In attesa di riavviare ufficialmente la trattativa col nuovo governo - Bianchi è a Roma in questi giorni - ecco il piano: «I precari potrebbero lavorare tutti per 18 ore settimanali (oggi sono almeno a 24). E i Comuni dovrebbero fare delle piante organiche individuando tutti i vuoti da ricoprire» di GIACINTO PIPITONE
PALERMO. Un impiego part-time ma stabile e
all’interno di nuove piante organiche dei Comuni: ecco il piano della
Regione per i 18.500 precari degli enti locali, gli unici che
nell’ultima Finanziaria non hanno avuto la proroga fino a fine anno e
dovrebbero quindi perdere il posto il 31 luglio. Il progetto verrà
agganciato a un piano di rientro che in un triennio permetta di
riorganizzare pure altri due settori critici: trasporto pubblico e
forestali.
La Regione punta così ad aggirare il limite del 31 luglio, imposto dal patto di stabilità nazionale. L’assessore all’Economia, Luca Bianchi, sta per completare il piano per sottoporlo la prossima settimana al governo nazionale dove ora siedono siciliani nei posti chiave. «Dovremo discutere col ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia e col sottosegretario Miccichè - anticipa Bianchi - e poi la parola passerà a Saccomanni per l’aspetto economico». Bianchi conta anche sul dialogo con Fassina, sottosegretario all’Economia, e rivela un retroscena: «Il precedente ministro, Patroni Griffi, aveva concesso qualche apertura e oggi è ancora nel governo come sottosegretario alla Presidenza. La sua perplessità era però che, se si ”apre” alla Sicilia, anche le altre Regioni chiederanno deroghe per i precari dei Comuni. Ma in quel caso dovrebbe farsene carico lo Stato mentre qui paga la Regione. E in tutta Italia i precari costano circa 250 milioni, quanto costano alla sola Sicilia».
In attesa di riavviare ufficialmente la trattativa col nuovo governo - Bianchi è a Roma in questi giorni - ecco il piano: «I precari potrebbero lavorare tutti per 18 ore settimanali (oggi sono almeno a 24). E i Comuni dovrebbero fare delle piante organiche individuando tutti i vuoti da ricoprire». È una sorta di piano industriale del pubblico impiego precario che deve terminare in un triennio con la stabilizzazione, un costo inferiore e la copertura dei vuoti d’organico (magari facilitando la mobilità verso amministrazioni in cui ci sono spazi). D’Alia mostra cautela: «Affronteremo l’argomento entro una decina di giorni studiando tutte le soluzioni». La priorità per l’assessore al Personale, Patrizia Valenti (Udc) «è ottenere subito la proroga fino a fine anno, e nel frattempo studiare la stabilizzazione». E ieri, ospite a Ditelo a Rgs, anche Rosario Crocetta ha sollecitato un intervento da Roma: «Se lo Stato non interviene, dopo il 31 luglio qui sarà un disastro. Noi vogliamo che i precari vengano usati in modo produttivo, definire precario un individuo dopo 25 anni di attività è un eufemismo inaccettabile: se dobbiamo pagarli, tanto vale fare un'assunzione part-time e si faccia una sanatoria. Ma mai più precari». Anche se il piano del governo non piace al sindacato autonomo più rappresentativo, il Movimento giovani lavoratori.
Sui precari Bianchi va all’attacco dei sindacati, che hanno contestato la Finanziaria ritenendola insufficiente per la crescita: «Io capisco le associazioni degli industriali che ci criticano ma i sindacati proprio no. Ci avevano chiesto di dare risposte sul fronte dell’occupazione e abbiamo salvaguardato tutti i precari. Ora ci contestano questo... C’era un problema enorme di finanza pubblica, la cui responsabilità sta sulla vecchia politica, ma anche su sindacati e associazioni di categoria. Noi lo abbiamo risolto mettendo in sicurezza un bilancio che aveva una falla di 2 miliardi. E nel frattempo non mi sembra che dai sindacati siano arrivate grandi proposte».
http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/258745/
La Regione punta così ad aggirare il limite del 31 luglio, imposto dal patto di stabilità nazionale. L’assessore all’Economia, Luca Bianchi, sta per completare il piano per sottoporlo la prossima settimana al governo nazionale dove ora siedono siciliani nei posti chiave. «Dovremo discutere col ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia e col sottosegretario Miccichè - anticipa Bianchi - e poi la parola passerà a Saccomanni per l’aspetto economico». Bianchi conta anche sul dialogo con Fassina, sottosegretario all’Economia, e rivela un retroscena: «Il precedente ministro, Patroni Griffi, aveva concesso qualche apertura e oggi è ancora nel governo come sottosegretario alla Presidenza. La sua perplessità era però che, se si ”apre” alla Sicilia, anche le altre Regioni chiederanno deroghe per i precari dei Comuni. Ma in quel caso dovrebbe farsene carico lo Stato mentre qui paga la Regione. E in tutta Italia i precari costano circa 250 milioni, quanto costano alla sola Sicilia».
In attesa di riavviare ufficialmente la trattativa col nuovo governo - Bianchi è a Roma in questi giorni - ecco il piano: «I precari potrebbero lavorare tutti per 18 ore settimanali (oggi sono almeno a 24). E i Comuni dovrebbero fare delle piante organiche individuando tutti i vuoti da ricoprire». È una sorta di piano industriale del pubblico impiego precario che deve terminare in un triennio con la stabilizzazione, un costo inferiore e la copertura dei vuoti d’organico (magari facilitando la mobilità verso amministrazioni in cui ci sono spazi). D’Alia mostra cautela: «Affronteremo l’argomento entro una decina di giorni studiando tutte le soluzioni». La priorità per l’assessore al Personale, Patrizia Valenti (Udc) «è ottenere subito la proroga fino a fine anno, e nel frattempo studiare la stabilizzazione». E ieri, ospite a Ditelo a Rgs, anche Rosario Crocetta ha sollecitato un intervento da Roma: «Se lo Stato non interviene, dopo il 31 luglio qui sarà un disastro. Noi vogliamo che i precari vengano usati in modo produttivo, definire precario un individuo dopo 25 anni di attività è un eufemismo inaccettabile: se dobbiamo pagarli, tanto vale fare un'assunzione part-time e si faccia una sanatoria. Ma mai più precari». Anche se il piano del governo non piace al sindacato autonomo più rappresentativo, il Movimento giovani lavoratori.
Sui precari Bianchi va all’attacco dei sindacati, che hanno contestato la Finanziaria ritenendola insufficiente per la crescita: «Io capisco le associazioni degli industriali che ci criticano ma i sindacati proprio no. Ci avevano chiesto di dare risposte sul fronte dell’occupazione e abbiamo salvaguardato tutti i precari. Ora ci contestano questo... C’era un problema enorme di finanza pubblica, la cui responsabilità sta sulla vecchia politica, ma anche su sindacati e associazioni di categoria. Noi lo abbiamo risolto mettendo in sicurezza un bilancio che aveva una falla di 2 miliardi. E nel frattempo non mi sembra che dai sindacati siano arrivate grandi proposte».
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