa? Cambia idea?
“Esatto. Ora io prendo atto che il governo ha cambiato atteggiamento etico e considera i lavoratori a tempo determinato della scuola come lavoratori pubblici a tutti gli effetti e ridà loro dignità. Per le cause in corso è un’ammissione di colpevolezza. E’ un atteggiamento sconvongente che rivoluziona tutto. Dobbiamo capirlo tutti: lo devono capire i precari, gli avvocati e i giudici. Stanno venendo meno tutti i pregiudizi. Avere una controparte che non è il nemico da battere ma un soggetto con cui collaborare per trovare una soluzione è un fatto davvero eccezionale.  Per la verità già con il Governo Letta la circolare D’Elia del novembre 2013, nel commentare la stabilizzazione preannunciata dai due d.l. nn.101 e 103/2013, aveva riconosciuto che lo Stato aveva leso il diritto al lavoro di tantissimi dipendenti pubblici precarizzandone i rapporti e violando l’art. 4 della Costituzione. Ma è la prima volta che i precari non solo non vengono definiti come brutti, sporchi e cattivi, ma cittadini e lavoratori pubblici da tutelare effettivamente e non sulla carta: e  non lo capiamo?”
Non lo capiscono solo i precari.
“Vero. Io sono stato in tribunale e i cinque giudici che ho incontrato, che prima mi salutavano cordialmente, adesso che mi hanno individuato come possibile concausa di questa rivoluzione mi hanno guardato quasi con sdegno. Anche moltissimi colleghi sono scettici, perplessi. Ma sta cambiando tutto. Cambia l’approccio di noi legali: occorre spingere fino all’ultimo livello per ottenere il massimo. La maggior parte dei colleghi, nei vari processi in corso, hanno chiesto solo il risarcimento e non la stabilizzazione. Ma parlare di stabilità del posto di lavoro significa parlare anche di stabilità di regole. Il fatto è che si è finalmente rotto un meccanismo nel quale tutti si erano ben collocati.”.
Anche i precari?
“Si, penso anche agli ammortizzatori sociali. Si ritiene di poter continuare a fare i precari a vita e non ci si accorge che si diventa grandi. Ma con la stabilità c’è la possibilità di fare scelte di vita e investimenti. La stessa economia ne risentirà positivamente. Peraltro, abbiamo dimostrato alla Corte di Giustizia, fornendole il conteggio, che stabilizzando si risparmiano 500 milioni l’anno con i dati della Ragioneria dello Stato. Inoltre, verrebbe meno il sussidio Aspi che viene pagato attraverso i fondi dei lavoratori privati quindi viene disinnescata anche una guerra interna ai lavoratori. Ripeto: capisco la coperta di Linus ma a un certo punto occorre diventare adulti. Non è possibile che a 60 anni si rimanga precari”.
Molti pensano che quello di Renzi sia solo un annuncio
“No, non lo è. Uno Stato deviato è stato costretto a correggersi. Sembrava che prevalesse lo Stato delinquente ma pare che prevarrà lo Stato di diritto. Questo governo ha dimostrato di non voler nascondere i problemi.  La sentenza sconvolgerà molti assetti. Abbiamo ribadito che ci sono due Stati. Uno che vuole collaborare lealmente con l’Europa, formato da tanti cittadini e avvocati e qualche magistrato e la stessa Corte Costituzionale. E poi uno Stato che non vuole collaborare con l’Europa, assolutamente sleale innanzitutto nei confronti dei suoi cittadini e lavoratori più deboli, i lavoratori precari e che arriva al punto di non versare i contributi ai lavoratori. Infatti abbiamo esibito gli estratti contributivi dei docenti precari da cui non risultano versati  i contributi all’Inps”.
I precari temono la contropartita annunciata dallo staff di Renzi
“E che ci spaventiamo? Vogliamo il posto fisso sotto casa? Non importa che il posto arrivi dopo 40 anni? L’importante è che si stia sotto casa? E’ follia. Da questo provvedimento nasce una rivoluzione culturale in Italia. E’ la prima volta che un governo dice: ho sbagliato e non voglio sbagliare più. Si dice: ce lo chiede l’Europa. No, questa è un’iniziativa italiana, non europea. L’abbiamo voluta noi avvocati, alcuni sindacati, i precari stessi. Se continuiamo a lamentarci su questa cosa perderemo il treno. Ma stiamo scherzando?  Conosco miei colleghi, di quando molti anni orsono insegnavo, che sono ancora precari a scuola. E’ possibile una cosa del genere? E’ folle. Il governo dice ora: siamo stati folli ma non vogliamo più commettere errori e i precari cosa vogliono? Rimanere folli?”
Sono state espresse perplessità circa la copertura finanziaria dell’operazione.
“Abbiamo dimostrato con i dati della Ragioneria e della Corte dei Conti e che non c’è un aggravio, ma addirittura un risparmio di 500 milioni l’anno. Il personale precario chiamato attualmente a coprire i posti costa di più. I giudici della Corte di Giustizia ci hanno ringraziati, erano impressionati. Peraltro, non era mai successo che la Corte non facesse neppure una domanda nonostante il Presidente del Collegio e altri Giudici parlassero italiano”.
E ora? Cosa devono fare i precari che hanno un processo in corso e quelli che non lo hanno mai iniziato?
