mercoledì 15 maggio 2013

Crocetta-sindacati: è tregua "Ma adesso atti concreti"

Il presidente: "Sappiamo bene che per le riforme serve l'aiuto delle parti sociali. Il governo lavorerà per risolvere la questione dei precari". Le sigle: "Il bilancio di questi primi mesi di legislatura è negativo. Accogliamo l'apertura del governatore, ma adesso si vada oltre gli annunci".


PALERMO - “Questo, per me, è un incontro fuori casa. Anzi, un derby”. Il presidente Crocetta sceglie una metafora calcistica per introdurre il suo intervento giunto, per restare dentro la metafora, in “zona Cesarini”, del direttivo unitario dei sindacati confederali, seguito all'incontro di ieri che ha scongiurato una manifestazione di protesta a Tusa. Il tema dell'incontro di oggi? Il futuro del pubblico impiego e gli effetti di una finanziaria che il governatore ha definito “la migliore degli ultimi vent'anni”, attirando le critiche, anche oggi, del segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava, che ha invitato il presidente a una maggiore “umiltà”.

Fatto sta che il presidente, alla fine, è giunto al centro Don Orione, dove erano già presenti, da ore, diversi tesserati e simpatizzanti di Cgil, Cisl e Uil. Il “derby”, Crocetta lo gioca con loro: “Il governo e i sindacati – spiega – sono realtà che presentano molte sintonie, ma che hanno colori e ruoli diversi. Alcune questioni ci avvicinano: e le giuste richieste di riforme avanzate dai sindacati, iniziano a diventare realtà. E sono anche oggetto di uno scontro con chi vuole opporsi al processo riformista”.

E la visita oggi di Crocetta al direttivo rappresenta, anche secondo i sindacati, un'apertura di credito. Un assegno in bianco, al momento, firmato al governatore. Che alle parole, però, dovrà far seguire i fatti, spiegano tutte le sigle presenti. “La mia presenza qui – dice Crocetta – è il segno di come il governo sia cosciente del fatto che il progetto riformista non può vedere i sindacati dall'altra parte della barricata. Certo, i sindacati fanno il loro mestiere, e a volte, forse, sono stati sollevati allarmismi immotivati”.

Un concetto, quello della “collaborazione”, di un nuovo modo di vivere i rapporti tra esecutivo e parti sociali, accolto da diversi leader sindacali presenti. “La presenza del presidente qui – spiega il segretario regionale della Fp Cisl Gigi Caracausi – non è solo un modo per esporre pubblicamente le idee del governo, ma anche per impegnarsi pubblicamente. Un gesto che certamente rappresenta un'apertura. Che ci spinge a sospendere il giudizio sul governo fino al prossimo tavolo tecnico, previsto per giorno 24. Ma questo non significa che la tensione si sia allentata. I sindacati restano vigili. Alle parole dovranno seguire i fatti. Certamente, molto deve cambiare: il bilancio di questi primi mesi i governo è fortemente negativo”.

Idea ribadita dal segretario regionale della Uil Claudio Barone: “Questo incontro dimostra – ha detto – che tra le due parti, governo e sindacati, c'è massimo rispetto. E per questo ribadiamo al presidente che siamo pronti a fare con lui la rivoluzione. Ma il governo si convinca che questa rivoluzione, senza di noi, non riuscirà mai a compierla”.  Uno “sforzo comune” per superare le emergenze della Sicilia è richiesto anche da Michele Palazzotto, segretario regionale Cgil Fp, che mette in guardia contro il rischio “della rottura della coesione sociale in Sicilia: il tema dei temi è quello dei precari degli enti locali, i cui contratti scadranno a luglio. Il governo deve rivendicare una specificità tutta siciliana. Quelli non sono semplici 'precari': si tratta di gente che lavora nei Comuni in alcuni casi da 24 anni...”.

“Sappiamo bene – ha replicato Crocetta - che il blocco dei concorsi e delle assunzioni ha portato queste persone a svolgere il lavoro che dovrebbero fare altri. Per cui, mandare a casa ventimila persone significherebbe dare un duro colpo alle condizioni di vita dei siciliani. Il governo farà di tutto per scongiurare questo pericolo. Del resto, il nostro lavoro è centrato su due principi fondamentali: garantire il risanamento e lo sviluppo della Sicilia, evitando la macelleria sociale. Ed è quello che faremo”.

Ma i sindacati hanno espresso anche molti dubbi sul futuro del personale delle Province. “Non vorrei – ha spiegato Claudio Barone – che sulle Province ci si fermi agli spot. Il problema è molto complesso, e non riguarda solo gli stipendi, ma la complessiva riorganizzazione dell'ente, che riguarda anche gli Ato, la medicina del territorio. Il riordino delle Province è una grande occasione per ridisegnare la mappa dei servizi pubblici in Sicilia”.

“Nella manovra finanziaria – ha detto sul punto Crocetta – i finanziamenti alle Province scendono da 72 a 44 milioni. Ma ben 14 milioni verranno risparmiati dalla mancata erogazione di indennità e gettoni di consigli e giunte. Nelle Province stiamo inviando gli ispettori per verificare se intanto i commissari e i presidenti stanno pensando solo alle spese obbligatorie. Anche i commissari si ricordino che dovranno occuparsi dell'ordinaria amministrazione. Guidano enti ad esaurimento. E dovranno limitarsi a tutelare i lavoratori”.

Le parole del governatore sono state accolte in alcuni casi dagli applausi dei presenti.Un'apertura di credito, dicevamo, lanciata dai sindacati. Che però mettono in guardia il presidente: "La Finanziaria - ha detto  Bernava - non presenta alcuna strategia per lo sviluppo, nè per il risanamento. Il penoso dibattito 'pre-Finanziaria' è stato sostituito da un dibattito 'post-finanziaria' ancora più penoso. Bisogna pensare davvero, adesso, all'emergenza sociale che sta investendo la Sicilia, lavorare a un programma pluriennale di sviluppo che attragga investimenti esteri, pensare, in tema di spending review, a una sorta di Consip regionale, che renda omogenei i costi". "Adesso – ha chiuso Gigi Caracausi – vogliamo vedere i risultati. Perché di chiacchiere ne abbiamo tutti abbastanza". Appuntamento al prossimo tavolo tecnico, il 24 maggio. Il tema sarà quello del precariato.
Ultima modifica: 15 Maggio ore 19:02

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