sabato 28 aprile 2012

GDS - Regione, nuova finanziaria: salvi i forestali, stop ai precari


Passa all'assemblea regionale il testo senza le 82 norme "cassate" dal commissario dello Stato. Niente fondi per le associazioni, gli enti e le fondazioni inserite nell'ex tabella H. In arrivo tagli consistenti anche per comuni e trasporti.

PALERMO. Via libera alla finanziaria senza le 82 norme «cassate» dal commissario dello Stato e ok al disegno di legge sul mutuo da 558 milioni di euro collegato a specifici capitoli di bilancio tra cui quello che riguarda i forestali, e non nella forma generica contestata nell'impugnativa.

In particolare si salvano i 29 mila forestali siciliani, ma perdono il paracadute i 22.500 Lsu dei Comuni e anche i 750 precari storici della Regione. Niente fondi per le associazioni, gli enti e le fondazioni inserite nell'ex tabella H che viene completamente azzertata. Si profilano pesanti ricadute economiche dunque per enti come il teatro Massimo, l'Orchestra Sinfonica siciliana, la Fondazione Federico II, ma anche per l'associazione allevatori, il Corecom e il centro Pio La Torre, intitolato allo storico dirigente del Pci proprio oggi commemorato in seduta solenne dall'Assemblea. Ma tagli consistenti ci sono anche per comuni, trasporto pubblico locale e collegamenti marittimi con le isole minori: in questo caso devono rinunciare a poco più di 100 milioni, cifra contenuta nell'accantonamento negativo previsto nella finanziaria dal governo che intendeva coprirlo con le entrate derivanti dalla valorizzazione dei beni immobili della Regione, norma anche questa bocciata dal commissario e non recuperata almeno in questa fase dal governo.

Dopo un lungo pomeriggio di riunioni a Palazzo dei Normanni, l'Ars non è andata oltre l'approvazione dell'odg di promulgazione della finanziaria senza le norme impugnate e del
ddl sul mutuo. In commissione Bilancio non c'è stato accordo sugli altri tre ddl del governo: il primo appostava nel fondo globale 77 milioni di euro derivanti da risparmi di spesa, assegnati col secondo ddl all'ex tabella h e ai lavoratori dell'Ente acquedotti siciliano, mille persone che a questo punto rischiano di non poter ricevere gli stipendi.


I due ddl, approvati in commissione Bilancio ma solo a maggioranza, non sono stati neppure discussi dall'aula rinviata al 9 maggio (alle 16) il giorno dell'udienza preliminare per il governatore Raffaele Lombardo che comparirà davanti al gup con la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Catania, su ordine del gip, per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio.

Il quarto ddl, invece, col quale il governo Lombardo intende recuperare parte delle norme impugnate (tra cui fondo immobiliare da 800 mln e cantieri lavoro) è stato inviato dalla Presidenza dell'Ars alle commissioni di merito. Se ne parlerà più avanti.  Va ancora peggio per comuni, trasporto pubblico e collegamenti marittimi: i tagli sono confermati. L'unica
consolazione è un ordine del giorno del Pd, approvato dall'Ars, che impegna il governo a reperire le risorse necessarie, raschiando il barile. Tra i tanti capitoli falcidiati c'è anche
quello che riguardava gli ex Pip di 'Emergenza Palermò, i 500 mila euro previsti in finanziaria non ci sono più. 

10 commenti:

  1. Mi domando se è ancora tempo di aspettare!

    Vorrei che qualcuno mi chiarisse se, stando così le cose, vanno a casa solo coloro a cui scadrà il contratto il 31/12/2012 o anche coloro a cui il contratto scade successivamente,poichè, a quanto pare,la Regione non finanzierà più neanche i restanti contratti a scadere successivamente la data del 31/12/2012............

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. E' finito il tempo di aspettare,siamo giunti alla frutta.E' inaccettabile il comportamento dei SINDACALPOLITICI che rispettano solo le stagioni della politica,per organizzare una semplice riunione della triplice ( CGIL CISL UIL-DICCAP) mi dicono di aspettare il voto amministrativo DEL 9 MAGGIO.Il rinnovo del contratto è legato al finanziamento, per cui senza liquidità il 31 dicembre 2012 tutti a casa.Il primo maggio non può più essere una festa,se chi non l ha mai avuto un lavoro è solo un sogno,chi ce l ha rischia di perderlo,il precario in bilico sarà in poco tempo estinto. BUON 1 MAGGIO A TUTTI.

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    3. Alla frutta si giungerà il 31 dicembre 2012. Adesso siamo al secondo... Il 1 gennaio 2013 si vedrà cosa arriverà, o il dolce o l'amaro. Aspettiamo per vedere.

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  2. Proprio oggi ho parlato con una collega del Comune di Marsala è mi ha riferito che giorni fà hanno firmato il contratto fino al 31/12/2013, ma come è possibile???????
    Antiquavinea, di solito preferisco parlare con persone che danno le proprie generalità, comunque cosa c'è da aspettare ancora e perchè?