“Dal punto di vista operativo lo Stato italiano deve ottemperare alla sentenza per tutti. Probabilmente la Corte dirà di più. Ma credo  sia ragionevole attendere le conclusioni della Corte. La situazione è straordinariamente nuova. Perché c’è già un’ammissione di colpa da parte dello Stato. Quando la sentenza sarà emessa, gli avvocati riassumeranno il processo davanti al Tribunale di Napoli e davanti alla Corte Costituzionale e le sentenze del giudice di merito e del giudice delle leggi dovranno far testo in tutta Italia. Chi ha un processo in corso potrà far decidere rapidamente il giudizio. Il giudice dovrà adeguarsi. C’è una fattispecie di responsabilità civile a carico del giudice che non si adeguasse al diritto comunitario. Ognuno deve fare il proprio lavoro. Non avremo vita facile. Ma avremo un’arma di distruzione di massa di un sistema senza tutele e senza regole”. 
E chi non ha fatto causa?
“Chi non ha fatto ricorso è bene che si muova per farlo immediatamente, almeno subito dopo la sentenza. Oppure attenda il piano di immissioni”.
Chiedendo che cosa?
“Chiedendo la disapplicazione delle norme che impediscono la mancata trasformazione del contratto, i gradoni, e il risarcimento dei danni sotto forma dei periodi di mancata retribuzione”.
Chi non la fa?
“Rischia di farsi sopravanzare da chi ha fatto ricorso indipendentemente dalla posizione in graduatoria”.
Qual è il rischio che la causa si perda?
“Il rischio è zero, a meno che non si voglia far correre allo Stato il rischio di un’azione di risarcimento dei danni per violazione della normativa comunitaria da parte di un organo giurisdizionale, che porterebbe allo stesso risultato pratico negato nella competente sede giudiziaria con un aggravio di costi pubblici e di responsabilità personale indiretta di chi si ostinerebbe a negare diritti ormai accertati nella sedi superiori competenti e addirittura riconosciuti dal Governo”.
Quando uscirà la sentenza?
“In ottobre - novembre”.
La sentenza attesa riguarderà anche gli altri comparti pubblici?
“Certo. Sono interessati altri 200 mila precari della pubblica amministrazione.
 Ma lo sanno?
“Cominciano ad apprenderlo. Mi hanno chiamato i precari pubblici della sanità, di Vulcanologia, gli impiegati comunali, i lavoratori degli asili comunali e altri”.
Qual è stato il ruolo dei sindacati in questa avventura epica presso la Corte di Giustizia?
“Eravamo costituiti davanti al tribunale di Napoli e abbiamo chiesto ad alcune sigle sindacali di intervenire e di sostenere i precari anche davanti alla Corte di Giustizia. La Cgil, la Flc Cgil e la Gilda Unams hanno accettato di intervenire e quindi di sostenerli e l’operazione è riuscita perfettamente. Mentre la Cassazione nel giugno 2012 aveva affermato in una sentenza contraria ai docenti che la normativa comunitaria non era stata violata, Cgil e Gilda Unams, avvalendosi dei loro poteri interpretativi, hanno sostenuto la tesi che la Corte di Cassazione sbagliava e che il contratto nazionale di comparto imponeva di applicare la normativa interna del decreto legislativo n .368 del 2001.
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Costituirsi ad adiuvandum in favore dei lavoratori precari contro la Cassazione in un procedimento giudiziario e quindi diventare parte attiva davanti alla Corte di giustizia dopo il rinvio pregiudiziale del Tribunale di Napoli è stato dirompente e vincente. Peraltro, la Commissione europea ha ritenuto violata la direttiva europea con la procedura di infrazione n. 2010-2124 con atto di diffida allo Stato italiano segnalato dallo stesso Parlamento proprio a giugno 2012 e la Cassazione lo sapeva. Infatti io dissi che quella sentenza sbagliata sarebbe durata lo spazio di un’estate. La Cassazione, dopo le critiche, affidò al Centro studi il compito di capire se c’erano stati degli errori e di relazione sulla questione del precariato scolastico. Nella relazione il Massimario della Cassazione il 24 ottobre 2012 ha scritto che la Cassazione quattro mesi prima aveva sbagliato e che non era in linea con la Direttiva europea”.
Che fine ha fatto questa  relazione tanto importante?
“Questa relazione fu data agli esperti ma poi fu segretata dalla Cassazione. Sia l’Anief sia la Gilda sia la Flc fecero accesso agli atti per avere la relazione. Non l’hanno mai avuta, ma, come tutti i segreti di Pulcinella, la relazione è stata da me trasmessa, avendone avuto legittima conoscenza, a tutti i soggetti istituzionali che dovevano prendere le decisioni, al Tribunale di Napoli, alla Corte costituzionale, alla Corte di giustizia, alla Commissione europea. Ed è stata fondamentale per vincere questa battaglia.”.
E gli altri sindacati?
“Non hanno voluto partecipare. Oppure ci sono state incomprensioni. Preciso che l’Anief,  non essendo firmataria del contratto collettivo, non era legittimata a intervenire. Ma il suo ruolo è stato ovviamente determinante, soprattutto in Corte costituzionale, aiutandoci a convincere la Consulta al primo rinvio pregiudiziale e a spingere così la Corte di giustizia a risolvere una volta per tutte il problema del precariato scolastico. E’ stato un momento in cui molte forze positive, avvocati, giudici, sindacati, alla fine anche lo Stato, si sono unite in difesa dei diritti fondamentali di centinaia di migliaia di persone, dando prova dell’unità possibile del sistema Italia in momenti critici. Speriamo che questo patrimonio positivo non venga disperso.”
fonte:http://www.orizzontescuola.it/news/stabilizzazione-dei-precari-avvocato-de-michele-prima-volta-che-stato-dice-ho-sbagliato-e-rivol



