“Anche questa volta si è persa una occasione per fare una buona legge che affronti seriamente il fenomeno del precariato pubblico in Sicilia. Evidentemente a qualcuno interessa tenere i lavoratori al giogo delle proroghe piuttosto che trovare soluzioni per la stabilizzazione. Spero intanto che venga accolto l’emendamento dei parlamentari siciliani che consentirà a migliaia di famiglie di trovare serenità, ma mi auguro che l’Assemblea Regionale da subito inizi a lavorare ad una legge risolutiva che ponga fine al balletto delle proroghe”.
Ad affermarlo è il vice presidente dell’Ars Antonio Venturino, dopo che la V Commissione non ha ritenuto di discutere i ddl 461 e 462 di cui è firmatario lo stesso Venturino, prendendo invece come testo base il ddl 658 del Governo. “Il testo ha il solo merito di spostare la questione precariato rimandando la soluzione di qualche anno, quando in realtà avevamo preparato degli strumenti legislativi in grado di regolamentare la posizione di 24 mila persone ad invarianza di spesa. Quanto proposto dal Governo Crocetta ed approvato dalla commissione – sostiene Venturino- è palesemente in contrasto con la normativa vigente per il semplice fatto che ad esempio un soggetto che ha un rapporto di lavoro di natura subordinata a tempo determinato, stipulato ai sensi di un contratto collettivo, viene paragonato ad un soggetto impegnato in attività socialmente utili, come chi riceve un sussidio. Esprimo forti perplessità di natura giuridica inoltre sulle liste regionali che contemplano nello stesso regime transitorio dei lavori socialmente utili, soggetti titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo determinato (che sono stati già cancellati dal bacino degli asu, in quanto hanno sottoscritto un contratto individuale di lavoro subordinato a tempo determinato della durata comunque superiore a 12 mesi e pertanto sono decaduti dai benefici di legge del regime transitorio dei lavoratori socialmente utili) e soggetti in atto utilizzati dalle pubbliche amministrazioni in attività socialmente utili e perciò non titolari di alcun rapporto di lavoro di natura subordinata”.
Fonte: primapaginanews.it
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