Il nodo della stabilizzazione sarà sciolto
dai giudici europei,
la decisione sarà vincolante per l'Italia
Quello che è un diritto in altri paesi, l'assunzione per chi ha avuto tre anni di contratti reiterati a tempo determinato, in Italia va conquistato in tribunale
Si muovono in un mare di contraddizioni, tra nuovi concorsi e corsi abilitanti a pagamento e dopo anni di lavori con contratti a tempo non hanno diritto a scatti stipendiali, a progressioni di lavoro, al pagamento delle ferie in un contesto nazionale che considera l'istruzione pubblica solo un settore sul quale tagliare. Sono i precari della scuola, assunti con contratti rinnovati di anno in anno da supplente su posti vacanti e disponibili, fatti sottoscrivere a settembre e chiusi a fine anno scolastico, aspettano anni per avere una stabilizzazione dopo essere stati dimenticati dalla riforma Biagi che contemplò l'assunzione dopo tre anni di contratti a tempo determinato per tutto il mondo del lavoro tranne che per loro, docenti e personale Ata, relegati nel limbo dell'occupazione a scadenza 'stagionale'.
UN DIRITTO ASSODATO IN EUROPA. E quello che è un diritto in altri paesi, la stabilizzazione per chi ha avuto tre anni di contratti reiterati a tempo determinato, in Italia va conquistato in tribunale. Ora la Corte di giustizia europea con l'udienza del 27 marzo scorso ha riacceso le speranze, dopo un iter giudiziario lungo dieci anni, per oltre trecento docenti precari in provincia di Latina assistiti dalla Federazione Gilda Unams, il sindacato degli insegnanti, 26 dei quali si sono già visti riconoscere il risarcimento del danno. "Iniziammo questo percorso nel 2004 - spiega Patrizia Giovannini, instancabile coordinatrice provinciale della Gilda, che ha lavorato nel mondo del precariato per 22 anni - allora sembrava anacronistico, sembrava che l'azione sui contratti fosse marginale, e oggi ha aperto la strada agli altri per affermare i diritti del precariato nell'istruzione. Ci muovemmo come ufficio nazionale insieme al coordinamento precariato nazionale della Gilda su due fronti, il riconoscimento della stabilizzazione dopo tre anni di contratti e la richiesta della progressione economica di carriera".
LOTTA PER LA PROGRESSIONE ECONOMICA. Sì perché i precari sono a livello zero in busta paga, non maturano scatti neanche dopo quindici anni di contratti e fino a che non entrano in ruolo, senza considerare che una volta assunti non viene riconosciuto loro tutto il periodo pregresso mentre il diritto comunitario prevede pure un risarcimento danni dissuasivo e l'applicazione del principio di non discriminazione tra personale di ruolo e a termine anche in tema di scatti stipendiali". "I primi ricorsi non furono accolti - prosegue la Giovannini - e anche successivamente la lotta più dura è stata sul fronte della stabilizzazione mentre nel 2012 per 26 ricorrenti venne accolta la richiesta di progressione economica con la stima del risarcimento del danno".
SCATTI STIPENDIALI, 26 RICORSI VINTI. Per due precari, moglie e marito, il tribunale riconobbe ad esempio un risarcimento del danno equivalente a più di sessantamila euro oltre agli arretrati della progressione economica e al riconoscimento dello scatto. Soldi che i ricorrenti non hanno ancora visto a causa del deficit economico della casse statali e per i quali già è stato inoltrato un ricorso al Consiglio di Stato. Insomma l'Italia disapplica in pieno le norme europee e ne paga anche le conseguenze con sanzioni che in futuro potranno essere sempre più pesanti. Recentemente la Commissione europea ha rilevato come «Non può ritenersi obiettivamente giustificata ... una legislazione nazionale, quale quella italiana, che nel settore scolastico non prevede alcuna misura diretta a reprimere il ricorso abusivo a contratti di lavoro a termine successivi». "Ora con l'ultima udienza alla corte di Strasburgo - dice la Giovannini - gli oltre 300 ricorsi avviati in provincia e i 26 già vinti circa il risarcimento del danno, e gli altri cento avviati nel 2012 direttamente alla corte di giustizia Europea per la non avvenuta stabilizzazione potranno riprendere il loro percorso nel merito e nella liquidazione del danno. Per questa estate, tra luglio e settembre, è attesa la definitiva sentenza dell’Europa per una vicenda che vede coinvolta solo l’Italia e che ha visto Latina supportata dalla Gilda nazionale in prima linea in questi ultimi dieci anni. Il nostro obiettivo è creare i presupposti per il riconoscimento di un diritto importante e ci auguriamo che finalmente per tutti i precari della scuola giustizia sia fatta’’.
Fonte: http://www.corrieredilatina.it/news/scuola-e-universita/4857/Scuola--piu-di-trecento-precari.html
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