IL CASO / IN CANTIERE UN NUOVO EMENDAMENTO ALLA FINANZIARIA
Il governo presenterà un nuovo emendamento per la stabilizzazione dei 22 mila precari siciliani. È quanto emerso al termine di una riunione che si è svolta ieri a Roma, alla Camera, all'indomani della bocciatura dell'emendamento che prevedeva la costituzione di un'agenzia per il collocamento del personale che da anni lavora in gran parte negli enti locali dell'Isola. Mercoledì l'emendamento era stato dichiarato inammissibile dalla commissione Bilancio. All'incontro hanno partecipato il sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti, il sottosegretario alla Pubblica istruzione Davide Faraone (che si era attribuito la paternità dell'iniziativa), l'assessore regionale all'Economia Alessandro Baccei e i parlamentari siciliani del Pd. Il "cuore" della nuova norma sarà una proroga, l'ennesima, per i contratti dei precari. Una proroga a questo punto necessaria per far partire le procedure di stabilizzazione, da inserire sempre nella legge di stabilità che ha cominciato il suo iter a Montecitorio. Fra le proposte sul tappeto, quella del deputato agrigentino Angelo Capodicasa, ex presidente della Regione. Un progetto che prevede al primo punto la stabilizzazione dei precari, al secondo la facoltà concessa alle Regioni a statuto speciale di costituire un'agenzia per il collocamento di questo personale, partecipata anche dallo Stato. E al terzo punto, in attesa della realizzazione dell'agenzia, viene appunto prevista la proroga dei contratti, con fondi del bilancio regionale. Non è escluso che il governo faccia proprio, almeno in parte, il contenuto della bozza presentata da Capodicasa. «È una soluzione di buonsenso — afferma l'esponente dem — che consentirà anche di rispettare l'autonomia statutaria della Sicilia. In ogni caso l'emendamento sui precari siciliani sarà ripresentato all'interno della legge di stabilità e approvato entro la fine dell'anno». Faraone e l'assessore Baccei hanno ribadito l'esigenza di inserire anche la stabilizzazione dei precari nella trattativa in corso fra Stato e Regione, mirata al riconoscimento da parte del governo nazionale di 1,4 miliardi di euro da concedere a Palazzo d'Orleans per coprire il buco nel bilancio 2016.
e. la.
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