Modificato il decreto sulle stabilizzazioni di 20 mila lavoratori: la Regione obbligata a trovare i fondi attraverso tagli di bilancio. La Camera nella notte approva il testo
di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Quasi impossibili le stabilizzazioni, difficili anche le proroghe: per i 18.500 precari siciliani in forza in Comuni e Province, a cui si aggiunge un migliaio di contrattisti in orbita Regione, è arrivata una mazzata dal Parlamento nazionale. La norma contenuta nel decreto legge Pubblica amministrazione, che doveva autorizzare una deroga al patto di stabilità e permettere così nuovi contratti già dal primo gennaio, è stata stravolta nel passaggio alla Camera. Cancellate tutte le indicazioni che erano arrivate dalla Regione.
La prima versione della legge, approvata al Senato a inizio ottobre, prevedeva una deroga al patto di stabilità: i Comuni avrebbero potuto rinnovare i contratti a termine e superare i limiti di spesa non considerando i contributi della Regione destinati ai precari all’interno del vincolo. E poichè la Regione copre con 300 milioni l’80% della spesa, il gioco era fatto. Poi i margini di tempo per la stabilizzazione erano più larghi. Ma ieri la commissione Bilancio della Camera ha modificato il testo, che nella notte era atteso al vaglio dell’aula.
La prima versione della legge, approvata al Senato a inizio ottobre, prevedeva una deroga al patto di stabilità: i Comuni avrebbero potuto rinnovare i contratti a termine e superare i limiti di spesa non considerando i contributi della Regione destinati ai precari all’interno del vincolo. E poichè la Regione copre con 300 milioni l’80% della spesa, il gioco era fatto. Poi i margini di tempo per la stabilizzazione erano più larghi. Ma ieri la commissione Bilancio della Camera ha modificato il testo, che nella notte era atteso al vaglio dell’aula.
Fonti: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/297193/
http://www.capodorlandobuongiorno.com/sportellolsu/viewnews.asp?id=3075
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