Luca Bianchi
Nessun aumento dell”aliquota Irpef per coprire il debito della Regione verso le imprese, pari a un miliardo di euro. Si potranno sbloccare i pagamenti attesi dalle imprese senza aumentare le tasse come temuto per settimane. Ma se l’irpef non aumenterà non potrà neanche fruire della diminuzione che si attendeva da tempo per effetto del miglioramento dei conti della sanità.
E’ quanto emerge dalla missione romana dell’assessore regionale per l’economia Luca Bianchi, recatosi nella capitale per trovare la quadratura del cerchio dei conti regionali. Una operazione complessa in vista di bilancio e finanziaria ma anche una “certezza” per lui di mantenere il posto in giunta se le cose andranno come spera.
Oggi Bianchi ha incassato una piccola concessione capitolina.La Regione potrà recuperare le risorse necessarie a coprire gli interessi sul prestito per saldare le imprese dalle addizionali Irpef e Irap già in vigore e finora utilizzate per sanare il deficit del sistema sanitario, i cui conti, rispetto al passato, sono adesso in equilibrio. Lo Stato avrebbe, dunque, accolto la proposta della Sicilia.
Dunque i siciliani, che pagavano Irpef ed Irap più care rispetto ad altre regioni per coprire i costi della propria sanità, dovranno continuare a pagare le stesse tasse ma per risarcire le aziende che attendono pagamenti dalla Regione. Domani Bianchi sarà al ministero del Tesoro per ricevere l’ok definitivo.
Sul piatto, però, non ci sarà soltanto questo via libera. Occorre ridurre da un miliardo a 700 o massimo 750 milioni di euro il contributo della Regione siciliana alla tenuta dei conti dello Stato. di più di così la Regione proprio non può. Il difficile compito dell’assessore Bianchi è proprio quello di convincere Roma di questa esigenza inderogabile.
La proposta avanzata dalla Sicilia nei tavoli ministeriali di ripartire il contributo delle Regioni in base al Pil dovrebbe essere la soluzione, ”un metodo che garantisce maggiore equità rispetto a quello adottato finora – spiega l’assessore -”.
Il si a questa proposta permetterebbe di  libererebbe risorse dal bilancio, anche perché rispetto all’anno scorso il governo non può contare sui fondi Fas che erano stati dirottati a copertura di varie emergenze per un valore complessivo di quasi 600 milioni di euro.Senza questi fondi il bilancio, in pratica, non si può chiudere.
Contestualmente si lavora ad ulteriori tagli che riguarderanno sempre le stesse categorie: precari, forestali e trasporto pubblico locale. Anche in questo caso, il piano è quello di svincolare questa spesa dal bilancio, ciò consentirebbe di recuperare dalle risorse disponibili circa 1 miliardo. ”Stiamo lavorando in modo incessante non a tagli ma a riforme strutturali- dice Bianchi
Sicuramente non vogliamo fare ricorso all’esercizio provvisorio, su questo non c’è dubbio. Allo stesso tempo, riducendo ancora la spesa corrente, in aggiunta ai tagli dell’anno scorso, e agendo in maniera virtuosa su alcune voci per liberare risorse, vogliamo dare un segnale anche sul fronte dello sviluppo. Pensiamo a un fondo nella legge di stabilità di 100-150 milioni di euro da utilizzare sotto forma di credito d’imposta per gli investimenti”. L’intenzione di Bianchi è di definire i documenti economico-finanziari entro qualche giorno, in modo da consentire al governatore Rosario Crocetta di presentare il dossier al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni nell’incontro che si terrà entro settembre
‘L’orientamento mi pare buono, sono fiducioso”, conclude Bianchi. Per far quadrare i conti, comunque, la strada è ancora lunga ma il tempo c’è.