Pubblicato:S.re Piccione








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CGIL - CISL - UIL - Comunicazione Unitaria su manifestazione nazionale 8 nov. 2014



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giovedì 25 settembre 2014

Dimissione dal sindacato UIL





Al Segretario Generale Uil Trapani
Eugenio Tumbarello
Al Segretario Provinciale FPL
Giorgio Macaddino
 e p. c.     Al Segretario Generale UIL Palermo
Claudio Barone








Oggetto : Dimissione dal sindacato UIL

Io sottoscritto Daidone Salvatore  nella qualità di componente della segreteria provinciale UIL f.p.l.n,
comunica
agli indirizzi su citati di presentare le proprie dimissioni dal Sindacato UIL , per motivi personali dovuti alla non condivisione del lavoro di questa segreteria sindacale.
Con l’occasione si porge distinti saluti.

                                                                                  f.to Salvatore Daidone  


pubblicato: S.re Piccione


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mercoledì 24 settembre 2014

GIORNALE DI SICILIA - PRECARI, DALL'EUROPA SPIRAGLI PER L'ASSUNZIONE


Fonte: GDS

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mercoledì 17 settembre 2014

PRECARI DELLA REGIONE, IN COMMISSIONE LAVORO LE PROPOSTE DI LEGGE DI VENTURINO (PSI) “PER PORRE FINE AL CALVARIO ISTITUZIONALE DI STATO”

  PRECARI DELLA REGIONE, IN COMMISSIONE LAVORO LE PROPOSTE DI LEGGE DI VENTURINO (PSI) “PER PORRE FINE AL CALVARIO ISTITUZIONALE DI STATO”
Un Albo rivolto ai circa 24mila precari che da oltre 25 anni lavorano nella pubblica amministrazione e che contempla meccanismi di stabilizzazione negli enti. Nel caso in cui i posti previsti in organico siano già completi, la creazione di un ruolo sopranumerario che permetta ai precari di proseguire il loro rapporto di lavoro con gli enti, con la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, valorizzando l’esperienza professionale acquisita.

E’ la proposta di legge del vicepresidente vicario dell’Assemblea regionale siciliana Antonio Venturino che la prossima settimana verrà discussa in Commissione Lavoro. Due disegni di legge che affrontano definitivamente la soluzione del bacino dei precari della pubblica amministrazione e quelli utilizzati in Attività socialmente utili, i cui contratti scadranno nel dicembre 2014 e 2016, senza alcuna ulteriore possibilità di proroga.

“Occorre che l’Assemblea regionale, il Governo con il coinvolgimento dello Stato e i sindacati – afferma Antonio Venturino - mettano fine una volta per tutte a questo calvario istituzionale di Stato anche per un senso di civiltà. Ormai da anni assistiamo alla persistente violazione del buon senso istituzionale dello Stato, incapace di trovare una soluzione definitiva, che ha proseguito ad alimentare la precarietà spacciandola per flessibilità”.

