Il documento era stato approvato nei giorni scorsi dall'assemblea siciliana, ma subito c'erano stati dei dubbi sulla possibilità di un eventuale stop da parte di Carmelo Aronica
PALERMO. L'Assemblea regionale siciliana a rischio scioglimento. Il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, ha impugnato ben 80 norme della legge di stabilità, approvata nei giorni scorsi. Cassata l'architrave del bilancio, a questo punto l'Ars è costretta a rimettere mano alla
finanziaria. Il Parlamento ha solo quattro giorni per varare un nuova legge, altrimenti sarà commissariato dallo Stato.
Le norme impugnate creano un buco di circa 900 milioni di euro. L'Assemblea potrebbe riunirsi già nelle prossime ore: il 30 aprile infatti scade l'esercizio provvisorio, cui il governo ha fatto ricorso per quattro mesi (limite previsto per Statuto) in attesa di varare la legge di stabilità. Le norme impugnate che mettono a rischio l'intero bilancio sono quelle che prevedono accantonamenti negativi per 192 milioni di euro, che il governo ha previsto di coprire con
le entrate derivanti dalla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare pubblico e in minima parte dalla vendita dei biglietti d'ingresso in parchi e riserve.
La scure del commissario è caduta anche sulla posta negativo per 343 milioni, fondi che l'esecutivo Lombardo prevede di recuperare dalla trattativa col governo centrale sul federalismo
fiscale. In particolare si tratta di somme a copertura di una parte della spesa sanitaria, risorse attinte dai fondi Fas, il cui utilizzo temporaneo è stato autorizzato dallo Stato. Disco rosso anche per la norma che autorizza l'accensione di un mutuo di 558 milioni.
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