L’attacco contro il sistema del precariato regionale: «Premiati i ricchi sottraendo risorse ai poveri»
PALERMO – C’è il
precario beccato al posto di blocco con pistola e guanti di lattice
nel cruscotto. Parente di mafiosi come altri quattro «ex Pip» di
una lista finita in tribunale. C’è il finto disperato che incassa
853 euro al mese dalla Regione anche se ha un reddito familiare da
175 mila euro l’anno e abita nel quartiere dei ricconi, a Villa
Sperlinga. Nella Palermo agiata dove si muove con disinvoltura un
altro precario che incassa 500 euro al mese, ma con un reddito da 500
mila euro all’anno.
Mancati controlli
Sono i paradossi e gli
scandali denunciati dal governatore Rosario Crocetta che scoperchia
la pentola dei 30 mila precari della Regione siciliana e punta il
dito sui mancati controlli del passato: «Quello dell’ultimo
precario con 500 mila euro in tasca è l’emblema degli sprechi che
una parte del sistema politico vorrebbe continuare a tenere in piedi.
Una vera e propria ingiustizia sociale, che premia i ricchi
sottraendo ai poveri risorse che devono essere destinate alla
solidarietà».
Palazzo assediato
Giura che non è reddito suo
il precario additato come un Paperon de’ Paperoni, confuso fra i
duemila che assediano Palazzo dei Normanni guidati anche dal
consigliere comunale di Palermo Mimmo Russo. Un capopopolo che
contrattacca Crocetta accusandolo di praticare «solo una mega
operazione mediatica per non mantenere l’impegno preso degli 832
euro al mese». Ma il presidente della Regione replica duro, pronto a
querele e controquerele: «Russo li fa manifestare per fare
riassumere, tra gli altri, la propria moglie esclusa dagli elenchi
Pip per superamento del reddito». E il Masaniello dei precari: «Dal
governatore solo parole per i giornali. Lo sfido, sono pronto a
presentare la lettera di dimissioni di mia moglie se lui riammetterà
gli altri lavoratori esclusi ingiustamente dal sostegno al reddito».
Zampino mafioso
Le prime bordate di Crocetta
furono infatti avviate eseguendo raffronti fra i redditi familiari
dei precari e gli assegni corrisposti. Poi la scoperta dello zampino
mafioso. Perché sarebbero diversi i boss e i parenti di mafiosi fra
i cosiddetti «ex-Pip» del progetto «Emergenza Palermo», una
cooperativa di ex detenuti destinatari dell’assegno di 832 euro. Un
bacino di 2.900 precari dei quali il governo Crocetta ne ha espulsi
200: 88 per avere superato il reddito, 87 per altre anomalie, 25
considerati privi «di requisiti morali e buona condotta». Fra
questi Fabio Pispicia, arrestato il 18 marzo con pistola e guanti di
lattice, fratello del boss di Porta Nuova. In corso indagini della
Procura sugli altri. «Attenti, indagini obbligate, ma la parentela
non è reato e l’inchiesta è appena cominciata», suggerisce il
procuratore aggiunto Leonardo Agueci.
Pressioni e voti
Cautela obbligata anche
perché la gran massa dei 30 mila non va confusa con filo mafiosi e
falsi poveri, come spiega nel palazzo assediato il presidente
dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, intransigente su un
punto: «Senza fare di tutta l’erba un fascio, bisogna bloccare chi
non ha diritti e incentivare ogni controllo come bene opera il
governo». E il palazzo assediato? «Non deve impressionarci. Siamo
davanti a difficoltà grandi. Ma bisogna lasciare che governo e
parlamento lavorino con serenità, senza considerare le pressioni.
Perché spesso sotto le pressioni il parlamento ha sbagliato».
Taglio autocritico non molto diffuso nel Palazzo dove i precari
presentano il conto, come si sgola una signora svelando il patto di
sempre: «Prima ci chiedono i voti e ora ci cacciano».
25
marzo 2014 | 12:39
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RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/14_marzo_25/crocetta-contro-precari-c-chi-guadagna-500mila-euro-all-anno-0164d762-b40d-11e3-be28-0f08b38e26f7.shtml
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