Da troppo tempo questi lavoratori hanno abbondantemente superato il limite massimo dei 36 mesi previsto dalla normativa italiana, in applicazione delle leggi comunitarie. Secondo la proposta di Venturino, sia il ruolo unico ad esaurimento che il ruolo sovrannumerario non comporteranno aggravi di spese in quanto la stabilizzazione del rapporto di lavoro precario avverrà senza costi aggiuntivi per la Regione siciliana. Inoltre, le leggi regionali e statali previste per i precari vengono estese anche ai lavoratori socialmente utili (Attività socialmente utili).

“Bisogna riconoscere che i precari dopo tanti anni di servizio negli enti hanno occupato ruoli chiave nella macchina amministrativa e vengono utilizzati come manodopera a basso costo – sottolinea Venturino -. Gli enti non li hanno mai voluti stabilizzare appigliandosi a cavilli di comodo, voluti anche dalla caotica normativa regionale in contrasto con le norme europee sul lavoro a tempo determinato. Evitiamo la demagogia e non continuiamo a mettere la polvere sotto il tappeto, con le solite e reiterate proroghe – spiega il vicepresidente Venturino - ricordandoci che i lavoratori sono vittime di un sistema politico che li ha usati e che vorrebbe continuare ad usarli. Con questi disegni di legge che portano la mia firma – conclude Venturino - Governo e Assemblea regionale hanno l’opportunità di voltare pagina una volta per tutte affrontando seriamente il problema e trovando una soluzione vera, senza fare macelleria sociale”.

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martedì 16 settembre 2014

Mazara. Attività ritorsiva da parte del Comune nei confronti degli RLS dell’Ente

 Mazara - Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota del Diccap a firma del sindacalista Donato Giglio: 

Al Sig. Sindaco; Al Sig. Segretario Comunale; Ai sig. Dirigenti Comunali; Comune di Mazara del Vallo; Servizio per la Tutela della salute sul posto di lavoro; Asp trapani; Procura della Repubblica di Trapani; Procura della Repubblica di Marsala.

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Oggetto: Attività ritorsiva da parte del Comune di Mazara del Vallo nei confronti degli RLS dell’Ente.

Abbiamo notizia, che a seguito dell’attività svolta dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sig. ri Reina Vito e Bucca Mario, esecutori operativi specializzati, che hanno evidenziato una serie di anomalie in ordine alla sicurezza per la tutela della salute sul posto di lavoro , codesta amministrazione quale pronta risposta abbia posto in essere attività ritorsive; in vero i soggetti di cui sopra sono come già detto esecutori operativi specializzati in tale veste sono da sempre utilizzati presso il comando di polizia municipale quali operatori per la viabilità e a postazione fissa , elevano contravvenzione, ed espletano tutti i compiti tipici di un vigile urbano posto in viabilità, per altro gli stessi, in passato hanno pure eseguito arresti regolarmente convalidati dal magistrato e per i quali hanno pure ricevuto encomi!

All’indomani di un controllo in ordine alla sicurezza per la tutela della salute sul posto di lavoro effettuata dai signori in questione nella qualità di RLS i due soggetti e con loro altri cinque nelle stesse condizioni, sono stati invitati a non indossare più la divisa che il comune di Mazara del Vallo già dal 2006 ha fornito e che fino a ieri pretendeva che venisse indossata. Non più lontano di due mesi fa per altro il comune ha fornito le nuove divise estive anche a loro.
Oggi agli stessi è stato fornito una pettorina e un cappellino con la scritta ausiliari del traffico orbene non vi è chi non veda la valenza ritorsiva dell’azione posta in essere. E il messaggio subliminale che vuole essere trasmesso a tutti i dipendenti appare chiaro e fuori da ogni equivoco
Si invita pertanto l’amministrazione a revocare immediatamente tale posizione per altro non suffragata da atti ufficiali.
Per altro si chiede ai signori in parola di svolgere un compito non ricompreso nel proprio profilo professionale con una vera attività di demansionamento legato esclusivamente alle attività poste in essere quali rls
Le autorità in indirizzo anche a tutela dei compiti degli rls e per quanto previsto dallo stesso dlgs 81/2008 vorranno immediatamente intervenire acquisendo anche le dichiarazione degli rls, poichè come per legge gli stessi sono anche Rsu a cui si applicano le tutele della legge N°300 del 20/05 /1970 questa oo.ss. a cui risultano iscritti il Reina ed il Bucca trascorsi 5 giorni senza azioni correttive azionerà un ricorso ex art 28 per attività antisindacale contro il comune di Mazara del Vallo.

