Ma soprattutto in questa storia c'è un lato tragico: Claudio Zarcone, padre di Norman (il dottorando in filosofia del Linguaggio che si tolse la vita a Palermo come segno di protesta contro le baronie universitarie), stamani ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo.
Motivo? "La maggior parte dei giovani italiani non è "schizzinosa" e anch'essa desidera di godere della possibilità di realizzarsi. Ritengo, pertanto, che le parole espresse continuamente da rappresentanti del governo siano un'offesa alla memoria di mio figlio, al mistero del suo gesto e al dramma umano di coloro che condividono la medesima, tragica situazione.
Ribadisco: in questo modo Norman viene ucciso ogni volta -continua il genitore, ndr - Ogni volta che con arroganza e superficialità si offendono i tanti altri Norman d'Italia con epiteti e affermazioni fuori luogo. Non tutti, infatti, possono spendere un nome importante, o parentele altrettanto importanti. Tutto ciò non è più tollerabile. E voglio ricordare ai nostri politici che ci si può uccidere anche per delegittimazione e frustrazione, oltre che problemi economici e, ripeto, non è più tollerabile nell'attuale e delicatissimo contesto sociale".
Ma soprattutto ci tiene a sottolineare che il figlio non era né un "bamboccione" né "choosy" poiché d'estate lavorava come bagnino al circolo nautico di Palermo per 12 ore al giorno.
Fornero. I giovani non devono pretendere troppo. Poi ritratta
Fornero
Ritrattando: "...tant'è vero che oggi i giovani sono in condizioni di precarietà..."
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