Il problema del precariato pubblico in Italia e in modo particolare in Sicilia ha soltanto una soluzione: tenere conto, finalmente, dei tantissimi richiami dell'Unione Europea, per persistente violazione della Direttiva comunitaria n. 70/1999/CE e trasformare a tempo indeterminato i contratti a tempo determinato che hanno superato il limite legale dei 36 mesi.
Il semplice fatto, del rinvio della stabilizzazione dei centomila precari della Scuola, nel Consiglio dei Ministri di oggi, non può in nessun caso bloccare, tutti i danni che le Pubbliche Amministrazioni verranno chiamate a risarcire ai precari
abusati da oltre 36 mesi per la reiterata violazione della Legislazione comunitaria in materia di contratti a termine, vigente nell'Unione Europea.
Tutto questo costerebbe allo Stato e a tutte le Pubbliche Amministrazioni, di gran lunga, più di quanto costerebbe la stabilizzazione dei precari, stante che le risorse per la proroga dei contratti che coprono l'espletamento di servizi collettivi, trovano apposita copertura economica ogni anno.
In Sicilia, in modo particolare, parliamo di contratti a tempo determinato che ad oggi hanno tutti superato il limite legale dei 36 mesi, previsto dalla Legislazione nazionale vigente. Oggi, la loro stabilizzazione, coniugata alla corretta applicazione delle leggi e dei contratti collettivi vigenti, rappresenterebbe un passo fondamentale per le Istituzioni regionali, in quanto eviterebbe che gli stessi precari vengano, prima o poi, stabilizzati dai Giudici del Lavoro, per il superamento del limite dei 36 mesi di servizio espletato nella Pubblica Amministrazione, a seguito della pronuncia favorevole della Corte di Giustizia Europea, attesa per ottobre- novembre 2014.
Infatti, la condanna dello Stato italiano e di conseguenza delle Pubbliche Amministrazioni, degli Enti Locali ed Istituzionali e della stessa Regione Siciliana, a cospicui risarcimenti danni, derivanti da abuso dei contratti a termine, per aver negato lo stesso trattamento giuridico ed economico del personale di ruolo e la conversione dei contratti a tempo indeterminato, avrebbero per la finanza pubblica effetti economico finanziari superiori a quelli derivanti dalla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, per violazione di Legge.
Ovviamente, tutto ciò potrebbe verificarsi anche in Sicilia, se i precari coinvolti, oltre a sostenere in massa le iniziative legislative concrete, che affrontano il problema del precariato a 360 gradi, spronino la Politica regionale, locale e di riflesso anche quella nazionale già chiamata pesantemente in Causa dai precari della Scuola , agendo in massa e tempestivamente nei confronti di tutti gli Enti che in tutti questi anni hanno abusato per più di 36 mesi del loro rapporto di lavoro, per coprire servizi collettivi in maniera permanente ed effettiva e non invece in maniera temporanea.
Solo le azioni legittime di difesa dei diritti e non passive di attesa precaria, in Sicilia ,faranno la differenza.
Dott. Gaetano Aiello
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