Salvezze e azioni di legge illimitate
Il co-coordinatore Regionale
(Donato Giglio)

Fonte: http://mazaranews.blogspot.it/2014/09/mazara-attivita-ritorsiva-da-parte-del.html?utm_source=bp_recent&utm-medium=gadget&utm_campaign=bp_recent

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Le responsabilità della Regione Siciliana in materia di contratti a tempo determinato stipulati dagli Enti Locali ed istituzionali con i lavoratori appartenenti al regime transitorio dei lavori socialmente utili.

In Sicilia, il ricorso a forme flessibili di assunzione negli Enti Locali ed Istituzionali, per tantissimi anni è stato possibile con l’attivazione dei contratti a tempo determinato, stipulati con soggetti appartenenti al regime transitorio dei lavoratori socialmente utili, ai sensi e per gli effetti della Legislazione regionale vigente in materia ( vedi Legge Regionale 23 gennaio 1998 n. 3 e Legge Regionale 26 novembre 2000 n. 24).
Queste forme flessibili di rapporti di lavoro a tempo determinato, alle quali hanno fatto ricorso parecchi Enti Locali ed Istituzionali e la stessa Regione Siciliana, hanno consentito a questi Enti Pubblici di avere personale pubblico qualificato e a basso costo, per colmare i vuoti delle proprie dotazioni organiche in maniera permanente ed effettiva. Gli stessi Enti, per lungo tempo hanno continuato a garantire ed ancora oggi garantiscono l’efficienza di importanti servizi collettivi, in violazione dell’articolo 36, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n. 165, il quale dispone il ricorso a forme flessibili di assunzione nel pubblico impiego “ per rispondere ad esigenze temporanee ed eccezionali”.
Infatti, i contratti stipulati dagli Enti non possono essere definiti temporanei ed eccezionali, ma rispondenti ad esigenze di natura istituzionali e permanenti nel tempo. La Legislazione regionale che disciplina la natura giuridica dei contratti a termine con i soggetti appartenenti al regime transitorio dei lavori socialmente utili, è in palese contrasto con la Direttiva n. 70/1999/CE del 28 giugno 1999, il Decreto Legislativo 6 settembre 2001 n. 368 che recepisce nell’Ordinamento italiano la Direttiva UE, l’articolo 36, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n. 165 e la stessa Costituzione.
La Regione Siciliana, per eludere la legislazione comunitaria vigente negli Stati membri dell’Unione Europea e la stessa normativa statale in materia di contratti a tempo determinato, di cui al Decreto Legislativo 6 settembre 2001 n. 368 e dell’articolo 36 del Decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, ha approvato nel 2004, l’articolo 77, comma 2, della Legge Regionale 28 dicembre 2004 n. 17. Il disposto dell’articolo 77, comma 2, della suddetta Legge Regionale, così dispone:
2. Le disposizioni di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, non si intendono applicabili ai contratti a termine volti alla stabilizzazione dei soggetti destinatari del regime transitorio dei lavori socialmente utili ”.
Occorre, innanzitutto, evidenziare come una siffatta inapplicabilità determinerebbe una gravissima disparità di trattamento tra i lavoratori del pubblico impiego (ovviamente in danno solo ai pubblici dipendenti precari siciliani in servizio negli Enti Locali ed Istituzionali della Regione Siciliana), giungendo a qualificare come misure di workfare contratti a tempo determinato, in assenza dei quali gli Enti Pubblici non sarebbero in grado di assolvere alle funzioni fondamentali attribuitegli dalla Legge.
Inoltre, l’articolo 77, comma 2, della Legge Regionale 28 dicembre 2004 n. 17, si pone in palese contrasto con il diritto dell’Unione Europea ed in particolare con la Direttiva n. 70/1999/CE del 28 giugno 1999, in materia di lavoro a tempo determinato, così come interpretata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, in quanto fonte di diritto vincolante per l’Ordinamento italiano.
Pertanto, secondo la legislazione comunitaria in vigore, l’articolo 77, comma 2 della suddetta Legge Regionale, al pari di tutta la normativa nazionale e regionale contrastante il diritto europeo sarebbe dovuta essere disapplicata da tutti gli Enti Locali ed Istituzionali della Regione.
E’ appena il caso di ricordare, su questa fattispecie specifica della Regione Siciliana, come i problemi di compatibilità con il diritto dell’Unione Europea, già evidenziati con riguardo all’articolo 36 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n. 165, si ripresentano con maggiore forza, con riferimento alla normativa regionale vigente.
