"Per tale motivo - continua la nota - il Codacons, assieme ad un ufficiale giudiziario, si recherà domani alle 11.30 presso la sede del dicastero di viale Trastevere 76 a Roma e procederà al pignoramento dei beni dell'ente". Un'azione clamorosa che non ha precedenti e che rischia di svuotare le tante stanze del palazzo della Minerva. Nel corso degli ultimi anni infatti sono state centinaia le sentenze favorevoli ai tantissimi precari della scuola che hanno prestato servizio ininterrotto per decenni senza vedersi mai riconoscere il ruolo. 

Secondo una direttiva europea sul lavoro a tempo determinato, recepita da una legge italiana - il decreto legislativo 368 del 2001 - dopo alcuni anni di servizio ininterrotto, per evitare l'abuso di contratti a termine, il precario ha diritto alla stabilizzazione con contratto a tempo indeterminato. Per questa ragione, tutti coloro che si sono rivolti al giudice del Lavoro hanno ottenuto una sentenza - di risarcimento del danno o di immissione in ruolo coatta - favorevole. Quelle patrocinate dal Codacons sono circa 2.600 di cui 400 già andate a sentenza. Quella di domani si riferisce a un risarcimento del danno di 10mila euro. 

"I precari della scuola - dicono dal Codacons - non possono subire oltre al danno la beffa di sentenze non eseguite. Se non riusciremo ad ottenere le somme dovute dal ministero, continueremo con il pignoramento. Ma speriamo che il ministero provveda a risolvere la questione in modo diverso". Secondo una stima abbastanza attendibile, sarebbero circa 200 i milioni di risarcimento richiesti complessivamente dai giudici del lavoro di tutta Italia negli ultimi anni. Alcune addirittura stratosferiche, come quelle del giudice di Trapani che ha condannato il ministero a risarcire due supplenti con 170 mila e 150 mila euro. 

Si tratta di supplenti che hanno alle spalle anni di precariato e in alcuni casi anche decenni di saliscendi facendo la spola tra gli istituti di mezza Italia. Se tutti coloro che hanno avuto una sentenza favorevole da domani si presentassero in viale Trastevere con l'ufficiale giudiziario, non basterebbero tutti i mobili e i quadri del palazzo che ha visto come ministri della Pubblica istruzione del regno d'Italia personaggi del calibro di Benedetto Croce e Francesco De Sanctis.