venerdì 21 ottobre 2011

Sfila la rabbia unitaria contro la crisi, 5000 in piazza a Siracusa per chiedere sviluppo


In cinquemila hanno sfilato per tutta la città. Lavoratori, imprese, associazioni datoriali, mondo della Chiesa, del volontariato, anche i giornalisti. Una manifestazione imponente che ha riempito le strade di Siracusa per il lavoro e lo sviluppo. Slogan secco alla base della manifestazione: ripartiamo.
E da questa unità trasversale, intende ripartire la provincia di Siracusa, la terra dei mille problemi, dei troppi disoccupati e dei troppi progetti bloccati.
Tutti insieme, in un lungo corteo colorato aperto dai trattori degli agricoltori, Confindustria, Confapi Sicilia, Cna, Claai, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Cia, Legacoop, Confcooperative, Associazione generale cooperative italiane, Cgil, Cisl, Uil, Ugl. In mezzo ai lavoratori e alle imprese, il mondo della Chiesa. Parroci, gruppi di volontariato, che ogni giorno misurano la nuova povertà.

Alla testa del lungo serpentone il presidente della Camera di Commercio e di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria Siracusa, Aldo Garozzo, i segretari del sindacato, Paolo Zappulla, Paolo Sanzaro, Stefano Munafò, Tonino Galioto. I rappresentanti di tutte le altre categorie produttive ed una folta rappresentanza della Camera di Commercio di Ragusa che ha aderito all'iniziativa.
Lungo il corteo, nascosto in mezzo alla lunga scia di lavoratori, si intravede qualche parlamentare e alcuni sindaci. A piazza Archimede, luogo del comizio finale, non ci sono più. La piazza pacifica e "dal volto scoperto" chiede a loro di intervenire, di "incalzare" il governatore Lombardo ed il governo nazionale.
Sul palco sfilano i rappresentanti dei soggetti organizzatori. Scorrono i dati impietosi della crisi che attanaglia ogni settore produttivo, si parla del lavoro fatto dal Tavolo permanente e dei risultati negativi frutto delle mancate interlocuzioni con la politica.
La voce è una: fare presto perché è ormai impossibile perdere altro tempo. Industria, agricoltura, commercio, edilizia; un variegato mondo del lavoro che porta in piazza tutta la disperazione del momento.
Ci sono anche i pensionati, "vero ammortizzatore sociale di questo paese" dice qualcuno.
I cinquemila di Siracusa applaudono, fischiano all'indirizzo di chi non c'è e deve fare. Parlamentari regionali e nazionali, amministrazioni locali, nessuno viene risparmiato, nessuno viene lasciato fuori dal grido dei cinquemila. Siracusa riparte da una manifestazione, ma questa volta, ai più, resta un sapore diverso: quello di una provincia che intende riprendersi speranza e futuro.

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