L’articolo 77, comma 2, della Legge siciliana, non solo impedisce la conversione del rapporto di lavoro a termine in rapporto a tempo indeterminato, disattendendo le richieste comunitarie di una “misura effettiva”, che contrasti gli abusi del datore di lavoro pubblico, ma finisce con l’avallare una disciplina speciale ingiustificatamente penalizzante per i rapporti a tempo determinato, che scaturiscono dai contratti di lavoro sottoscritti da soggetti appartenenti al regime transitorio dei lavori socialmente utili nel territorio regionale.
Tale Legislazione regionale, letta in maniera imparziale e senza interpretazioni di comodo finora fornite dai tecnici della Regione e dai Dirigenti e Funzionari degli Enti, tradisce senza ombra di dubbio lo spirito della Direttiva comunitaria, in modo particolare il rispetto del principio di non discriminazione. Basti in proposito pensare che, applicando la normativa siciliana, il dipendente pubblico precario subisce una inaudita discriminazione, in quanto non godrebbe nemmeno di tutte le altre garanzie previste dal Decreto Legislativo 6 settembre 2001 n. 368 ( limiti di apposizione del termine ai contratti proroghe e rinnovi e/o sanzioni in caso di abuso derivante dalla reiterazione dei contratti oltre il limite legale di 36 mesi).
Non vi è quindi ragione di dubitare che il rapporto di lavoro che deriva dai contratti di lavoro sottoscritti dagli ex LSU, abbia natura identica, dal punto di vista sostanziale, ad un qualunque rapporto, che scaturisce da un contratto di lavoro a tempo determinato. In altri termini, le esigenze di tutela del lavoratore a tempo determinato, contrattualizzato ai sensi della legislazione siciliana, in servizio negli Enti Locali ed Istituzionali della Regione, sono disciplinate alla stessa maniera del territorio nazionale, in virtù della normativa europea vigente, quale che sia stata l’origine del rapporto contrattuale.
A tal fine, l’anomalia che oggi viene fuori, dall’esame rigoroso dell’articolo 30 della Legge Regionale 28 gennaio 2014 n. 5 (che il Commissario dello Stato stranamente ha lasciato passare e con questo ovviamente non togliendo l’incostituzionalità della norma stessa), risiede nella constatazione che i soggetti utilizzati negli anni trascorsi, in attività socialmente utili ASU, assunti a tempo determinato dalle Pubbliche Amministrazioni siciliane a partire dall’anno 2000 in poi ( quale misura di fuoriuscita dal bacino del precariato), sono stati cancellati dal bacino dei lavori socialmente utili (LSU), a seguito della stipula di un contratto di lavoro subordinato a termine della durata comunque superiore a 12 mesi ( vedi articoli 7 e 8 del Decreto Legislativo 28 febbraio 2000 n. 81) e perciò sono decaduti da ogni beneficio di Legge.
Pertanto, questi soggetti, a seguito della stipula di un contratto individuale di lavoro subordinato a tempo determinato, reiterato nel tempo per tanti anni, hanno acquisito esperienza e professionalità nell’ambito dell’espletamento delle proprie mansioni, in virtù di quanto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali di lavoro del Comparto di riferimento, a loro applicati.
Esperienza e professionalità che l’elenco previsto dal comma 1 dell’articolo 30, mortifica e sacrifica, in evidente contrasto con i principi costituzionali di cui agli articoli 1 e 4 della Costituzione Repubblicana e del principio di non discriminazione previsto dalla legislazione comunitaria vigente in materia di lavoro a tempo determinato.
 La stipula dei contratti a tempo determinato, relativa ai soggetti appartenenti all’articolo 12, comma 6, della Legge Regionale 21 dicembre 1995 n. 85, come modificato dall’articolo 4 e segg. della Legge Regionale 14 aprile 2006 n. 16 e dei contratti di cui all’articolo 25, comma 1, lett. b) della Legge Regionale 29 dicembre 2003 n. 21, consente la perdita effettiva dello status di lavoratore socialmente utile, nell’accezione di cui al Decreto Legislativo 28 febbraio 2000 n. 81, in materia di cancellazione e decadenza dal bacino LSU.
La dimostrazione di quanto sopra  affermato deriva dalla forma di utilizzazione dei lavoratori ormai diventati precari (ovviamente, in quanto il loro rapporto di lavoro è a tempo determinato) sostanzialmente coincidente con un’assunzione a tempo determinato mediante l’instaurazione di un rapporto di lavoro di subordinazione. 

