PALERMO. «In Italia abbiamo oltre 120 mila precari nella pubblica amministrazione, con tipologie diverse che variano da regione a regione e da comune a comune e anche nell'ambito del sistema statale. Stiamo costruendo un percorso di fuoriuscita che guarda tutto il Paese e in parte la Sicilia, che ha problemi diversi, perchè ha un precariato storico che non può essere facilmente ricompreso in una norma di carattere generale». L'ha detto il ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione Giampiero D'Alia a Palermo parlando con i cronisti dei provvedimenti del governo Letta sulla stabilizzazione dei precari e delle misure previste per i circa 24 mila 'contrattistì, che lavorano nella pubblica amministrazione in Sicilia.
«Su questo in Parlamento sono in discussione - ha aggiunto il ministro - alcune proposte, su cui il governo ha dato parere favorevole, che servono a tener conto della specificità della situazione siciliana». Per il ministro la politica siciliana «deve anche fare una profonda autocritica per aver prodotto questo fenomeno e per non aver fatto nulla in 20 anni per arginarlo».
Parlando delle norme contenute nel decreto del governo Letta per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, D'Alia ha aggiunto «Abbiamo inserito norme che riguardano coloro che hanno un contratto a termine da almeno 3 anni nell'ultimo quinquennio». «È una platea - ha aggiunto - che riguarda in particolare il precariato siciliano, che ha un'anzianità di servizio molto elevata, i tempi di permanenza in Sicilia in media sono di 15 anni».
«Insieme a questo - ha detto ancora il ministro - prevediamo una lista unica regionale di collocazione nel bacino delle fasce più basse del precariato cioè le fasce A e B. Prevediamo che gli enti locali e la Regione sulla base della disponibilità che hanno in organico possano assumere direttamente attraverso la lista regionale con i meccanismi del collocamento obbligatorio, che valgono per altre categorie». Poi il ministro parlando della «specificità» siciliana ha sottolineato: «in Sicilia ci sono situazioni di 'overbooking': ci sono più precari di quanti siano i posti disponibili nelle piante organiche degli enti». D'Alia ha anche detto che «questo non può significare che si raddoppino le piante organiche dei comuni, che sono già, a rischio dissesto e che se dovessero pagare gli stipendi a tutto questo personale, salterebbero in aria».
«Su questo - ha concluso - da oltre un mese abbiamo fatto un tavolo tecnico alla Regione, vediamo di introdurre alcune soluzioni in questo provvedimento di stabilizzazione, anche se alcune resistenze ci sono, e poi bisogna vedere cosa può fare la Regione che su questa materia ha una competenza sussidiaria». A chi tra i cronisti ha chiesto come conciliare la stabilizzazione del personale precario con la spending review il ministro ha risposto: «il problema è questo, non possiamo risolverlo con questo provvedimento (il decreto, ndr.), ma sedendoci intorno a un tavolo con la Regione e vedendo cosa si può fare».
Fonte: http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/292795/
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