Non tardano gli effetti della dirompente sentenza della Corte di Giustizia europea di due settimane fa [1] in tema di contratti di lavoro con la pubblica amministrazione. La pronuncia ha sonoramente bacchettato lo Stato italiano per l’illecita reiterazione di contratti a tempo determinato all’interno della P.A.: una situazione illecita, a detta dei giudici di Lussemburgo, che, di fatto, condanna i nostri giovani a una vita di precariato.
Ne avevamo parlato in “Mai più precari a vita: stop al rinnovo dei contratti a termine nel pubblico impiego”. Ma ora – dicevamo – arrivano le conseguenze sul piano pratico e i benefici per chi si è visto continuamente rigettare la richiesta di stabilizzazione del rapporto. Il tribunale di Sciacca ha emesso la prima storica sentenza [2] in applicazione del principio emesso dalla Corte di Giustizia. E, così facendo, ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento, in favore di un docente precario che si era rivolto al giudice, degli scatti di anzianità e relativi emolumenti “in regime di parità di trattamento rispetto al personale di ruolo”, nonché delle retribuzioni di fatto per i periodi non lavorati intercorrenti tra un contratto e l’altro. Nel caso di specie, il docente, che si era visto rinnovare dal 2002 al 2011 una serie di contratti di lavoro a tempo determinato con il Miur, aveva chiesto la conversione del contratto di lavoro da contratto a tempo determinato a contratto tempo indeterminato e il pagamento degli scatti di anzianità previsti per i lavoratori a tempo indeterminato, oltre che le retribuzioni per i periodi forzati non lavorati.
[1] C. Giust. UE cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, C-418/13).
[2] Trib. Sciacca sent. n. 252/14 del 3.12.2014.
[3] Art. 97 Cost.
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http://www.laleggepertutti.it/60408_obbligo-di-stabilizzare-i-precari-prima-condanna-allassunzione#sthash.OSW1mEPF.dpuf[2] Trib. Sciacca sent. n. 252/14 del 3.12.2014.
[3] Art. 97 Cost.
Non tardano gli effetti della dirompente sentenza della Corte di Giustizia europea di due settimane fa [1] in
tema di contratti di lavoro con la pubblica amministrazione. La
pronuncia ha sonoramente bacchettato lo Stato italiano per l’illecita
reiterazione di contratti a tempo determinato
all’interno della P.A.: una situazione illecita, a detta dei giudici di
Lussemburgo, che, di fatto, condanna i nostri giovani a una vita di precariato.
Ne avevamo parlato in “Mai più precari a vita: stop al rinnovo dei contratti a termine nel pubblico impiego”. Ma ora – dicevamo – arrivano le conseguenze sul piano pratico e i benefici per chi si è visto continuamente rigettare la richiesta di stabilizzazione del rapporto. Il tribunale di Sciacca ha emesso la prima storica sentenza [2] in applicazione del principio emesso dalla Corte di Giustizia. E, così facendo, ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento, in favore di un docente precario che si era rivolto al giudice, degli scatti di anzianità e relativi emolumenti “in regime di parità di trattamento rispetto al personale di ruolo”, nonché delle retribuzioni di fatto per i periodi non lavorati intercorrenti tra un contratto e l’altro. Nel caso di specie, il docente, che si era visto rinnovare dal 2002 al 2011 una serie di contratti di lavoro a tempo determinato con il Miur, aveva chiesto la conversione del contratto di lavoro da contratto a tempo determinato a contratto tempo indeterminato e il pagamento degli scatti di anzianità previsti per i lavoratori a tempo indeterminato, oltre che le retribuzioni per i periodi forzati non lavorati.
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Ne avevamo parlato in “Mai più precari a vita: stop al rinnovo dei contratti a termine nel pubblico impiego”. Ma ora – dicevamo – arrivano le conseguenze sul piano pratico e i benefici per chi si è visto continuamente rigettare la richiesta di stabilizzazione del rapporto. Il tribunale di Sciacca ha emesso la prima storica sentenza [2] in applicazione del principio emesso dalla Corte di Giustizia. E, così facendo, ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento, in favore di un docente precario che si era rivolto al giudice, degli scatti di anzianità e relativi emolumenti “in regime di parità di trattamento rispetto al personale di ruolo”, nonché delle retribuzioni di fatto per i periodi non lavorati intercorrenti tra un contratto e l’altro. Nel caso di specie, il docente, che si era visto rinnovare dal 2002 al 2011 una serie di contratti di lavoro a tempo determinato con il Miur, aveva chiesto la conversione del contratto di lavoro da contratto a tempo determinato a contratto tempo indeterminato e il pagamento degli scatti di anzianità previsti per i lavoratori a tempo indeterminato, oltre che le retribuzioni per i periodi forzati non lavorati.
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Non tardano gli effetti della dirompente sentenza della Corte di Giustizia europea di due settimane fa [1] in
tema di contratti di lavoro con la pubblica amministrazione. La
pronuncia ha sonoramente bacchettato lo Stato italiano per l’illecita
reiterazione di contratti a tempo determinato
all’interno della P.A.: una situazione illecita, a detta dei giudici di
Lussemburgo, che, di fatto, condanna i nostri giovani a una vita di precariato.
Ne avevamo parlato in “Mai più precari a vita: stop al rinnovo dei contratti a termine nel pubblico impiego”. Ma ora – dicevamo – arrivano le conseguenze sul piano pratico e i benefici per chi si è visto continuamente rigettare la richiesta di stabilizzazione del rapporto. Il tribunale di Sciacca ha emesso la prima storica sentenza [2] in applicazione del principio emesso dalla Corte di Giustizia. E, così facendo, ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento, in favore di un docente precario che si era rivolto al giudice, degli scatti di anzianità e relativi emolumenti “in regime di parità di trattamento rispetto al personale di ruolo”, nonché delle retribuzioni di fatto per i periodi non lavorati intercorrenti tra un contratto e l’altro. Nel caso di specie, il docente, che si era visto rinnovare dal 2002 al 2011 una serie di contratti di lavoro a tempo determinato con il Miur, aveva chiesto la conversione del contratto di lavoro da contratto a tempo determinato a contratto tempo indeterminato e il pagamento degli scatti di anzianità previsti per i lavoratori a tempo indeterminato, oltre che le retribuzioni per i periodi forzati non lavorati.
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Fonte: http://www.laleggepertutti.it/60408_obbligo-di-stabilizzare-i-precari-prima-condanna-allassunzioneNe avevamo parlato in “Mai più precari a vita: stop al rinnovo dei contratti a termine nel pubblico impiego”. Ma ora – dicevamo – arrivano le conseguenze sul piano pratico e i benefici per chi si è visto continuamente rigettare la richiesta di stabilizzazione del rapporto. Il tribunale di Sciacca ha emesso la prima storica sentenza [2] in applicazione del principio emesso dalla Corte di Giustizia. E, così facendo, ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento, in favore di un docente precario che si era rivolto al giudice, degli scatti di anzianità e relativi emolumenti “in regime di parità di trattamento rispetto al personale di ruolo”, nonché delle retribuzioni di fatto per i periodi non lavorati intercorrenti tra un contratto e l’altro. Nel caso di specie, il docente, che si era visto rinnovare dal 2002 al 2011 una serie di contratti di lavoro a tempo determinato con il Miur, aveva chiesto la conversione del contratto di lavoro da contratto a tempo determinato a contratto tempo indeterminato e il pagamento degli scatti di anzianità previsti per i lavoratori a tempo indeterminato, oltre che le retribuzioni per i periodi forzati non lavorati.
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