Il lavoratore ex ASU, titolare di contratto di diritto privato a tempo determinato, disciplinato dalla Legislazione regionale, soggiace alla disciplina della contrattazione collettiva nazionale in materia di rapporti di lavoro a tempo determinato. Non tenere conto di questa evidente realtà contrattuale, costituisce una lesione costituzionale di un diritto al lavoro del lavoratore di cui agli articoli 1 e 4 della Costituzione Repubblicana e di tutti i principi di diritto della legislazione europea vigente in materia di lavoro a tempo determinato.

Paradossalmente, il comma 1, dell’articolo 30, della Legge Regionale 28 gennaio 2014 n. 5, appare lesivo delle stesse Pubbliche Amministrazioni, che hanno attivato i contratti a tempo determinato, in applicazione di una legislazione regionale palesemente in contrasto con i principi di diritto del lavoro di ispirazione europea..
Infatti, la Regione Siciliana, in materia di contratti a tempo determinato nel pubblico impiego, è stata costretta con l’articolo 3, comma 1, della Legge Regionale 22 gennaio 2013 n. 4, a recepire le disposizioni statali di cui all’articolo 1, comma 400, della Legge 24 dicembre 2012 n. 228, in materia di proroghe e rinnovi di contratti a termine nella Pubblica Amministrazione.

Per concludere questo intervento bisogna altresì rilevare che la Regione Siciliana, attraverso la propria legislazione regionale incostituzionale in materia di precariato pubblico ha arrecato gravi danni all’intera platea dei lavoratori precari. Tali responsabilità derivano dalla semplice constatazione che la Regione da troppo tempo ha legiferato in contrasto con la Direttiva europea sul lavoro a tempo determinato, con le norme statali di recepimento e la stessa Costituzione.
Occorrono azioni di massa a tutela dei propri diritti di dipendenti pubblici precari, dopo troppi anni di abusi da parte di TUTTI gli Enti Locali ed Istituzionali che li hanno utilizzati per coprire a basso costo dei posti di lavoro permanenti e per rompere con una classe dirigente, che dopo avere creato il mostro del precariato siciliano, se ne vuole lavare le mani senza perciò pagare i danni.
I tempi appaiono oramai maturi, perché sia i precari che le Istituzioni a tutti i livelli, si assumano ognuno le proprie responsabilità. Insistere sulla possibilità di soluzioni con ogni mezzo legittimo, che l’Ordinamento mette a disposizione dei dipendenti precari, è ormai diventato una battaglia di civiltà.


Dott. Gaetano Aiello

2. Dott. Gaetano Aiello - News precarie - Solo le azioni legittime di difesa dei diritti e non passive di attesa precaria, in Sicilia, faranno la differenza.





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sabato 13 settembre 2014

CRONACA E NOTIZIE > LA FP CGIL CHIEDE UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE PER I LAVORATORI DELL`ATO BELICE AMBIENTE

(13 Settembre 2014) Un tavolo di concertazione per i lavoratori dell`Ato Belice Ambiente Spa. E` quanto chiede la Funzione pubblica Cgil di Trapani in vista del passaggio, previsto entro il 30 settembre, dell`Ato alla Srr “Trapani provincia sud”, così come previsto dalla normativa regionale.
Con una lettera inviata, tra gli altri, al liquidatore e al commissario straordinario della Belice Ambiente e al presidente della Srr “Trapani provincia sud”, il segretario provinciale della Fp Cgil Vincenzo Milazzo ha sollecitato un incontro urgente per discutere i criteri che saranno adottati per la costituzione della nuova pianta organica del personale e del contratto collettivo nazionale che sarà applicato.
Preoccupazione per le modalità con cui avverrà il transito dei lavoratori dall`Ato alla Srr è stata espressa dal segretario Milazzo che ha chiesto, anzitutto, la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
“La gestione per il passaggio dei lavoratori dalla società d`ambito alla nuova società consortile – ha detto Milazzo – sta avvenendo senza il confronto con le organizzazioni sindacali. Riteniamo, invece, che sia indispensabile l`istituzione di un tavolo di concertazione per affrontare tutte le questioni che riguardano il nuovo sistema organizzativo e gestionale e, in particolar modo, le esigenze dei dipendenti a cui saranno assegnate sedi di lavoro diverse da quelle attuali”.
L’ufficio stampa
Maria Emanuela Ingoglia


) Fonte: (INSERISCI QUI EVENTUALE FONTE) Condividi questa notizia per diffonderla ai tuoi colleghi precari! Se vuoi seguire questa ed altre notizie simili metti "MI PIACE" nella pagina Facebook di Basta Precari. Puoi condividere e diffondere a più visitatori la notizia utilizzando "condividi" ai social network di BastaPrecari su: Facebook, Twitter, Google+ e Youtube. Per inserire un commento a questa notizia fai clic qui sotto su "Inserisci un commento". Per comunicati, notizie o per diventare autore del blog scrivere a: bastaprecaricomune@gmail.com.

venerdì 12 settembre 2014

Stabilizzazioni nella scuola... e la sanità?

TARANTIAMO. NEWS

Stabilizzazioni nella scuola... e la sanità?