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  3. Ma che fine anno fatto gli articolisti degli anni '90, quando si lottava per avere i contratti a tempo determinato? anche allora pensavamo di essere alla frutta, eppure siamo scesi in piazza più di una volta e ottenuto le L.R. 85/95 e 16/2006 che ci hanno permesso fino ad oggi di lavorare, anche se in maniera precaria nei nostri comuni, e adesso che facciamo? aspettiamo pazientemente la fine del 2012? dobbiamo credere ancora nel lavoro che abbiamo svolto fino ad oggi, nella professionalità acquisita in questi 20 anni e se necessario ritornare ad essere gli articolisti di un tempo che difficilmente si arrendono ad un sistema che pare aver deciso di non avere più bisogno di noi. Francesca

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  4. Io mi chiedo ancora che fine hanno fatto le OO.SS., quasi un mese fà hanno rimandato lo sciopero perchè presi dalla problematica delle pensioni a Roma,hanno comunicato, attraverso il blog, che a presto AVREBBERO REPENTINAMENTE FISSATO UNA NUOVA DATA PER LO SCIOPERO DEI PRECARI A PALERMO! E' UN CONTINUO RIMANDARE DI GIORNI, MESI ANNI............................ Sarà qualunquismo, mi direte, quando si dice che i Sindacati Tutti siete politicizzati, il vostro prendere o perdere tempo lo conferma, siate più leali e dite che la guerra dei precari è una guerra persa che a voi non interessa, lo gradirei davvero.

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  5. Trama del film We Want Sex ispirato ad una storia realmente accaduta.
    Ighilterraterra, 1968. Le operaie della Ford cuciono sedili nella fabbrica di Dagenham, nel cuore dell’Essex. Lo fanno nel dipartimento più disagiato della struttura: esposto agli agenti climatici (fa molto caldo oppure ci piove dentro), il loro posto di lavoro risale al 1920 e cade praticamente a pezzi. Su 55.000 dipendenti, le signore sono 187 e guadagnano circa la metà degli uomini. Un collega maschio, conversando con le lavoratrici, afferma candidamente: "Se fossimo noi in queste condizioni, avremmo già scioperato".
    Il primo sciopero femminile, fu lanciato proprio dalle donne della Ford: queste proclamarono lo stato di agitazione e – malgrado lo scetticismo generale – incrociarono le braccia per la prima volta nella storia del movimento operaio britannico. La vertenza iniziò per migliorare le condizioni di lavoro della fabbrica, poi assunse carattere generale: le operaie chiedevano stessi salari per tutta l’Inghilterra. Incontrarono la resistenza di una parte del sindacato che, intimidito anche dall’azienda, preferiva concentrarsi su altre rivendicazioni (soprattutto quelle “maschili”) e considerava troppo estrema la pretesa di equiparare le buste paga.
    Tra mille difficoltà e iniziative clamorose, tra cui la protesta sotto Westminster, riuscirono a catturare l’attenzione del governo laburista di Harold Wilson: in particolare, la loro causa fu appoggiata dal ministro del Lavoro, Barbara Castle, che aprì una trattativa e firmò un accordo con le operaie sfidando la Ford. La casa automobilistica, che minacciava di ritirare gli investimenti in territorio inglese, prima fu costretta a concedere alle lavoratrici il 92% della paga maschile, poi vide approvata la norma sulla parità. Dopo lo sciopero a oltranza di Dagenham, il percorso era ormai segnato. La legge diventò un modello per tutti gli Stati occidentali, compresa l’Italia, dove la parità retributiva arrivò nel 1977 con il primo ministro del Lavoro donna, Tina Anselmi.
    La narrazione segue il percorso della lavoratrice Rita O’Grady (una meravigliosa Sally Hawkins, volto nuovo dei film proletari) e la sua affermazione come leader della protesta; usando la commedia come metodo di alleggerimento, il bersaglio del cineasta colpisce le principali figure politiche e sociali dell’epoca. Il premier è raffigurato come la macchietta del nobile inglese, la ministra Castle sfodera un look tatcheriano “dalla parte del bene” (ovvero ispirata da una visione progressista), ma anche gli ambienti sindacali non sono risparmiati da un certo sarcasmo: particolarmente riuscite le scene delle trattative, in cui il sindacalista moderato tenta in tutti i modi di evitare lo sciopero e compiacere l’azienda.

    Si commenta da solo.

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    1. Creare un sindacato indipendente,
      uno sciopero (non ferie) ad oltranza
      a partire da 10 giorni in poi
      e il problema è risolto
      subito subito
      senza giri di parole e non solo,
      e "annacamenti" politico/sindacali
      annessi e connessi.

      Un link alla scheda del film http://www.mymovies.it/film/2010/wewantsex/

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  6. Scusate...., ma per i colleghi assunti alla Regione non c'era nessun vincolo???
    Come al solito due pesi e due misure per la stessa categoria!!!

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