Il C.d.M. ha dato poco fa il via libera all'assunzione di oltre 15 mila docenti e 4 mila Ata nella scuola.
Questa "stabilizzazione" è stata venduta come una manovra di miglioramento della scuola pubblica dal governo Renzi, ma la verità è un' altra..la verità è nascosta nelle dichiarazioni criptiche del Ministro Giannini sulla prossima sentenza della Corte di giustizia e sul punto 1.6 ( Un segnale forte per l’Europa. Se anche la Corte di giustizia europea si interessa dei docenti italiani) del libro bianco  pubblicato dal Governo qualche giorno fa.
Siamo arrivati a poche settimane dalla clamorosa sentenza della Corte di giustizia, ma non solo...dopo la sentenza della Corte di giustizia la Commissione europea riattiverà la procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano per abuso dei contratti a termine e assenza di misure antiabusive, con erogazioni di sanzioni  fino a 8 milioni di euro per l'Italia. 
Ecco la corsa contro il tempo all'assunzione dei docenti della scuola.
E per la sanità? per i precari di Enti locali e Ministeri? anche questi sono coinvolti dalla sentenza della Corte di giustizia attesa per l'autunno.
Per i precari della sanità si bandiscono concorsi, ma non sarebbe meglio sanare il contenzioso pendente? Non sarebbe meglio trovare una via conciliativa?

Dott. Pierpaolo VOLPE

 Fonte:http://tpress-emma.blogspot.it/

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giovedì 11 settembre 2014

Un altro anno di blocco dei contratti? Inaccettabile. Per Cgil Cisl e Uil è mobilitazione

L’ipotesi annunciata dal ministro della Pa Marianna Madia e ribadita dal presidente del Consiglio Matteo Renzi di prorogare per tutto il 2015 il blocco della contrattazione, è una conferma della grave mancanza di coraggio di un governo che, a dispetto delle intenzioni annunciate, prosegue nel solco della peggiore politica degli ultimi decenni. Ancora una volta infatti, dietro alla scusa della carenza di risorse, si cerca di nascondere l’incapacità di riqualificare una spesa pubblica in continua crescita e si tenta di presentare come “necessaria” una misura inaccettabile.

Alla delusione sollevata dai provvedimenti di riforma della Pa, si aggiunge ora l’ipotesi di una nuova vessazione a carico di lavoratori che hanno già pagato al risanamento un prezzo intollerabile per la dignità del lavoro e per i bilanci familiari: in cinque anni quasi 5.000 euro di mancati rinnovi, con una perdita secca del potere d’acquisto che sfiora le due cifre. La verità è che la “rivoluzione” annunciata da questo governo non è altro che una forma mascherata di continuismo: nell’assenza di interventi efficaci su sprechi e spesa improduttiva, nel mantenimento delle troppe posizioni di privilegio, nella debolezza rispetto alle lobby della spesa e delle poltrone, nel continuo rinvio di una vera politica di revisione della spesa e nella totale mancanza di un progetto complessivo per la riorganizzazione dei servizi pubblici e il rilancio della contrattazione.

Per questo le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil hanno preso una posizione forte contro ogni nuovo blocco dei contratti. E avviato un percorso condiviso di mobilitazione che dovrà segnare una grande stagione di protesta, rivendicazione e proposta. L’obiettivo da realizzare - anche attraverso una campagna efficace di contro-informazione rispetto alle bugie del governo, per spiegare con una vera e propria “operazione verità” gli incoffessabili motivi che stanno dietro alle scelte dell’esecutivo e la portata del danno che si rischia di infliggere non solo ai lavoratori e ai servizi pubblici, ma a tutto il Paese – è far recedere il governo dall’ipotesi di proroga.

Il volantino unitario è il primo passo di questa mobilitazione. E il primo messaggio di determinazione e compattezza, che Cgil Cisl e Uil vogliono dare ai colleghi in tutti i posti di lavoro.

Tuttavia, è indispensabile che l’azione sindacale, in questa fase come non mai, sia forte, capillare e coordinata. Per questo, nei prossimi giorni saranno definite nel dettaglio tappe e modalità della mobilitazione, attraverso un crescendo di iniziative a tutti i livelli, in tutti i territori e posti di lavoro.

Roma, 10 settembre 2014

Fonte: Cgil Cisl e Uil Condividi questa notizia per diffonderla ai tuoi colleghi precari! Se vuoi seguire questa ed altre notizie simili metti "MI PIACE" nella pagina Facebook di Basta Precari. Puoi condividere e diffondere a più visitatori la notizia utilizzando "condividi" ai social network di BastaPrecari su: Facebook, Twitter, Google+ e Youtube. Per inserire un commento a questa notizia fai clic qui sotto su "Inserisci un commento". Per comunicati, notizie o per diventare autore del blog scrivere a: bastaprecaricomune@gmail.com.